Cantine Aperte 2009, Chiara Lungarotti: certificare la qualità


di Francesco Aiello

Parla la presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino

«Nel giro di due anni riusciremo ad attribuire la certificazione del Movimento a tutte le cantine associate per garantire la qualità dei servizi di ospitalità». Insomma, alla soglia della maggiore età, quella di quest’anno è l’edizione numero diciassette, per Chiara Lungarotti, presidente nazionale del Movimento turismo del vino, l’evento Cantine Aperte punta ad elevare e rendere omogeneo sul territorio nazionale l’offerta di accoglienza per gli eno-turisti.
In cosa consiste la certificazione rilasciata del Movimento alle cantine associate?
«Il nostro obiettivo è quello di accrescere sempre di più la capacità ricettiva delle strutture aderenti e con essa anche lo standard dell’ospitalità riservata ai turisti del vino. In particolare per il rilascio di questa sorta di attestazione di qualità saranno presi in considerazione parametri relativi ai servizi di accoglienza, alla attrezzature per la degustazione ed alle indicazioni».
Quali saranno le iniziative dell’edizione di quest’anno di Cantine Aperte?
«Sulla scorta dell’attenzione che da sempre il Movimento attribuisce all’aspetto “verde” del mondo enologico in alcune regioni abbiamo avviato il progetto Tappo a chi? in collaborazione con il Consorzio Rilegno. Con lo slogan Non dire tappo se non l’hai nel sacco, MTV e Rilegno promuovono il recupero e il riciclo dei tappi di sughero delle bottiglie. Per rendere ancora più facile la visita ai luoghi del vino, inoltre, il Movimento in collaborazione con la Michelin sta lavorando alla realizzazione della nuova guida Itinerari tra i Vigneti – Viaggio tra le cantine d’Italia, Canton Ticino e Istria, ideale per organizzare al meglio il viaggio ed il soggiorno, scegliere le cantine e trovarne la strada».
Quali gli obiettivi in questa fase di crisi?
«Mai come in questi momenti c’è bisogno di avvicinare gli appassionati ed i curiosi ai luoghi di produzione del vino per trasmettere quel patrimonio di naturalezza, di tradizione ed in definitiva di cultura che caratterizza la produzione enologica del nostro Paese. In questo contesto i turisti devono avere la possibilità di vedere e comprendere da vicino sia le cantine sia le tecniche utilizzate nell’ambito del processo di produzione del vino».

Il Mattino, inserto speciale su Cantine Aperte