Borgo di Gete 2007 Rosso Colli di Salerno IGT | Voto 86/100


Gaetano e Gigino Reale

Uve: tintore
Fascia di prezzo: 30 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

VISTA 5/5 – NASO 25/30 – PALATO 26/30 – NON OMOLOGAZIONE 3o/35

Gaetà, ma dove ci hai portato? Siamo proprio sicuri che questa è la tua vigna? Qui sembra di stare in un’intricata, seppur glabra foresta tropicale, con larghi alberi che si incrociano e che sono legnosi come mangrovie. Il diverso panorama, però, che si scorge appena attraverso i nodosi tronchi e i pali legati ai tralci e che sale fino alle alte cime dei monti Lattari, ci fa capire che non siamo immersi nel tipico habitat equatoriale. E poi in nostro aiuto interviene l’estatica visione della suggestiva chiesa rupestre del XIII secolo che si intravede tra i fitti fusti appena più in là e che sembra sorvegliare e proteggere non solo la vigna, ma tutto il paese.

La chiesa rupestre

Inoltre, è lo stesso Gaetano Reale che ci rassicura: siamo veramente nella sua vigna di famiglia, anzi proprio nel posto esatto dove si produce l’uva Tintore per il cru di questa azienda, il Borgo di Gete.

La frazione di Gete

Sono vigne vecchissime di epoca prefillossera, piantate a piedefranco agli inizi del 1900 da lungimiranti e scrupolosi viticoltori. Oggi queste viti sono dei veri e propri monumenti a cielo aperto, un omaggio alla natura, tale è la bellezza che riescono a trasmettere nella loro maestosa imponenza. Naturalmente, già c’ero stato in passato in questo meraviglioso territorio sospeso tra cielo e terra e continuo ancora adesso a scorrazzare per questi ameni colli alla ricerca di luoghi paradisiaci e del buon bere.

I vigneti di Reale

Insieme con l’amico Mario D’agosto sono salito fino a qui nel Borgo di Gete, uno delle tredici frazioni del comune di Tramonti, lasciandomi alle spalle l’incontaminato e già invitante mare di Maiori, con il suo panoramico lungomare e l’ampio e dorato arenile.

La spiaggia di Maiori

I vigneti, un dettaglio

Gigino Reale, come sempre esuberante e generoso anfitrione, ci accoglie insieme con il fratello Gaetano, persona schiva e garbata, nella sua “Osteria Reale”.

Osteria Reale

Ci invita a pranzare ed a provare tutta la batteria dei suoi splendidi vini: il fresco e godibile bianco Aliseo, il fruttato rosato Getis, il piacevole rosso Cardamone e, soprattutto lui: il Borgo di Gete 2007, confezionato con solo uve di Tintore di Tramonti in purezza, l’unico della sua tipologia di questo raro e prezioso vino. Gigino, infatti, ne sforna circa 1.600 bottiglie l’anno che vanno subito a ruba. Il terreno è quello tipico di Tramonti: franco argilloso di origine vulcanica. Il sistema di allevamento è la tradizionale “pergola tramontina”, come abbiamo visto.

Un particolare del vigneto

La vendemmia si effettua ad inizio novembre, con uve leggermente surmature, alla stregua del Nebbiolo delle Langhe per il Barolo e il Barbaresco o dell’Aglianico per il Taurasi, per intenderci. La fermentazione e la macerazione avvengono in vasche di acciaio termocondizionate per circa 15 giorni. L’affinamento prevede la sosta del vino in botti di rovere francese per due anni ed ulteriore elevazione in bottiglia per 12 mesi. Alla fine la gradazione alcolica si attesta sui 14 gradi C.

Borgo di Gete 2007

Appena versato il vino nell’ampio bicchiere, si nota subito un lucente cromatismo rosso rubino con lingue purpuree. Subito dopo, il naso si esalta nel cogliere una personalità prorompente che definisce una spigliata speziatura e con gradevoli note fruttate che ricordano la ciliegia e il lampone, carezzate poi da un lieve e leggiadro soffio floreale. In bocca si sente la fragranza del frutto croccante, accompagnato da sentori vegetali e balsamici, dalla mineralità intrigante e dalla tannicità ben sottolineata, prodromo ad un lungo tempo di assestamento e di stabilità del vino in bottiglia. Ritornano poi le suggestioni floreali e fruttate, che donano al palato una sensazione gustativa sapida, ricca e raffinata. Un retrogusto estremamente elegante e pervasivo conclude l’ottima beva.

