Dieci Champagne pop, colti e low cost da bere a canna in queste feste


Champagne

di Adele Elisabetta Granieri


Sicuramente qualche calice di per sé rende la conversazione brillante e dissertare di “millesime”, “pas dosè” e “liqueur de tirage” dona un nonsochè di intrigante anche al più insulso degli uomini, manco fosse l’acqua di Lourdes, ma lo champagne ha il potere di incantare e sedurre, richiamando ad una dimensione onirica anche il più razionale dei degustatori. Sarà merito del suo potere evocativo che rimanda all’alchimia dei gesti sapienti degli chefs des caves, alle leggende della bottiglia di Dom Pierre Pérignon o della coppa modellata sui seni di Madame Pompadour? Fatto sta che lo champagne rappresenta l’emblema del lusso per eccellenza, l’opulenza messa in bottiglia. Non è semplice vino: ha ricoperto e tutt’oggi porta con sé innumerevoli significati simbolici, insieme a una ritualità che ha del teatrale. Non c’è inaugurazione, premiazione sportiva, festa comandata o party esclusivo che non preveda l’immancabile “sabrage”. Ma a dispetto di questa fama, le bollicine d’oltralpe possiedono un’anima decisamente più “pop”: archiviate definitivamente le  stappature ad effetto con copioso fiotto di spuma che fa tanto stracafonal, è arrivato il momento di cominciare a considerare lo champagne una gioia da concedersi senza troppe remore, puntando su prodotti dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.
Provate questi, ottimi, al di sotto dei 40 euro.

– Didier Doué “Les Corps” Dosage Zéro
70% Chardonnay e 30% Pinot Noir di Montgueux , essenziale sui toni salini, con rimandi di pietra focaia.

– Philippe Glavier “La Grace d’Alphaël” Brut Grand Cru
100% Chardonnay della Côte de Blancs, si muove con incredibile grazia sulle note della frutta bianca e i fiori, chiudendo con un tocco sapido e speziato.

 – Alexandre Filaine “Cuvée Spécial” Brut
45% Pinot Noir, 35% Chardonnay e 20% Pinot Meunier di Damery, profuma di gesso e cedro, con un tocco ossidativo magistralmente calibrato.

 – Aubry Brut Premier Cru
60% Pinot Meunier, 20% Chardonnay e 20% Pinot Noir di Jouy-lès-Reims, dal garbato tocco floreale e fruttato reso vivace da un’incisiva spinta minerale.

 – Yves Ruffin Extra Brut Premier Cru
80% Chardonnay e 20% Pinot Noir di Avenay Val d’Or, profuma di iodio ed erba fresca e disseta che è un piacere.

 – Benoit Lahaye Brut Essentiel Grand Cru
90% Pinot Noir e 10% Chardonnay di Bouzy, incede con fierezza e con grande personalità sulle note di pietra focaia, rabarbaro e gelso.

 – Francis Boulard “Les Murgiers” Brut Nature
70% Pinot Meunier e 30% Pinot Noir di Cauroy lés Hermonville, rimanda al sottobosco e ai frutti rossi spontanei, ritmato da un’acidità scattante.

 – Daniel Savart “L’Overture” Brut Premier Cru
100% Pinot Noir di Ecueil, travolge con i rimandi di tamarindo, frutta secca e susina ed il sorso cremoso e materico.

 – Fleury “Fleur de l’Europe” Brut Nature
80% Pinot Noir e 20% Chardonnay di Courteron, sa di crosta di pane, mandorla, mela golden e fieno, con un piacevole richiamo lievemente ossidativo ed una vena acida ben calibrata.

– René Geoffroy “Empreinte” Brut Premier Cru
75% Pinot Noir, 20% Chardonnay e 5% Pinot Meunier di Ay, si svela lentamente, succoso e materico, offrendo sentori di fragolina di bosco, rosa canina e humus.