Cappellaccio Aglianico Riserva Castel del Monte Doc 2008 | Voto 88/100


Cappellaccio Aglianico Riserva Castel del Monte Doc 2008 Rivera

Cappellaccio Aglianico Riserva Castel del Monte Doc 2008 Rivera

Azienda Vinicola Rivera
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: 9,50 in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 26/30 – Palato 27/30 – Non omologazione 30/35

Nella cultura gastronomica italiana ci sono molteplici ed affidabili certezze (una per tutta la pizza napoletana) che tutto il mondo ci invidia, così come nella viticoltura, contrassegnata da una vasta gamma ampelografica più numerosa di ogni altra nazione, esistono vitigni antichi che caratterizzano tutto un territorio. Un esempio lampante è costituito dall’aglianico che col tempo è diventato la specie varietale autoctona a bacca rossa più diffusa di tutto il Meridione d’Italia. Anche se nell’immaginario collettivo quando si parla di aglianico viene subito in mente la Campania, ed in modo particolare l’Irpinia, recentemente anche la Puglia centro-settentrionale sta sfoderando ottime e premiate etichette.

In questi giorni ho provato il Cappellaccio Aglianico Riserva Castel del Monte Doc 2008 dell’azienda Rivera di Andria. Questa etichetta è stata insignita del prestigioso premio di miglior vino dell’anno 2015 “Castel del Monte” da parte de “I Vini d’Italia Guide de l’Espresso”.

Controetichetta Cappellaccio Aglianico Riserva Casrel del Monte Doc 2008 Rivera

Controetichetta Cappellaccio Aglianico Riserva Casrel del Monte Doc 2008 Rivera

Il Cappellaccio, che prende il suo nome dalla crosta calcarea che si trova a 30-40 centimetri di profondità nei terreni tufacei della zona Doc di Castel del Monte e che è necessario rompere per poter piantare le viti, invecchia per un anno parte in legno piccolo e parte in quello grande e poi affina in vetro per un altro anno. La gradazione alcolica arriva a tredici e mezzo.

Nel bicchiere il colore si è assestato sul rosso granato, con riflessi luminosi sull’unghia. Bouquet intenso e complesso che stuzzica le narici con odorose sensazioni di frutta rossa del sottobosco e/o di prugna e di amarena. Un tripudio di sentori floreali, speziati, tostati e di goudron completa ed articola la gittata aromatica. L’impatto del vino sulla lingua è relativamente caldo, ma anche fresco e morbido con stuzzicanti tannini già elaborati e dolcemente levigati. Il sorso è croccante, morbido, elegante, corposo, dinamico, nitido, equilibrato, armonico ed etereo, intriso poi di un timbro terroso e sapido. Retrogusto intrigante e persistente. Siamo in presenza di un aglianico di elevata caratura, dal prezzo sbalorditivo e da abbinare a paste al sugo, carne arrosto e formaggi stagionati. Prosit!

Questa scheda è di Enrico Malgi

Sede ad Andria (Bat) – Contrada Rivera S.P. 231
Tel. 0883 569510 – Fax 0883 569575 – [email protected] – www.rivera.it
Enologo: Leonardo Palumbo
Ettari vitati di proprietà: 75 – Bottiglie prodotte: 1.200.000
Vitigni: nero di Troia, montepulciano, bombino bianco e nero, primitivo, negroamaro, aglianico, pampanuto, fiano, moscato reale, chardonnay e sauvignon blanc

2 Commenti

  1. Beh oltre la Campania per l’Aglianico direi che la zona di elezione e’ la Basilicata e nello specifico il Vulture…..poi se vogliamo il Molise………ben venga comunque la Puglia!

  2. Infatti, sig. Denny, proprio in questo servizio ho tenuto a precisare che l’aglianico è diventato il vitigno a bacca rossa più diffuso di tutto il Meridione, comprese la Sicilia e la Sardegna, di cui ho assaggiato ottime etichette. Se poi volessimo stilare una graduatoria di merito allora potremmo dire nell’ordine: Irpinia, Vulture, Sannio, Casertano, Cilento, Molise, Daunia, Vesuviano, Costa d’Amalfi, Colli Picentini, Alburni, ecc. e mi fermo qui. Buona Pasqua.

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