Antonio Caggiano festeggia le 20 vendemmie da chiocciola Slow Wine!


Con Antonio Caggiano (foto Lello Tornatore)

Venti. Sono venti. Le vendemmie di Antonio Caggiano, l'uomo che ha trasformato il vino in un paese grazie alla sua caparbia volontà.
Prima di lui il Taurasi era un rosso da bere, e solo per questo dovrebbero dare la cittadinanza onoraria ad Antonio Mastroberardino.
Dopo di lui è diventati qualcosa da visitare, con vigne da camminare, botti e barrique su cui appoggiarsi, nella prima cantina pensata sin dalla posa della prima pietra per essere visitata. Un concetto ordinario oggi, rivoluzionario vent'anni fa , quando il Movimento Turismo del Vino era appena nato.

Ieri sera la festa in una serara fantastica, zeppo il convegno al Castello restaurato al convegno con Moio, Frusciante e Festa organizzato da Giacomo Pastore, piena fino all'inverosimile la sala degustazione dove i fratelli Fischetti hanno cucinato alla grande per oltre cento persone su idea di Slow Food Ufita-Taurasi. E cento sono rimaste fuori.

Antonio Caggiano e Luigi Moio

La storia di un successo che tutti conoscono: durante un viaggio in Francia Antonio Caggiano conosce il giovane ricercatore allora poco più che trentenne Luigi  Moio e lo convince a tornare. Per la prima volta l'Aglianico conosce la barrique e dimostra come possa essere competitivo con altri rossi italiani.

Caggiano e Moio vent'anni dopo

Vent'anni sono tanti nella vita di un uomo, un batter di ciglia nella storia agricola di una comunità Sicuramente saranno ricordati per la brusca accelerazione al miglioramento che ha trasformato un territorio in cui convivevano tabacco e vite in un'area specializzata dove sono tanti oggi al lavoro producendo vini di alta qualità.

Certo, non tutto è come dovrebbe essere, però lo ha ricordato bene ieri il professore Luigi Frusciante: ci sono state più novità in questi ultimi due decenni che nei precedenti 50 anni.

La Fiera enologica con migliaia di persone che invadono il paee a Ferragosto

Il momento non è favorevole ai vini rossi strutturati e vanno bene solo le aziende professionali attrezzate per l'estero. Chi pensava di salvare il reddito agricolo trasformando in proprio ha dovuto capire che si tratta di due mestieri diversi e che il secondo è sicuramente più complicato del primo.

La materia aiuta chi ha pazienza, chi sa aspettare, chi investe nel tempo e il Taurasi, da sempre percepito come vino importante, ha sicuramente un futuro davanti. Chiudo gli occhi e vedo il castello diroccato, li riapro e vedo la piazza messa a posto, aziende come Caggiano, Mastroberardino e Quintodecimo a Mirabella, Pepe a Luogosani, Sella delle Spine che ha aperto un punto vendita, Antica Hirpinia, Contrade di Taurasi e Guastaferro per restare in un raggio di quattro, cinque chilometri.