Aglianico del Taburno 2003 doc


Aglianico del Taburno 2003

Vogliamo tornare sull’articolo di Eric Asimov dedicato all’Aglianico con l’altro rosso, dopo il Vignali, di cui il critico del New York Times si è innamorato. Parliamo del base di Domenico Ocone, il rosso quotidiano ormai collaudato che esprime sempre un ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Certamente è singolare come occhi estranei riescano a vedere in modo diverso realtà altrimenti consolidate nel senso comune, anche degli esperti. Già, perché mentre noi in Italia diamo per scontato l’essere l’Irpinia il territorio d’elezione di questo vitigno, luoghi in cui cioé riesce a raggiungere i massimi livelli, Asimov mette al primo posto il base della Cantina di Venosa, poi quello di Tormaresca, a nostro giudizio eccessivamente morbido, infine un classico del Taburno. Il motivo di questa scelta è facilmente intuibile, e cioé quella morbidezza che si raggiunge non attraverso la concentrazione del frutto o, peggio, con l’uso eccessivo del legno, quanto con la diluizione, la naturalità espressa dall’annata grazie al fatto che proprio nei base l’attenzione alla selezione dei grappoli è meno ossessiva e pignola. Questo vuol dire forse che dobbiamo rassegnarci a vedere trionfare un modello di Aglianico atipico in Italia? Non direi, ma dobbiamo sicuramente capire che un Aglianico non deve somigliare ad un Cabernet o a un Merlot, deve essere qualcosa di diversamente piacevole e intellegibile. Non dunque il ritorno ai rossi antichi pieni di acidità e dai tannini esagerati, ma neanche le marmellate concentrate con cui si è esagerato nella seconda metà degli anni ’90. Quel che adesso si cerca nel vino è la sua naturalità espressiva, la sua capacità di interpretare le vicissitudini dell’annata fino in fondo e senza trucco, la possibilità anche di essere bevibile, chiuderla con la bottiglia una volta stappata. Il base di Mimmo Ocone ha sempre risposto a questi requisiti, nelle ultime versioni si è vestito di un po’ di frutta in più, in particolare la 2003 è sicuramente esuberante da questo punto di vista, ed è per questo che è piaciuto. Riflette del resto il Beneventano in grande ripresa, molto vario nelle sue diverse proposte, a cominciare dai bianchi, dai rosati e dai passiti. Se ne parlerà domani a Cerreto Sannita dove alle 18 a Palazzo del Genio si presenta la prima Guida completa ai Vini del Sannio scritta con Pasquale Carlo. Sarà l’occasione per provare i 5 Stelle, i vini del cuore, ma soprattutto vedere la grande capacità dei produttori di questa provincia, la dispensa del vino campano, di proporsi in modo vario e articolato soprattutto in grande rapporto tra qualità e prezzo.