Coda di Volpe 2010 Taburno doc Il Poggio | Voto 87/100


Taburno Coda di volpe 2010 de Il Poggio

IL POGGIO

Uva: Coda di volpe
Fascia di prezzo:  da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Vista 5/5.  Naso 25/30. Palato 25/30.  Non omologazione 32/35

Quando parliamo dell’azienda condotta dai fratelli Carmine e Marco Fusco diventa sempre più difficile provarla a caratterizzarla come realtà a maggiore vocazione per i vini rossi oppure per i bianchi. Diciamo subito che fino a qualche anno addietro de ‘Il Poggio’ avevamo sempre preferito per qualche punto in più le varie versioni da uve aglianico, oggi prodotto  dalla tipologia rosato a quella riserva (in questo momento appare in buona forma l’annata 2003), passando per la grande tipicità offerta dalla versione base (in commercio c’è l’annata 2007) e per la veste leggermente più morbida offerta dall’etichetta Mirabilis (Beneventano Igt, sempre annata 2007).

Con le ultime annate appare sempre più evidente il grande percorso migliorativo compiuto anche sul versante dei bianchi. Oggi, alla già decantata falanghina, in versione base ed in quella vendemmia tardiva, Carmine e Marco hanno unito un’etichetta fiano, ben riuscita nell’annata 2010. Ma quello che ci piace rimarcare è il grado di piacevolezza che offre la ‘Taburno – Coda di volpe 2010’, provata l’altro giorno sul lardo ed il prosciutto di maiale nero, prodotti da Mastrofrancesco, in quel di Morcone. Abbinamento felice. Brillante alla vista, di un bel giallo paglierino. Ben marcato anche l’impianto olfattivo, di bella pulizia ed evidenti note di frutta esotica. Piacevolissima e fresca in bocca, di buona struttura, rotonda e soprattutto con un notevole allungo sapido che ci fa tornare alla mente un’altra etichetta coda di volpe ben riuscita nel 2010, quella dell’avellinese Pasqualino Di Prisco. Ad aumentare il grande pregio di questo vino è senza dubbio il rapporto qualità/prezzo, un aspetto mai perso di vista da questa azienda torrecusana fin dal suo avvio, datato 1999. Del resto, se in poco più di un decennio i dati, anche dal punto di vista numerico, si presentano sempre in crescita deve pur esserci un valido motivo. Questa coda di volpe si segnala, dunque, per una buona scorta, da spendere non solo sugli antipasti ma anche su qualche leggero primo piatto estivo e sulle buone frittate della cucina contadina.

Questa scheda è di Pasquale Carlo

Sede a Torrecuso. Via Defenze, 4 – Tel. e fax: 0824.874068 – www.ilpoggiovini.it [email protected] – Ettari: 11 di proprietà – Bottiglie prodotte: 150.000 – Enologo: Alessandro Mancini – Vitigni: aglianico, falanghina, coda di volpe, fiano