Ceppaloni (Sannio) – Ristorante la Rete di Vincenzo Mignone


Tartufo bianco sannita (fotto Associazione tartufai)

Tartufo bianco sannita (fotto Associazione tartufai)

Contrada Masseriola 11/13
Tel. 0824.46574 –
www.ristorantelarete.com
[email protected]
Aperto: sempre
Chiuso: martedì

di Pasquale Carlo

Il Sannio terra di tartufi. Tartufo bianco. Questo saporito mondo sotterraneo comincia ad emergere con forza, tanto è vero che il prossimo week-end vedrà consumarsi nella attrezzatissima area museale del Musa la Mostra mercato del tartufo bianco e dei prodotti tipici, che tra i vari enti ed associazioni coinvolti nell’organizzazione annovera anche l’Associazione tartufai sanniti.

Tra i locali sanniti pioneristici nel proporre questo straordinario prodotto a tavola spicca il ristorante ‘La Rete’ di Ceppaloni. Richiamati dall’evento di prossima programmazione e guidati all’inconfondibile profumo del tartufo ci ritroviamo un giovedì uggioso seduti ad un tavolo di questo locale situato a meno di dieci chilometri dal capoluogo. Ad accoglierci l’anima del locale, Vincenzo Mignone che negli ultimi tempi ha lasciato molto spazio al figlio Dionisio.

Vincenzo Mignone

Vincenzo Mignone

Il figlio Dionisio

Il figlio Dionisio

Coinvolgente la passione di entrambi quando raccontano la storia di questo locale nato quasi per caso nel lontano 1978. Il primo periodo è segnato da una cucina di mare, con il pesce che arrivava quotidianamente dall’Adriatico, il mare dei Sanniti. Poi la decisione di puntare tutto sul territorio e sui piatti della tradizione. Segno di una coscienza che si fa forte e che inizia ad avere contezza delle incredibili potenzialità di questo territorio.

Il tartufo è soltanto il capitolo più eccelso, ma bisogna citare le carni, i salumi, i formaggi, l’ottimo olio extravergine di oliva, il buon pane cotto nei forni a legna. La dimostrazione è davanti ai nostri occhi e… sotto il nostro palato. Si parte con un semplice quanto piacevolissimo brindisi con lo spumante Nudo Eroico (falanghina) di Libero Rillo ad accompagnare le foglioline di salvia indorate e fritte. Poi i salumi: soppressata, pancetta e salsiccia (al ribes, cotta alla fiamma e stagionata). Il tutto accompagnato da ottimo pane condito con saporito extravergine appena fuoriuscito da uno dei frantoi della zona

La salvia

La salvia

Nudo Eroico

Nudo Eroico

La salsiccia cotta alla fiamma

La salsiccia cotta alla fiamma

Pancetta e salsiccia

Pancetta e salsiccia

La soppressata

La soppressata

Pane e olio

Pane e olio

E’ arrivato poi il momento del tartufo, degustato sia con l’uovo strapazzato che con la classica tagliatella.

Tartufo versione 1

Tartufo versione 1

Tartufo versione 2

Tartufo versione 2

Due piatti che già valevano il viaggio anche se la cosa che ha fatto letteralmente impazzire è stato il ragù di cinghiale assaporato su morbidissimi cicatielli preparati a mano.

Cicatielli con ragù di cinghiale

Cicatielli con ragù di cinghiale

Ovviamente è stato impossibile degustare il secondo, anche se più volti tentati sulla proposta del fianchetto di agnello ripieno al forno ed alla brace. Sarà per la prossima volta.

Azzeccata la scelta del dolce, con la degustazione del soffice impasto di ricotta dolce con aromi di agrumi e Strega su pasta fillo ed il delizioso tiramisù di fichi.

Le proposte in carta. Per gli antipasti si spazia dai salumi al carpaccio affumicato di manzo alle erbe oppure petto d’anatra affumicato con radicchio e salsetta balsamica. Tra i primi, oltre ai due piatti degustati anche gli gnocchi giganti “rosa” ripieni di ricotta e saltati al formaggio e fusilli con porcini, cardarelle, salsiccia e parmigiano. Lunga la lista dei secondi, con reale di manzo con pomodorini infornati, la salsiccia del brigante ed involtino di cotenna al ragù, entrecote di vitellone bianco e scottona. Buona selezione di formaggi, mentre nella lista dei dolci anche la pasticceria secca con i “brutti ma buoni” ed i quaresimali.

