Benessere Slow Food, congresso Campania 2010 con 55 foto in Slide Show


Il presidente di Slow Food Campania Nino Pascale

Mi ero mediaticamente chiesto negli ultimi anni dove cavolo fosse finita l’Italia che produce, non guarda le veline, quella impegnata nel volontariato. Quella, pensate un po’, non preoccupata dalla necessità di stupire per comunicare meglio ma concentrata sui valori, sui contenuti di una proposta per poi trasferirirli al prossimo. L’Italia amante del bello, del buono, dell’ambiente. Il Paese in cui l’individualismo sia espressione della collettiva volontà di costruire qualcosa, che non guarda Striscia la Notizia e ignora persino l’esistenza di Max Laudadio. L’Italia pulita che non drighigna i denti ma sorride.
Quella che sa che oggi è Primavera.


Ieri ho avuto la bella risposta: gran parte di questa Italia di cui noi giornalisti non ci occupiamo più è dentro Slow Food. Erano 28 anni che non frequentavo un congresso, ma ieri al congresso regionale della Campania-Basilicata ho rivisto e risentito gente impegnata sui contenuti, sulle battaglie per l’ambiente e la biodiversità, giovani che formano, sostengono presidi, operano in modo virtuoso per il semplice fatto di stare insieme come dice Petrini. Persone che fanno e incidono sul paesaggio agrario, che amano la semplicità ma non la banalizzazione. Per la prima volta il mondo rurale ha una voce autorevole dopo molti anni visto che persino la Coldiretti è presa dalla necessità di sparare cazzate ogni fine settimana per trovare spazio sui media e dimentica i suoi produttori.
Un’altra Italia, assolutamente estranea al minestrone televisivo in cui la destra somiglia alla sinistra e viceversa. Quella dei politici che sembrano capitani di ventura impegnati ad assoldare mercenari e che hanno ridotto il nostro Paese all’impotenza, dove adesso si ruba direttamente per il proprio conto corrente e se non lo fai sei scemo, dove si piazzano figli, comari e troie senza alcun pudore perché non c’è altro senso comune di appartenenza se non abboffarsi.

Benessere Slow Food. Se vi sentite isolati, iniziate a frequentare la condotta più vicina, starete meglio perchè troverete entusiasmo e competenza.
Alla fine questo medioevo etico finirà. Adda passà ‘a nuttata.

Lo slide show è l’insieme delle foto di Monica Piscitelli che ha già fatto il report su questo sito e di Sabine Emmy Eller.

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