Concorso Italia a Tavola, Alberto Lupini replica a Ilario Vinciguerra


Alberto Lupini

Dopo la mail di Ilario Vinciguerra che contesta le modalità del concorso di Italia a Tavola, riceviamo sotto forma di commento la replica di Alberto Lupini al quale ci sembra scontato dare la stessa visibilità. Il mio augurio è che questa querelle possa risolversi con un bel brindisi, porto io la bottiglia:-)

di Alberto Lupini

Caro Luciano,
sono costretto a chiederti ospitalità perché l’amico Ilario Vinciguerra ha scelto il tuo blog a Napoli per palesare la sua irritazione, invece che rivolgersi a Italia a Tavola, come logica e regole di comunicazione corrette avrebbero consigliato. Forse il grande stratega (come si è autodefinito) ha preferito la tua ala protettiva e la vicinanza di quegli amici potenti (i produttori di lingerie in testa) che tanto hanno contribuito al suo ragguardevole bottino elettorale in una competizione di cui contesta solo ora il risultato … e solo perché non ha vinto.

Forse dimenticando che, nonostante il suo cognome, non si trattava di uno scontro bellico, ma di un gioco per creare amicizia e interesse verso i protagonisti del comparto. E nessuno si giocava l’onorabilità, tanto che solo le sue incaute dichiarazioni rischiano ora di metterlo un po’ in ridicolo.
Non c’era fra l’altro nulla di materiale da vincere nel nostro sondaggio, se non un titolo che impegna a contribuire all’unità e alla rappresentatività del nostro settore. E su queste basi è bello che Vinciguerra ci tenesse così tanto a vincere per essere il campione di Italia a Tavola. Un’ambizione per la quale gli posso forse perdonare parole avventate, peraltro tipiche del suo spirito sanguigno ed un po’ ostico e magari poco avezzo ai confronti stile De Coubertin. Spero solo che Ilario si renda conto di essere stato mal consigliato e ancor peggio “aiutato” durante il sondaggio e che venga a Firenze dove consegneremo i premi, così che ci si possa stringere la mano. Oldani l’anno scorso arrivò terzo e fu regolarmente presente.
Ma veniamo al punto. Non c’è stato alcun dolo nei confronti di Ilario Vinciguerra, né di altri candidati. Al contrario abbiamo subito tanti tentativi di condizionare il gioco e, grazie all’impegno dei nostri tecnici, abbiamo sventato la maggior parte dei casi di infrazione informatica. Come in tutte le votazioni online o telefoniche (il festival di Sanremo docet) è fisiologico che ci siano piccole falle, ma ogni volte le abbiamo turate, arrivando al punto di individuare possibili voti tarocchi, sterilizzandoli uno a uno e togliendoli dal gioco durante tutto il sondaggio. La situazione più grave si era presentata attorno a Capodanno quando un attacco di hacker cinesi aveva generato in poche ore 25mila voti fasulli, che prontamente abbiamo eliminato, dandone comunicazione pubblica a tutti (vedi http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=28550). E nessun candidato si è lamentato che gli avessimo magari tolto migliaia di preferenze spuntate in una notte.
Ma a Ilario Vinciguerra non interessa nulla di tutto questo. Lui ci contesta solo perchè non ha vinto e afferma che a un quarto d’ora dalla conclusione del sondaggio gli sarebbero stati tolti dei voti. Ed in effetti è vero, ma non è vero come lo racconta Ilario, che pure sa bene cosa è successo: si tratta di una minima parte di quei voti che lui sostiene di avere sollecitato ad amici nelle ultime ore. Voti che purtroppo erano tarocchi e il sistema di sicurezza in automatico li ha stornati. Parliamo di “ben” 12 voti. Non che non ce ne potessero essere altri … ma questi erano senza alcun dubbio generati da sistemi automatici molto sofisticati (altro che amici) che, nella fretta di recuperare il piccolissimo distacco di Davide Oldani, hanno letteralmente dato i numeri. Ogni combinazione statistica è possibile, ma che a distanza di pochi secondi arrivino conferme del voto con mail del tipo [email protected], [email protected], [email protected], sfida ogni logica di buon senso e il nostro sistema le ha cancellate in automatico, incurante che avessero preferenze per Ilario Vinciguerra o altro candidato. Fossero almeno state con un dominio tipo “@yamamay.es” (a proposito, tutti i dipendenti del gruppo di abbigliamento campano devono avere votato per il cuoco di casa) il sistema le avrebbe magari passate … Questo sarebbe il nostro imbroglio, avvenuto fra l’altro mentre ero al cellulare con lo stesso Ilario o impegnato con lui in scambi di sms in cui mi “spiegava” perché sarebbe stato giusto e mio interesse che lui vincesse … E di questo piccolissimo incidente avevamo fatto cenno anche nell’articolo sui risultati del sondaggio. Questo sempre in ossequio della trasparenza.
Ora il grande cuoco, ma piccolo stratega, ci accusa di non averlo fatto vincere: ma se anche ciò fosse vero (deve però spiegarmi quale era il nostro interesse…) non sarebbe stato più semplice dare dei voti in più a Oldani invece che toglierli a lui in diretta mentre eravamo al telefono? Suvvia, non avrò studiato all’accademia militare, ma non credo di essere proprio uno stupido … e a Risiko mi è sempre piaciuto giocare.
Per finire ricordo che Ilario Vinciguerra ha comunque “vinto” molti record nel nostro sondaggio:
• a differenza di tutti gli altri 107candidati le sue preferenze sono giunte per oltre il 90% come voto unico, senza alcun abbinamento con altri;
• i suoi votanti seguivano dei ritmi militari e si concentravano come su comando in alcune ore della giornata con punte a volte di più di un voto al minuto;
• rispetto ai voti ricevuti è il candidato con il più basso tasso di sostegno pubblico nei commenti.
Detto ciò io mi limito ora a ribadire che il sistema gli ha sterilizzato 12 preferenze assolutamente tarocche con cui qualche amico cercava di dargli un “aiutino”. Glielo avevo spiegato dopo che i tecnici mi avevano mostrato i log. Ci avremmo guadagnato entrambi ad accettare il verdetto dei lettori veri. Per quanto mi riguarda non potevo però passare sotto silenzio una contestazione ingiustificata e l’accusa ridicola di averlo voluto danneggiare.

