Aglianico 2004 Irpinia igt


BENITO FERRARA
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

No, non avete letto male. Si tratta della storica azienda di Tufo che dall’alto della sua Vigna Cicogna si gode il meritato successo e la tranquilla commercializzazione tipica di un prodotto affidabile, ottimo e serio che non ci ha mai deluso. Adesso entra in pista questo rosso per una tipologia che non mi ha mai appassionato eccessivamente, l’Aglianico Irpinia: non so se per motivi psicologici perché lo vivo come un Taurasi incompiuto, o perché comunque le aziende non ci hanno mai creduto sino in fondo con convinzione, cosa che del resto succede anche con il rosso di Montefalco e il rosso di Montalcino. Ci sono sicuramente buone bottiglie, la 2002 Mastroberardino che non ha presentato la docg di quella triste vendemmia, e soprattutto del millesimo 2003 che gode di una concentrazione naturale in vigna grazie alla famosa estate calda e siccitosa. Anche questo rosso non fa eccezione, ma si iscrive però di ufficio in quei prodotti fatti bene dalle aziende ben impostate mentalmente, come Clelia Romano e Molettieri, capaci di presentare buoni bicchieri in ogni caso.
L’Aglianico di Gabriella Ferrara, la figlia di Benito che ora porta avanti l’azienda, somiglia molto a quelli di ultima generazione proposti da Pagli, Caciorgna e Cotarella, nei quali si punta sostanzialmente sulla freschezza della frutta con un ingresso vivace, abbastanza morbido, e una beva facile con il finale persistente. Un vino da bere allora senza impegno, come gli altri, sui piatti tipici della cucina napoletana, la trippa vesuviana, la salsa forte, il baccalà in umido di Somma, la parmigiana di melanzane, che richiedono sempre tannini autorevoli. La prova con un Nero d’Avola di Cusumano, preferito rispetto a questo Aglianico se bevuto assoluto, inconsistente e in caduta libera quando è abbinato a questi piatti. Dal che traiamo un consiglio ai nostri lettori: i grandi vini possono permettersi di essere bevuti da soli, anzi direi che il più delle volte è sicuramente preferibile, ma i vini di seconda fascia vanno giudicati sempre con il cibo. Da questo punto di vista, l’Aglianico di Gabriella è un prodotto da presentare in quei bei pranzi domenicali di cui le famiglie meridionali continuano a celebrare il rito. Per fortuna.

Sede a Tufo, Frazione San Paolo
Tel e fax 0825.998194
Email: [email protected]
Sito: http://www.benitoferrara.it
Enologi: Attilio Pagli e Paolo Caciorgna
Ettari: 3 di proprietà
Bottiglie prodotte: 25.000
Vitigni: greco di Tufo, aglianico