Il dolce

Il dolce

Altro notevole punto di forza è la vasta scelta di vini, con tutta la Campania ben rappresentata e con ottime proposte di altre terre italiche. E soprattutto con una bella cantina da visitare. Basta chiederlo all’orgoglioso Vincenzo. Conto sui 45 euro.

In carta la possibilità di un menù interamente dedicato al tartufo bianco, che propone, oltre all’uovo strapazzato al tartufo bianco e le tagliatelline al parmigiano, burro e  tartufo bianco, il filettino al burro e tartufo bianco e lattuga con tartufo bianco e salsa balsamica (40 euro).

5 Commenti

  1. pasquale avervo la reste in standby da agosto. chiuso. ma io ero qua. voglia di provare

  2. Ho letto le recensioni su questo ristorante ed essendo amante appassionata del tartufo bianco,per evitarmi una scarpinetta fino a San Miniato – paesino in Provincia di Pisa , grazie al quale ogni anno per il mio compleanno mi concedo un’ immensa scopracciata di tartufo bianco( che poi in pompa magna porto anche a casa…), ho proposto a mio marito di andare al ristorante La Rete. Ho telefonato sabato 19 per prenotare per domenica 20. Ovviamente mi sono assicurata che ci fosse stato il tartufo. Abbiamo pranzato ieri in 4. Locale carino, proprietari e staff molto gradevoli ed alla mano. Questo è stato il ns pranzo. Gli antipasti – salsiccia al ribes + bruschetta con lardo sciolto +vellutata di zucca+ uova con tartufo bianco. Per i primi , ognuno di noi ha preso un primo diverso per assaporare gusti diversi. Io ovviamente Tagliattelline al parmigiano , burro e tartufo bianco.Ero andata lì per questo!!! Per i secondi, 2 fianchetti d’agnello +2 cosciotti di maiale al forno con le castagne. Dolci, castagne e grappa.
    Non parlo delle pietanze che io non ho scelto-ma di cui ho assaggiato un boccone- voglio invece parlare della delusione legata al mitico bianco tartufo! E’ stata la prima volta che mi è stato servito un uovo con una qtà così miserrima di tartufo -2 piccolissime e sottilissime fettine- large quanto la punta di un dito indice!!!!!!!!!! si poteva quindi solo intuire il profumo ed il sapore dl tartufo! E voglio parlare anche delle tagliatelle. Ancora una volta scarsa qtà di tartufo -componente fondamentale di quel piatto-, ma quello che + mi ha coplito è stato questo piatto che è arrivato appena tiepido a tavola (come quasi tutte le portate), nel quale alcune tagliatelle si erano attaccate durante la cottura ed il parmigiano si era attaccato tutto al fondo del piatto stesso. Nel complesso piuttosto deludente, in particolare xchè avevo riposto molte aspettative viste anche le recensioni sulle varie guide. alla fine, abbiamo pagato il ns conto (salato), abbiamo ringraziato e siamo andati via, di nuovo verso casa, Salerno.

    In sintesi ecco le mie considerazioni: sono sempre + convinta che qui i ristoratori siano ancora molto lontani dal preparare con competenza delle pietanze apparentemente semplici ma che richiedono una conoscenza del prodotto e le modalità del suo utilizzo. San Miniato resta -purtroppo- per mio marito e me , il posto + vicino dove GUSTARE il tartufo bianco in quantità+qualità+prezzo , il tutto assolutamente dosato in maniera armoniosa. Un consiglio quindi a Dionisio e a suo padre: se vi richiedono una pruzzata + abbondate di tartufo, non annuite prima e poi lo lesinate. E per le tagliatelle, preparate un pò di burro al tartufo (immagino che saprete come si fa) ed anzichè utilizzare quello banale nella vs ricetta, aggiungetelo al piatto, che forse finalmente acquisterà il sapore di tartufo …

    CDT

    GG

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