Cantina di Venosa, i sette volti dell'Aglianico


9 gennaio 2003

Carato Venusio 1997: due bicchieri sulla guida Gambero Rosso-Slow Food, 18 mesi di barrique e 6 di bottiglia. Grande rosso, grande Aglianico del Vulture, ché di questo oggi parliamo pensando al pane di Padula nel saporito Vallo di Diano dalle tavolate arabe dove sono lucani gli abitanti, i formaggi, i salumi, la cucina, il vino. Oddio, ma quanto ci costerà questo barricato abbastanza fresco, di corpo, speziato, sottobosco, abbastanza morbido e bla bla? Facile rispondere, il peggiore dei Taurasi è venduto quasi al doppio!
La Cantina di Venosa, costruita nel 1957 a Vignali dove passa l’Appia (tel. 0972.36702, www.cantinadivenosa.it), sta affilando le armi e in un solo anno è passata da 250.000 e mezzo milione di bottiglie vendute. Qui, proprio alle porte della Campania, i 470 soci producono su 900 ettari argillosi bruciati dal sole la maggior parte dell’Aglianico del Vulture in circolazione. Le cisterne continuano ancora a partire per blasonate aziende del Nord, ma il presidente Teodoro Palermo (nella foto) sta decisamente svoltando. Per questo ha chiamato Giuliano Stanisci, ex direttore vendite della Biondi Santi, a coordinare la rete commerciale mentre l’enologo Oronzo Calò pensa alla qualità. Così questa corazzata ha preso il largo e si affaccia sul mercato con prodotti di buon impatto a prezzi più che ragionevoli, onesti. C’è la linea base Vignali che non supera i cinque euro tra cui spiccano un simpatico rosato, naturalmente l’Aglianico del Vulture e il rosso Basilicata Igt. Un euro in più è ci troviamo sulle Terre d’Orazio, qui tutto è carpe diem perché siamo nel paese natale del poeta, luogo di grandi traffici dove i romani hanno lasciato un bellissimo anfitetaro, Federico II il solito castello, e poi la chiesa madre, i palazzi e anche il wine bar aperto prima di Natale nell’elegante centro storico. Terre d’Orazio Aglianico del Vulture e Dry Muscat, bicchiere ermafrodito dagli aromi intensi al naso e secco al palato. Infine, vicino al Carato Venusio (a proposito, 10 euro è strapagato), il Madrigale. Rossi di corpo per un podolico stagionato, gnummarieddi arrostiti e per qualsivoglia delle migliaia di ricette di antipasti serviti ogni giorno negli agriturismi del Vallo di Diano.