Català 2007 vino da tavola


SORRENTINO

Uva: catalanesca
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Ci sono uve a cui il territorio è legato in maniera viscerale, quasi irrazionale, come il dolcetto in Langa o la falanghina nei Campi Flegrei. Sarà una combinazione ma quasi sempre si tratta di vini facili e beverini, ben distanti da quelli considerati al top e si capisce il motivo: sono i bicchieri della festa e della convivialità, capaci cioé di coinvolgere davvero tutti e di interpretare sino in fondo il genius loci di questa bevanda magica così come è sempre stata vissuta nel Mediterraneo, un supporto quotidiano al cibo e allo stare insieme. Una di queste è la catalanesca di cui tutti i vesuviani sono molto fieri perché effettivamente, soprattutto nella zona di Somma, cioé sul versante nord  del Vulcano addormentato, era coltivata in abbondanza e vinificata alla buona dai contadini in modo diffuso sino a qualche tempo fa. Negli ultimi tre anni la sua riscoperta, il vitigno pare sia stato portata dagli spagnoli durante il Viceregno, ha coinvolto molte aziende con grande gioia dei consumatori locali le cui aspettative sono state create dalla infaticabile azione di Slow Food, dell’Ais del Vesuvio diretta da Aliberti e dai diversi circoli attivi nella promozione di sagre e feste, ma soprattutto dalla Facoltà di Agraria di Portici che ha condotto i primi studi e attivato le procedure per rendere legale la sua vinificazione in quanto rientrava nella categoria delle uve da tavola. In questo Solstizio di estate, uno dei miei giorni dell’anno preferiti sul piano psicologico, vi propongo allora questo bianco di alleggerimento che ha avuto tre stelle nel corso della degustazione coperta ai Vini Buoni d’Italia di Paestum. Questa di Sorrentino, oltre un secolo di viticoltura in famiglia, svetta in termini assoluti nelle degustazioni grazie alla sua piacevolezza, alla fragranza del frutto succoso, c’è la capacità, tipica di questa cantina in cui lavora Marco Stefanini, di interpretare i bianchi, ma anche i rosati e i passiti, con molta eleganza e piacevolezza attraverso processi di lavorazione dai quali emerge comunque con molta chiarezza sia il floreale che il fruttato, in genere due componenti penalizzate sul Vesuvio dove è sempre preponderante la mineralità. C’è dunque naso intenso e quasi dolce, in bocca una freschezza sicuramente contenuta ma sufficiente a supportare la beva in questo periodo in cui il vino va consumato in allegria. Ma al di là di queste considerazioni inutili, il fatto è che ci troviamo di fronte ad un bicchiere capace di circondare di affetto chi lo beve, una sorta di pausa dai problemi del quotidiano, molto adatto come aperitivo o durante l’arte difficile e bellisisma dell’intrattieni, magari anche su una fritturina all’italiana con crochette e arancini.

Sede a Boscotrecase. Tel e fax 081.8584963. [email protected] www.aziendavinicolasorrentino. Enologo: Marco Stefanini. Ettari: 12 di proprietà. Bottiglie prodotte: 180.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, coda di volpe, falanghina, catalanesca.