Antonio Di Gruttola a Montemarano: Claude e Lydia Bourguignon analizzano i suoli delle contrade Iampenne e Chianzano


Il logo del laboratorio

di Daniela Di Gruttola*

Chi produce vini naturali sa bene che il suolo è il punto di partenza e Antonio e i ragazzi de Il Cancelliere vogliono continuare a lavorare in questo senso.

Per questo hanno deciso di chiamare Claude e Lydia Bourguignon, lui ingegnere agronomo e lei biologa, che hanno fondato nel 1990 un laboratorio indipendente al servizio degli agricoltori in modo da poter dedicare più tempo alla biologia del suolo (LAMS).

Hanno sviluppato e brevettato un metodo di analisi originale, e lavorando in tutto il mondo hanno potuto effettuare oltre diecimila analisi del suolo dal punto di vista biologico, chimico e fisico. Con molta umiltà ci hanno detto che ora stanno iniziando a capire veramente la meccanica del suolo.

Moltissime sono le cantine che si avvalgono della loro consulenza, ad esempio in Borgogna: Romanée Conti; in Champange: Selosse; in Spanga: Vegas Sicilia; in Italia: Elio Altare, Podere Forte, Argentiera, Ceretto non hanno consulenze al sud ed hanno accettato con molto entusiasmo.

I due ricercatori collaboreranno in questo progetto a Montemarano per 5 anni, hanno fatto già le prime analisi sui suoli delle vigne de Il Cancelliere a Iampenne e quelli delle vigne vecchie acquistate da poco da Antonio a Chianzano, non sono mancate le sorprese da parte loro nel constatare le potenzialità dei suoli ma c’è comunque molto lavoro da fare.  Se c’è chi non  smette mai di studiare e mettersi in gioco nella vita, questi è Antonio di Gruttola, che  vuole offrire qualcosa di più con le sue consulenze per la produzione di vini naturali, insieme a loro le potenzialità di crescita aumentano.

Claude e Lydia ci hanno raccontato che a prescindere dalla regioni, temperate o tropicali o equatoriali, il terreno degrada sempre nello stesso modo. Si perde con le pratiche sbagliate la sostanza organica, 100 anni fa avevamo circa il 4% di materia organica ed oggi siamo scesi in media all’1,3%.

Senza la materia organica è molto difficile fare agricoltura sostenibile. L’humus va a diminuire e la fauna scompare perché ha bisogno di materia organica per vivere, di conseguenza il terreno non è sufficientemente nutritivo per la pianta.

Negli anni 50 si avevano due tonnellate di lombrichi per ettaro, ora siamo solo a 150 chilogrammi. Nel loro laboratorio verificano anche questo e in un terreno ricco di vita si devono contare diversi milioni  di esseri viventi per ettaro.

Secondo Claude e Lydia la mancanza di interesse scientifico sul suolo è impressionante. Non esiste una letteratura agronomica prima del 18° secolo, per 6 mila anni gli uomini si sono dedicati ad arare la terra e ad eliminare le erbacce infestanti. Ma dopo la rimozione il suolo si è difeso con un altro germogliamento. La natura non lascia mai nuda la terra, tranne che nei deserti di ghiaccio e in quelli secchi. Di conseguenza esporrre un terreno è la prima assurdità , con l’aratura,  essendoci nei primi 10 cm l’80 % dell’attività biologica praticamene non si fa altro che distruggere.

Da Montemarano è tutto, vi terremo informati sull’evoluzione del progetto, intanto vorrei consigliarvi la visione di un film (purtroppo è solo in lingua francese) dal titolo emblematico:

“Solutions Locales pour un désordre Global” di Coline Serreau

Critici di Non si fa altro che

*Abbiamo chiesto a Daniela di raccontarci in prima persona la nascita di questa esperienza in Irpinia che vede impegnato il marito Antonio, enologo a noi molto caro che abbiamo conosciuto grazie a Gaspare Pellecchia. Siamo sicuri da sempre che la specializzazione sia il concime più adatto alla viticoltura meridionale. E ci piace che questa impresa così importante abbia un io narrante.

7 Commenti

  1. Sono contento di leggere articoli come questi, sono contento che Antonio di Gruttola “approfondisca” il discorso sul suolo facendosi aiutare da due esperti, credo che lui e Salvo Foti rappresentino nel sud due enologi che effettivamente valorizzano la tradizione, la viticoltura e l’agricoltura in genere. Troppi prendono percorsi sono d’immagine! Speriamo che in futuro i vini della nuova azienda di di gruttola non abbiano i prezzi di Romanée Conti!!!

  2. Questi di Cantina Giardinohanno una passione (ed una competenza) notevolissime.Grandi.

  3. Per me che capisco il francese, il ink sul film è veramente stato illuminante, non vedo l’ora che mi arrivi a casa per vederlo integralmente, grazie!

  4. Dalla Calabria vi seguiamo con passione, anche noi abbiamo come obiettivo un’agricoltura sostenibile e nella speranza che tutti comprendano quanto sia importante, vi abbraccio e vi ringrazio a nome del Sud. Vi verrò presto a conoscere.

  5. sono stato recentissimamente a fare il sopralluogo per la slowine 2012 sia dal cancelliere che da antoine di gruttolà.
    la cosa più bella che vedi, che provi, quando fai visita su terreni gestiti da questi ragazzi è l’ erba!
    ma no, che avete capito? è l’inerbimento, la sensazione cioè che la vigna cresce insieme alle erbe spontanee. quasi a voler tornare alla sua origine selvatica, rupestre.
    la vigna del cancelliere cresce molto bene, è un vero clos, ci mancano solo le mura merlate intorno, e il vino è semplicemente fantastico.:-) molto minerale, un concentrato di essenze contenute nelle pietre del suolo, segno che le radici succhiano con vigore!
    il terreno di antonio è bellissimo, con vigne centenarie allevate a raggiera appena più bassa di quella taurasina, culminante con un archetto plurigemme, tipico montemaranese.
    ne vedremo delle belle tra qualche anno (cantina giardino diventerà un paradigma?).
    a presto!

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