I vini dell'azienda Reale

I vigneti

Un gran bel vino veramente, credetemi, da abbinare a primi importanti, carne alla brace, provolone del Monaco, oppure un Monte Veronese stagionato. Se vi capita l’occasione acquistate quante più bottiglie che potete e prosit!

Questa scheda è di Enrico Malgi

Sede Via cardamone, 75 – Borgo di Gete – Tramonti (SA) – Tel: 089/856144 – Cellulare: 333.1783788 – [email protected]www.aziendaagricolareale.it – Enologo: Fortunato Sebastiano col Gruppo Vigna Viva – Ettari di proprietà: 3 (1 a limoneto e 2 vitati) – Bottiglie prodotte: 11.000 – Vitigni: Tintore, Piedirosso, Biancazita, Biancatenera, Biancolella e Pepella.

4 Commenti

  1. il borgo di gete 2007 è una bella bottiglia. molto strutturata come beva, ricca, profumata, acida, speziata!

    p.s.
    al naso la personalità è davvero prorompente! questo, con la cucina di oggi, così delicata, è un po’ ciò che frena il consumatore dal bere tintore in purezza.
    non sono vini facili quelli che ne escono fuori, ma tenendo presente tre cose:
    la vecchiezza delle piante
    la lunghezza estrema dei tralci
    la assenza di piedi di innesto
    io ritengo che occorre insistere su una strada di estrema specializzazione di questa varietà così “strana”.
    il tintore in purezza da antiche piante dovrebbe prendere una strada nuova, che stuzzichi daccapo la curiosità del consumatore più attento.

  2. Ciao Gaspare. In complesso sono d’accordo con te e, d’altra parte. lo stesso Gigino Reale mi faceva presente alcuni problemi che ha dovuto affrontare e le lotte che ha sostenuto per poter realizzare questo piccolo gioiello. Si tratta, comunque di un prodotto di nicchia, legato indissolubilmente al territorio di Tramonti, che purtroppo non tutti possono apprezzare. Forse è più facile approcciarsi dapprima alla A’ Scippata di Apicella, perché la percentuale di Pedirosso di questo vino smorza in parte la ruvidezza e la spigolosità tipiche del Tintore. E, comunque, bisogna lodare il coraggio e lo spirito d’iniziativa del buon Gigino e di pochi altri produttori di questo meraviglioso territorio, che seppur con tante difficoltà riescono a tirar fuori vini come questo. Seza parlare, poi, di quell’affascinante intrigo che sono le viti secolari a piedefranco di questa zona.
    Abbracci.

  3. “il tintore in purezza da antiche piante dovrebbe prendere una strada nuova, che stuzzichi daccapo la curiosità del consumatore più attento”.

    Comprendo ma non condivido. La preziosità di questo vino e l’unicità di questo territorio spero rimanga fortemente ancorato ai principi di cui sopra elencati, spero di non aver frainteso, come elementi quantomeno limitativi sotto l’aspetto della governabilità colturale (e quindi gustativo).

    Altrimenti svanisce l’incantesimo.

    Pur convinto che ciò non potrà essere per sempre, per favore non toccate le vigne vecchie di Tramonti e niente grilli per la testa: sappiamo come siamo bravi in campania a sfasciare tutto per il buon nome del mercato!

  4. @ angelo
    alle volte ciò che del passato ci affascina è in realtà un bluff.
    mi spiego meglio, gran parte dei miti sono falsi miti: solo ciò che ha essenza è verità. siamo così certi di sapere 200 anni fa quale fosse il sapore, l’odore del vino prodotto da tintore? perché le scorse generazioni (dei nostri nonni e bisnonni) lo hanno quasi sempre rifermentato? siamo sicuri che era solo un fatto di convenienza commerciale?
    che voglio dire? che senza commercio, delle cose spesso se ne perderebbe traccia. ma d’altro canto, il commercio mal fatto altera le cose stesse. la via di mezzo è la strada maestra: conserviamo del tintore e della viticoltura tramontina ciò che effettivamente è certezza storica, tutto il resto mettiamolo in discussione se questo fa più mercato.

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