Coda di Volpe 2007 Irpinia doc


A CASA

Uva: coda di volpe
Fascia di prezzo: da definire
Fermentazione e maturazione: acciaio

Vernissage d’altri tempi all’anteprima dell’anteprima a via delle Filande per la presentazione della nuova azienda che vede impegnato Enzo Ercolino con Tommaso Iavarone, ex presidente dell’Unione Industriale di Napoli, Claudio Velardi, Antonio Napoli e Paolo Vasquez. Le cronache scriverebbero dei grandi personaggi invitati e che non hanno voluto mancare all’appuntamento organizzato in maniera informale, io invece vi parlo di un incontro convincente molto importante che mi spinge a fare questa scheda ante litteram: quello con la Coda di Volpe 2007. Si, avete capito bene, perché dell’Aglianico, del Fiano e del Greco avremo modo di parlare quando finiranno in bottiglia e dopo un po’ di evoluzione anche se l’assaggio da vasca ha dato buoni risultati per tutte le tipologie. Ma aver trovato la Coda di Volpe me la dice lunga sulla capacità di Ercolino di vedere dove nessuno guarda, il bianco snobbato da tutti, spesso neanche presentato in degustazione, prodotto in piccole partite clandestine e venduto la metà delle due docg. Eppure, invece, forse è proprio da questa uva operaia che bisogna partire per ricostruire la piramide vitivinicola irpina e ho trovato molto giusta la decisione di produrla e proporla in purezza, quasi un ritrovare le radici semplici di un impegno convinto sul territorio che è il leit motiv della nuova cantina. In questo caso è una vinificazione classica ed efficace, molto buona: andava bene sul pancotto con i broccoli di Berardino Lombardi e su molti suoi salumi, bene sulla frittura di paranza di Pasquale del Convento di Cetara, bene, infine sulla zuppa di fagioli e sugli spettacolari ziti spezzati di Vicidomini al dolce pomodoro San Marzano di Raffaele Vitale di Casa del Nonno 13. Buona freschezza, struttura, intensità e persistenza le caratteristiche di un’annata che si annuncia buona anche per i bianchi irpini oltre che ottima per i rossi. La ristruttuazione realizzata a tempo di record ha reso più funzionale il fabbricato a pianta quadrata, un luogo storico sia della industria delle filande voluta dai Caracciolo primi proprietari della tenuta, sia del vino irpino perché qui ha lavorato la famiglia Mastroberardino per alcuni anni e, ultimamente, Dedicato a Marianna. Il design, semplice ed efficace, è curato da Massimo Vignelli. E allora, amici amanti della Coda o del Coda che dir si voglia, prenotatela en primeur, bevetela pure subito, perchè davvero è il primo sorso di una realtà aziendale che farà sicuramente parlare del territorio, l’ultima nata di una provincia che ormai registra 138 vinificatori regolarmente registrati alla Camera di Commercio.

Sede ad Avellino via Filande, 6. Tel. 0825.626406. www.cantineacasa.it [email protected] Enologi: Oto Grasso e Maurizio Polo. Ettari: 50 di proprietà. Vitigni: coda di volpe, fiano di Avellino, Greco di Tufo, aglianico