Domaine Pierre Overnoy: il Poulsard


La tecnica per la degustazione alla cieca mi è sconosciuta. Credo però sia naturalmente e ovviamente prioritaria una attenzione e una capacità di concentrazione molto superiore alla media. Oltre a ciò è chiaro che la conoscenza di una zona, di un vitigno, dello stile di un produttore, dell’andamento climatico delle diverse annate e soprattutto il continuo e ripetuto assaggio di un determinato e ristretto numero di vini porterà con il tempo a riuscire finalmente a distinguere al primo approccio nasale la denominazione, l’annata e il produttore.

La zona del Jura con Arbois sullo sfondo

Non mi ritengo molto bravo in questo particolare esercizio di stile virtuoso, ma apprezzo molto quei pochi fenomeni che riescono addirittura a tararsi in gruppo prima di mettere il naso in decine di campioni di pochi centilitri di vino per poi emettere una sentenza comune, come una giuria inappellabile ed infallibile, come il Grand Jury Européen.

Nel mio piccolo credo che la specializzazione sia fondamentale se non hai un naso fenomenale.  Specializzazione e costanza, sempre sul pezzo, mai mollare . Anche WordPress sembrava complicato,  adesso invece quasi quasi gli darei qualche suggerimento a chi l’ha inventato, sei rigido ragazzo, sveglia! E pure Google Analytics secondo me non è molto preciso,  almeno come il mio naso,  pensate , dice che non c’ è  nessuno in Valle d’Aosta che ci guarda sul web, e ha la medesima certezza anche per quanto riguarda Sanremo, come fai a fare le statistiche in Italia ” all’ insaputa” della Sanremo imperiese ?   Sveglia Google, e poi la persistenza di un articolo nella mente di chi legge  lo vuoi inserire o no?  E la frequenza di rimbalzo  per  rifiuto dalle banalità dei Novella 200o del web  lo vuoi indicare per cortesia ? E la percentuale di uscita istintiva per eccesso di presunzione e bruttezza di immagini me la vuoi evidenzià ?  Speriamo mi ascolti , perchè per lui è uguale il numero di visualizzazioni del culo di Lady Gaga quanto il profilo del viso di Madame Leroy . Quello strumento  fa acqua da tutte la parti, dietro a questa cosa  probabilmente c’è una persona fisicamente triste e astemia, calvo di idee,   binario di pensiero e monogamo di frequentazioni.

Quale  sofferenza per la scarsa sensibilità della mia mucosa nasale, e meno male che fumo poco o niente,  figuratevi che è  la Signora ex astemia che mi accompagna da parecchi anni a dirmi spesso quali siano i reali sentori descrittivi di un vino. Una sera che stava sola in casa chiamò per una scoperta straordinaria, una cosa che non aveva mai fatto,  e me la voleva confessare praticamente in diretta questa sua trasgressione, definendo con precisione la consistenza del tannino, sentori speziati e appagamento finale . Aveva stappato una Riserva 1999 di Brunello di Montalcino, e gli era anche piaciuto molto, questo quello che ho avverito ,  ma la verità vera fu che il mio ego ne uscì profondamente ferito da tanta precisione  dei dettagli . Colpa anche dell’altra mia grande Signora, la Lalou Leroy, che mi smontò pezzo a pezzo ogni teoria relativa ai descrittivi fantasiosi di ogni vino e mi costruì un punto diverso da cui partire per capire cos’è il fascino e la bellezza. E allora sono diventati proprio i suoi vini quelli che riesco a prendere al volo al primo giro di naso sopra il bicchiere, senza agitare il bicchiere, non serve girare tanto il bicchiere,  con i vini di Leroy è poi praticamente inutile, continuare a farlo serve solo per fare stratching ai muscoli del polso. Oltre ai suoi ci sono sicuramente quelli di Pacalet e Dugat-Py. Sto parlando di vini rossi, e quindi mi viene sotto il naso anche lo stile inconfondibile di un Bruno Giacosa o della cantina di Ar.Pe.Pe . Curiosamente sto citando produttori e non denominazioni, perché credo che sia questione di stile la riconoscibilità in un vino, il blasone di famiglia, perché si fa presto a dire Barolo, ma se è Roberto Voerzio piuttosto che Beppe Rinaldi sembreranno due pianeti diversi. Possono piacere entrambi per motivi diversi, ma la diversità è impressionante, e può spaesare fino a far uscire il naso dalla denominazione se non sai a cosa vai incontro.

Visione invernale dei vigneti del Domaine Overnoy

Tra  i pochissimi vini che se pur bevuti poco riesco a riconoscere abbastanza facilmente c’è  però questo, questo che lo indovino sempre : questa chicca Jurassien che fa di nome Arbois Puppellin Poulsard Domaine Pierre Overnoy , Emmanuel Houillon. Accidenti, ma quanto è difficile ricordarsi tutta questa sequenza, e non è finita, i dettagli potrebbero essere ancora più articolati e definiti.

