A proposito di guide e web. Sapete come si sceglie il vino? Con il passaparola!


Mi infilo controvoglia in una conferenza nella sala stampa del Vinitaly gestita ormai da anni con grande professionalità da Carlo Delaini e cosa scopro? Uno, il 75% delle persone scelgono il vino sulla base del passaparola. Due, appena il 13% attraverso media tradizionali e tv. Tre, ancora peggio le riviste specializzate, appena l’8% e, alla fine, fanalino di coda internet con il 2%. Hanno ragione le cantine che non investono in rete?
Dei dati e della importanza delle marche ho scritto sul Mattino oggi.

La ricerca in fondo presentata a Vinitaly mi induce a queste riflessioni.
1-sarà necessario ancora molto tempo prima che internet possa superare il cartaceo nonostante i limiti più voilte ribaditi da quest’ultimo. Proprio perché internet è agli occhi del non addetto ai lavori una sorta di Babele e anche i siti e i blog più seguiti in fondo fanno numeri molto bassi. Soprattutto in Italia fanalino di coda nella rete in Europa

2-si ribadisce il concetto che la stampa specializzata (riviste, guide etc) non riesce ad uscire dal recinto e a parlare al pubblico più vasto.

3-fuori dal ghetto degli alfabetizzati, c’è il regno del passaparola e della fiducia personale: dell’amico, del rivenditore, del familiare.

Molto strepito per nulla?

3 Commenti

  1. Non conosco il sig. Delaini, ma sulla scorta della mia pluriennale esperienza di ex pubblicitario, mi piacerebbe rivolgergli qualche domanda:
    qual è la fonte dei dati comunicati?
    e il campione degli intervistati che dimensione aveva?
    che caratteristiche aveva? ( ceto socio-economico, diffusione geografica etc.)
    Infine una semplice considerazione: Il passaparola indubbiamente funziona ed è piu attendibile per il consumatore rispetto a qualsiasi altro veicolo pubblicitario ma…dove e da chi ha attinto la conoscenza chi ha “passato parola”? Il punto è proprio questo, ritengo perciò, pur non contestando nella maniera più assoluta i dati del sig. Delaini, che il ruolo della pubblicità tradizionale sia a mezzo stampa specializzata e non. sia televisiva sia indirettamente a mezzo internet sia del tutto insostituibile. Penso anzi che il web del vino abbia un enorme valore perchè. tutto sommato, chi visita un sito lo fa perchè ha scelto di farlo.
    Lwe informazioni e le conoscenze ricavate da queste visite saranno proprio l’oggetto di quel famoso passa-parola.

  2. @Claudio – non ho la profilazione completa socio-demo del campione, ma sul comunicato ufficiale si leggono queste info: “Lo studio “Il Valore Del Marchio Nel Mondo Del Vino” è promosso da Vinitaly e realizzato su 351 intervistati (46,7% uomini – 53,3% donne) che hanno dichiarato di essere appassionati di vino e di consumarlo almeno 3 volte alla settimana e su 215 “addetti ai lavori” (150 ristoratori, 5 distributori e 60 tra enoteche e wine bar).”

    1. Grazie Cristiano, ora è tutto un po’ più chiaro, anche se stento a prender per vero il fatto che gli “addetti ai lavori” acquistino i vini in base al passa-parola.

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