13 Commenti

    1. Ci sarebbe da dire che in tutta ‘sta manfrina l’unica cosa che manca è il parlare di cucina… Meno male che Oldani non si mette in mezzo, altrimenti giuro che cancello la prenotazione.

  1. Non voglio entrare nel merito, né alimentare un’ulteriore e sterile polemica, non è proprio mio costume. E neanche voglio esercitare il ruolo di “avvocato difensore”, non ce n’è assoluto bisogno nella fattispecie. Ma poiché conosco molto bene Ilario, dico solo che lui, a parte la sua innegabile bravura, è un puro, un istintivo, senza un’adeguata forma diplomatica, diciamo un “bonaccione” in senso positivo, con un carattere, per dirla alla Luca Cupiello, che è un “micciariello”. E, quindi, quando si accende, si comporta di conseguenza, senza riflettere sulle sue prese di posizione, che gli hanno alienato alcune simpatie. Mettiamoci pure che alcune persone non propriamente imparziali ci “marciano” o, come si dice dalle mie parti, “ci azzuppano il pane” ed abbiamo il quadro completo della situazione. Detto questo, sono d’accordo con Luciano: finiamola qui e, insieme al sig. Alberto Lupini e magari al vincitore del concorso in questione, ritroviamoci tutti insieme nelllo splendido locale di Gallarate per una completa rappacificazione. Il vino, però, lo mette a disposizione Ilario che ha una cantina molto ben fornita e con una leggiadra moglie perfetta sommelier…

  2. Un Paese serio e’ un Paese dove una persona che fa una cazzata, succede a tutti, se vuole si scusa, senza se e senza ma. Altrimenti resta un quaquaraqua, nonostante i difensori d’ufficio che concionano di obiettivita’. Proprio loro!

  3. Mi sà tanto che è l’ennesimo imbroglio all’italiana mi sa che il direttore lupini cerca di arrampicarsi sugli specchi ..
    evviva le persone come vinciguerra che hanno il coraggio di evidenziare queste schifezze .
    si vergogniii……………

  4. Cari amici, ora partendo dal presupposto che noi, cuochi, normali, diamo da mangiare alla gente e qualche volta quando ci riusciamo facciamo una operazione alla gola della gente con il gusto dei nostri piatti e non con il bisturi e non abbiamo la competenza di fare un operazione al cuore, non salviamo la vita di nessuno, ecco, forse dobbiamo cominciare a prenderci un po meno sul serio, capisco che ormai molti cuochi hanno mille interessi, e in molti casi non sono più imprenditori, ma per loro fortuna hanno alle spalle aziende che in qualche maniera li proteggono da un punto di vista imprenditoriale, ma forse anche per loro è arrivato il momento di rientrare in cucina e fare quello che sanno fare meglio, cioè cucinare, ci sono tanti esempi di grandi cuochi messi alla porta perchè avevano dimenticato la loro mission principale, ne guadagnerà, l’azienda, il cliente e la Cucina Italiana.

    ps per favore almeno firmatevi con nome e cognome quando scrivete….

    matteo scibilia
    cuoco e ristoratore

  5. ai signori Renato e Ciro rispondo con molta semplicità…. io ci metto la faccia, voi l’anonimato. Potreste essere chiunque e facendo così barate al gioco. Troppo comodo parlare di imbrogli e lanciare accuse senza esporsi.

  6. Chissa’ se ieri Lupini ha sussurrato nelle orecchie di Pignataro tutte le marachelle combinate da Vinciguerra nel caso in oggetto. I due infatti si sono attovagliati insieme ad altri giornalisti a Soave a discutere dei destini del web enogastronomico italiano. Si notano, non essendo stati invitati, le assenze di Minimo Bernardo e Bicie’.

  7. VOTARE, O FAR VOTARE, UN NOME SECCO SIGNIFICA NON AVER COMPRESO LO SPIRITO DEL CONCORSO DI ITALIA A TAVOLA

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