A’ Scippata, inno alla biodiversità


22 gennaio 2004

Questo vino è inno alla biodiversità: nasce da vigne cresciute a piedefranco come cento anni fa prima della fillossera, uno dei pochi casi ormai in cui il contadino ancora combatte infilzando la terra con i tralci per far nascere nuove viti. Siamo qui nelle gole di Tramonti, non lontano dall’Osteria Reale e dalla porta di servizio della Costiera Amalfitana. Gole ventose e zeppe di chiese e conventi sparsi fra le tredici frazioni del comune senza piazza, dove i morsi della fame hanno cacciato via quasi tutti gli abitanti, sicché tremila di loro oggi sono ricchi i pizzaioli lumbard che si rivedono una volta l’anno. Anche Giuseppe Apicella è stato via, in Piemonte dove ha imparato l’uso langaiolo di etichettare lo sfuso per importarlo qui, nelle gole di Tramonti, dove le donne salivano faticosamente sino al Valico di Chiunzi con le giare sulla testa. Avidi le aspettavano i mezzani del vino di Gragnano pronti a spacciare il prodotto sotto falso nome dell’assetato mercato di Napoli. Bianco, rosso e rosato come da copione classico per la Costa d’Amalfi doc. Bicchieri solidi e tipici, più il rosato che il bianco per la cucina di mare, il rosso su coniglio e maiale. Ora il colpo d’ala del figlio enologo Prisco: A’ Scippata, la vigna strappata alla montagna è tutto Aglianico Tintore selezionato in vigna e raccolto tra ottobre e novembre. Un clone particolare del grande vitigno meridionale, ricco di antociani come dice la parola stessa: serviva a dare colore al pallido piedirosso. Un paio di anni in legno, metà in grandi botti di rovere di Slavonia, l’altra metà di barrique poi insieme altri sette mesi in bottiglia: ecco A’ Scippata, un prodotto dai tratti caratteristici perché senza il piede americano respira meglio il terroir popolato da elfi e di streghe, monaci e trafficanti, soprattutto dai castagni. Tremila bottiglie a 13 euro, né poco né tanto, da abbinare a qualche piccioncino farcito o ai bei pecorini di media stagionatura dell’Appennino Meridionale. Un nuovo miracolo della Costa d’Amalfi, nelle gole di Tramonti.