Cometa 2005 Sicilia igt


PLANETA
Uva: Fiano
Fascia di prezzo: dai 10 ai 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

La Sicilia è senza dubbio una delle regioni del vino italiano che più ha saputo raccogliere dall’onda lunga del vertiginoso sviluppo del mercato internazionale “easy to drink” arrivato prepotentemente anche qui da circa 20 anni. Se infatti si va ad analizzare profondamente quello che per molto tempo è stato il “fenomeno Sicilia” ci si rende conto che qui è stato fatto in un lasso di tempo relativamente breve ciò che in molte regioni d’Italia in materia di vino si fa a fatica a fare da oltre cinquant’anni, su tutto, la promozione integrata del territorio.
A dirla tutta non sono mancati errori, spesso dettati proprio dall’ambizione di taluni di voler cavalcare questo mercato a tutti i costi, tirando fuori dalle proprie cantine alla stessa stregua di una fabbrica di pezze, il vestito buono su misura per ogni occasione e prezzo rincorrendo spesso una banalizzazione superata la quale non ha lasciato segni tangibili se non l’assoluta incapacità di sapersi poi rivendere, al cospetto di un rifiuto sintomatico di un consumatore più desto e particolarmente voglioso di emozioni vere, di vini reali e non costruiti a tavolino esclusivamente per il sommo piacere del “Parker” di turno.
A dispetto di tutto ciò sono passati sull’Isola agronomi e vivaisti di fama mondiale, manager e direttori marketing di multinazionali possenti, enologi fenomenali che hanno saputo rivitalizzare un comparto economico di tradizioni antiche ma sino ad allora immobile e relegato al provincialismo vitivinicolo italiano. Di qui il colpo che ha sbaragliato tutti, l’ascesa, la crescita costante, esponenziale delle aziende storiche (poche) e nuove (tantissime) siciliane che hanno saputo accodarsi ed attendere il loro turno sino a divenire esse stesse riferimenti indiscussi della viticoltura isolana tanto da rilevarne il testimone e renderlo più forte, maggiormente identitario e fortemente proteso al futuro che vede la Sicilia senz’altro ancora più protagonista della scena enologica internazionale.
Planeta nasce nel 1985, oggi è un piccolo colosso da oltre due milioni di bottiglie l’anno, composto da 5 tenute distinte che operano in diverse aree vocatissime della Sicilia, da Sambuca e Menfi in provincia di Agrigento a Vittoria nel ragusano, da Noto in provincia di Siracusa sino alle pendici dell’Etna con la recente acquisizione della tenuta Sciara Nuova a Castiglione di Sicilia in provincia di Catania. La Sicilia deve molto alla famiglia Planeta, che in poco più di vent’anni è divenuta con i suoi vini una delle sue più prestigiose ambasciatrici nel mondo, vini tra i quali non si possono non citare il Burdese (cabernet sauvignon e franc), lo Chardonnay ed il Nero d’Avola Santa Cecilia, riconosciuti come rari esempi di autenticità interpretativa: i primi due, tra i pochi, pochissimi risultati eccellenti dell’impianto di varietà alloctone in Trinacria e l’altro sicuramente tra le migliori espressioni in purezza dell’autoctono isolano per antonomasia. E poi c’è il Cometa, da uve fiano in purezza, allevate nelle tenute di Menfi e Sambuca, sul quale Alessio ha messo in gioco tutto il suo talento enologico e sul quale anche il più campanilista dei bevitori che vuole questo nobile vitigno esclusiva espressione irpina non può non gettare un’occhio benevolo su di un vino capace di stupire e di conquistare, di dividere e soggiogare: un vino capace di proporsi con animo profondo e sincero anche al cospetto del palato più esigente. L’ho bevo costantemente dal 2003, annata particolare e difficile, eppure entusiasmante per questo vino, come il 2004, il 2006 ed il 2007, sempre sugli scudi. Il Cometa 2005 è quello su cui avevo creduto particolarmente, il millesimo che più mi aveva impressionato sin dal primo assaggio, durante il mio ultimo Vinitaly di tre anni fa, tanto da invitarmi a conservarne alcune bottiglie da bere negli anni a venire. Così è stato.
Di colore giallo oro cristallino, quasi splendente come solo il sole di Sicilia sa essere, di ottima consistenza. Il primo naso è una gioia di sentori e sensazioni olfattive, frutti esotici, combava, papaya, mango, note di agrumi canditi di chinotto e mandarino, fiori passiti, camomilla, e poi ancora note speziate, su tutte zenzero. Un vino davvero avvolgente, ricco, persuasivo che conferma sino a qui i bellissimi ricordi delle precedenti bevute. In bocca è secco, caldo, tendenzialmente morbido, la spiccata freschezza che ne delineava un profilo gustativo a me particolarmente affascinante si è dissolta, probabilmente una manchevolezza, proprio al palato un pizzico emozionale maggiore ne avrebbe fatto un piccolo capolavoro enologico, ma rimane pur sempre una grande interpretazione di un Fiano, work in progress, da non perdere mai di vista.
E’ certamente un bianco estremamente complesso, da accostare a piatti importanti e non esclusivamente di mare, anzi quasi a voler tracciare un antitesi dell’abbinamento cibo-vino io l’ho bevuto accompagnandolo alla minestra maritata, e mi è piaciuto parecchio, ma lo vedrei bene anche su carpacci di carne e su salumi particolarmente stagionati come la bresaola.
Questa scheda è di Angelo Di Costanzo

Sede a Menfi, s.s. Contrada Dispensa, 92013 – (AG)
Tel. 092.580009, fax 092.580072
Sito: http://www.planeta.it
Enologo: Alessio Planeta
Bottiglie: 2.200.000
Vitigni: Grecanico, Moscato Bianco, Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascalese, Carricante, Fiano, Chardonnay, Viognier, Riesling, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc