Corrado Parisi: ecco perchè ho lasciato il Mosaico dell’Hotel Manzi


Corrado Parisi e la ex brigata del Mosaico

Corrado Parisi e la ex brigata del Mosaico

Corrado Parisi ci scrive di buon mattino. Lo fa il giorno dopo la notizia bomba della rottura con la proprietà dell’Hotel Manzi.

Buongiorno Sig. Pignataro, posso raccontare cosa veramente è accaduto?
È andata via tutta la brigata compresa quella degli Ulivi. Se il problema fosse stato solo lo chef, non andavano via tutti.
Non ci sono assolutamente le condizioni per riuscire a lavorare al Manzi. I ragazzi sono disposti a raccontare anche loro la versione vera.
Vede fino a un giorno prima abbiamo confermato la cena con Gaetano Trovato e al mattino ero al telefono con Donato Episcopo per l’altro evento. Se volevano cacciarmi tutto ciò non lo confermavano.
Capisco che è difficile comunicare che un altro chef va via dal Mosaico all’improvviso. Non è mia indole agire così, ma sono molto arrabbiato con la famiglia Polito. Se avevano bisogno di un personaggio a cui addossare le colpe del loro fallimento, bastava dirlo. Cito brevemente ancora un accaduto: il giorno dell’apertura non avevamo ancora le tovaglie. Le auguro una buona giornata e spero che mi dia la possibilità di raccontare la verità sul Terme Manzi.

In nessuna separazione non c’è mai colpa da un solo lato, del resto, in ogni unione la volontà di fare un pezzo di strada assieme non è certo unilaterale.

Con Corrado Parisi ci sentiamo al telefono. Il suo tono è teso, ma la sostanza è questa: non gli hanno dato personale sufficiente per gestire i due  ristoranti, ha verificato l’esistenza di problemi con i fornitori, non sono stati dati gli alloggi promessi.

Così il servizio è durato una sola serata, sabato 24 aprile. Domenica la rottura.

A Parisi ho chiesto, se ne ha voglia, di scrivermi la sua versione. E questo vale anche per la proprietà.

 

2 Commenti

  1. Credo che la famiglia Polito non meriti ciò e credo anche che un professionista,se tale è, non scopre il giorno dell’apertura eventuali problemi.
    Seguo con curiosità (svolgendo attività di ristorazione) il percorso fatto dall’ azienda “Hotel Manzi” e il suo punto forte “il Mosaico”.
    Ricordo, ( si diceva in giro) che il mio amico Nino Di Costanzo,prima che L’albergo aprisse ,aveva già stipulato un contratto con la Famiglia Polito. Ciò dava l’opportunità a Nino di fare studi e ricerche di materie prime eccellenti che poi, con il suo genio, le ha trasformate in veri e propri capolavori che abbiamo apprezzato, fino ad arrivare ai grandi risultati raggiunti.
    La cucina é una cosa seria ed è un lavoro molto duro… e proprio per questo bisogna farlo con grande attenzione.
    Oggi un grande ritorno sarebbe auspicabile per tutti noi, ma soprattutto per Di Costanzo e per la Famiglia Polito, perchè il loro è un matrimonio perfetto!

  2. una considerazione un pò ot (me la permettete?): da ragazza avevo velleità di sceneggiatrice e ho tuttora la tendeza a “romanzare” i fatti della vita.
    negli ultimi anni, osservando melgio il mondo della ristorazione e dell’enogatsronomia, mi sono accorta che la tv non ne ha veramente scoperto il potenziale, che non sta tanto in ricette e piatti, quanto nel forte sentimento, nel carattere spiccato degli chef, nella passione dei fornitori, dei sogni delle proprietà. un poco, tutto questo lo ha laciato intravedere il piccolo e bel programma di real time dal pessimo titolo “la chef e la boss”. forse perchè il cibo smuove le parti più sentimentali di ciascuno di noi, nel bene e nel male.
    e comunque, a questo punto, è già una storia degna della prima serata e vorremmo davvero conoscere meglio tutti i personaggi, le loro versioni, ascoltare voci, mangiare piatti, vedere location…insomma, siamo già catturati, nonostante sia vita vera e purtroppo si tratti di opportunità sprecate, soprattutto per la nostra terra.
    buona fortuna a tutti, a chi va, a chi resta, a chi investe, a chi si sente tradito e a chi tradisce: ricominciare non è mai facile.

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