De Falco, vitigno povero nel Lacryma Christi


6 febbraio 2003

No, caro gatto Silvestro, sulla pasta di Gragnano non si può. Viene quasi da seguire l’ultima provocazione del maestro Gualtiero Marchesi secondo il quale, ipse dixit, per gustare davvero i piatti non bisogna mai accompagnarli con il vino. Così in questo circo enogastronomico in cui, tra un riflettore e una passerella, cominciano a spuntare lampi di mortale vuoto mediatico, l’abbinamento acqua cibo ha riempito le pagine dei giornali. E a noi, sempre intristiti dalle tavole senza vino, è venuta in mente adesso, proprio con questa strada del gusto perché il piacere della pasta, come quello della cioccolata, è assoluto. Prova allora di come le regole geometriche insegnate al terzo anno di corso Ais vanno sempre comunque subordinate all’istinto.
Noi sulla pasta appena scolata e ancora senza condimento oggi vi consigliamo un coda di volpe strepitoso, tra i migliori della Campania prodotto non lontano: si tratta di Le Ali dell’Angelo Lacryma Christi voluto da Gabriele De Falco, (nella foto) enologo e titolare dell’omonima azienda in quel di San Sebastiano al Vesuvio (via Figliolia, telefono 081.7713755. Sito www.defalco,it).
Questo vitigno povero fermentato in acciaio e fermentato in barrique diventa un bianco di corpo, complesso al naso, morbido e abbastanza fresco. Quando poi la pasta viene condita con i sughi del Vesuvio allora spesso possiamo ricorrere al Gragnano di Gabriele, più gentile e vivace perché fatto senza l’aglianico bensì da un blend atipico ma interessante di piedirosso e sciascinoso. Da provare su una lasagna tradizionale, un timballo, una siciliana. E giacché Gragnano chiama Lettere, segnaliamo volentieri anche l’azienda Fratelli Nasti (Via San Giovanni, 2. Tel 081.8022164) all’opera proprio a Lettere dal 1860, anno funesto per il Regno delle Due Sicilie, che produce entrambi con il metodo tradizionale della rifermentazione in autoclave. Quattro vini tipici, fuori dai percorsi noiosi e globalizzanti delle guide, possono bastare per una rubrica, ma sicuramente per essere all’altezza del fantastico mondo della pasta di Gragnano non sono sufficienti neanche tutti i vini del mondo.