L’asta del cappone 2009


Berardino Lombardo

di Monica Piscitelli

Si è svolto con il ritmo lento e familiare delle feste alle porte, l’ormai tradizionale appuntamento pre-natalizio con l’asta del Cappone a Terre di Conca. Fa freddo, un freddo penetrante che ti si attacca addosso in questa domenica che per molti è trascorsa nel vorticoso trantran dell’acquisto dei regali.
A Conca della Campania i boschi di castagno sembrano una sequenza di individui intirizziti. La campagna è silenziosa. Il consueto mercatino dei prodotti locali, quest’anno, è stato spostato nel cortile prospiciente la casa padronale, lì dove Berardino Lombardo, il patron di questo splendido agriturismo toscaneggiante in terra campana, abitualmente cucina rimestando con poderose bracciate in enormi pentoloni in alluminio. Sotto a un olivo nodoso, i capponi aspettano, uno vicino all’altro per tenersi caldi, il loro momento.
La mattinata trascorre tra gli assaggi e gli acquisti dei prodotti de Gli Orti di Napoli (conserve di “cavolo torzella”, fagioli a formella, minestra napoletana e zucca lunga di Napoli), Masseria Tuoro (ortaggi), Optimum Sancti Pentri (i formaggi di latte di capra, pecora, vaccino di varie stagionature e lavorazioni), La Palombara (le castagne e la crema di marroni), Frantoio Maciariello (olio extravergine), Cooperativa Calenna (mele annurche) e Esperia (salumi di Maiale nero casertano).

Il ricco antipasto terragno e contadino

Il ricco antipasto terragno e contadino: le uova a scuscello, salciccia e capicollo, pomodorini imbottiti e la polenta con il ragù
A seguire, il pranzo nella sala dell’agriturismo riscaldata dal gran camino in pietra di tufo: una carrellata di piatti semplici ma stupefacenti, secondo lo stile del luogo. Dalla Stringata di maiale nero Casertana, specialità di Lombardo, al brodo di cappone, protagonista della giornata, passando per la zuppetta con crostini e “uovo a sciusciella”.

La stringata di Berardo

Lombardo con un berretto da marinaio calcato sulle orecchie, gira tra i tavoli e ogni tanto “molla” un piatto carico di soppressata, Stringata e formaggi. A tavola ci sono i vini di Agricola San Teodoro, l’azienda della famiglia Santoro, proprietaria di circa 40 ettari di terra tra San Prisco e Galluccio. Il Campapietro, un Aglianico franco ed equilibrato, accompagna piacevolmente i salumi e la polenta con sugo e salsiccia che fuma copiosamente. Alle 15,30 tutti in cortile. Nel corso dell’asta battuta da Luciano Pignataro, assistito da Dante del Vecchio in funzione, per l’occasione, di notaio, uno a uno, i capponi sono catturati e sfilano tra il pubblico, sostenuti per le zampe da Lombardo che ne mostra con fierezza grandezza e piumaggio. Ognuno troverà un assegnatario pronto ad aggiudicarsene uno per un prezzo decisamente interessante: fino a novanta euro per un animale di circa sei chili di peso.

Io, Berardo e due piccoli battitori

Vanno via così una dozzina di begli esemplari, dai piumaggi più diversi: da Obama col piumaggio bianco a Frank, il ribelle che sfugge per un attimo alla presa e si trova inseguito da un famelico chihuahua. Finita l’asta si spegne lentamente la festa tra un bicchier di vino, un giro di danze e un abbraccio di auguri. “Al prossimo anno, a Dio piacendo!” ha detto Pignataro salutando tutti.