Ma sinceramente, in questo caso, non è mai interessato sapere molto di più ogni volta che mi è arrivato nel bicchiere , perché la bottiglia è sempre finita prima di ogni domanda sul dove, come , quando, chi o perché. Tra le specifiche da inserire tra le schede tecniche  di degustazione credo andrebbe inserito anche il tempo necessario per finire la bottiglia presa in esame. Non ho dubbi, questo Poulsard nella disciplina specializzata della bevuta veloce andrebbe dritto sul podio. Però qui mi sembra corretto scendere un po’ più nei dettagli, anche per dare la giusta importanza a questo territorio, a questo produttore e a questa denominazione pressoché sconosciuta, perché credo che Arbois abbia più fama per  una grande table de France collocata all’interno della località , un buonissimo ristorante due macarons Michelin (Jean Paul Jeunet) piuttosto che per i vini che invece meritano interesse quanto la cucina regionale.

L'accogliente sala del Ristorante J.P.Jeunet

A cominciare dal fatto che per data, l’appellation Arbois potrebbe essere la più antica di Francia, datata 1936, e che qualche epoca prima i Celti contribuirono a definire questa zona con la chiara definizione “terra fertile”. Tanto per far confusione, come sempre la sovrapposizione di denominazione confidenziali o dialettali portano anche a denominare il vitigno Poulsard anche Ploussard o Pupillin. Gli altri quattro vitigni che compongono il panorama vinicolo della regione sono Trousseau, Savagnin, Pinot noir e Chardonnay, vitigni utilizzati in buona parte anche da questo Domaine per la produzione di altri vini naturali che sinceramente conosco poco, essendo sempre stato soprattutto attratto da questo generoso succo di lampone pallido, profumato gentilmente di amarene e cannella , dal tono che superficialmente sembrerebbe lascivo, dal carattere che sembra scherzoso, come il colore dei capelli dalla ragazzina che si piazzava all’ultimo banco perchè era strana, perchè aveva i capelli carota, quella “non” .

Quella che non è molto bella, quella che non è mora, non è bionda, non è molto simpatica, non parla tanto ma ha delle lentiggini attrattive. Quella non classificabile, quella più interessante quando approfondisci, invece se rimani alle prima impressione ti perdi qualche cosa di veramente sorprendente. Secondo me questo è un vino femminile, dispari e rosso, ma non è rosso, non è bianco, e non è ambiguo, il carattere non gli manca, ma se gli dai fiducia ti si getta tra le braccia , ti gira intorno alle gambe come un gatto che fa le fusa,  ti da la zampa e ti guarda come una femmina di labrador, ti rilassa e  ti fa star bene.

Le schede tecniche dell’importatore:

http://www.velier.it/Catalogo/index_categorie?id_prod=556

GDF

20 Commenti

  1. Luciano non ce l’ha, Giancarlo ne ha tre (di razza, semi razza, senza razza), Roberto ha il labradòr…, Lello davanti a quale cane (o cani) bevi il tuo Aglianico da meditazione?

    1. due ne ho alba, due. a meno che tu voglia calcolare il terzo nel sottoscritto ,ovviamente quello senza razza. dino’ è un misto labrador -belga e jackie è una maremmana . FRA POCO SU QUESTI SCHERMI , TRA L’ALTRO .SCUSATE L’OT .

        1. @ Giancarlo scusa, non avevo capito che avessi una coppia di cani e di tutto rispetto se riesci a gestirli, con il pedigree che hanno, mettendotici tu a capobranco. Hai sempre una marcia in più.
          @ Roberto, sicuramente non hai un divano che può accogliere una bestiola senza che faccia danni ma, cosa più stupefacente dell’orsetto, è che è dello stesso colore dei tuoi pantaloni.

          1. Andiamo d’accordissimo io e Teddy, non potrei mai mettere in giro per il faro un cane che se lo trascini in giro tra le mandibole o un gatto che lo faccia a strisce per dimostrare che belle unghie ha sviluppato, e poi dorme sempre com me Teddy, non è uno qualunque, lui con quel sorriso conquista chiunque e ti sistema la giornata, basta guardarlo che ti passa tutto.

  2. proprio di fioretto oggi eh! :) No, Voerzio e Rinaldi non sono su due pianeti diversi, ma su due colline diverse e tanto basta per loro.

  3. Che cavolo sei andato a prendere Gdf.
    Mi intriga ‘sto vino, bevuto saltuariamente, ti spiazza e serve buona memoria per affermare che sia lui se bevuto alla cieca. Qui però è utile seguire l’esempio del tuo punto di riferimento annuale borgognone per la qualità dell’annata: Ovarius.

  4. Analytics non è preciso, non prende tutto, ma prende quello che gli hanno insegnato a riconoscere e quindi è binario. osi o no! Per un programmatore avere il pensiero binario è un pregio :-)

  5. Anche questo produttore, andando sul link dell’importatore, appartiene alla “banda” della ” Triple A”(agricoltore, artigiano e artista). Come al solito, cerco di ricoprire il ruolo che mi sono ritagliato nel corso del tempo in questo blog, ma più in particolare in questa rubrica, ossia quello di spaccamaroni.
    Alcuni elementi balzano agli occhi come un fulmine in una notte stellata :” transeat” per la densità di ceppi per ettaro, almeno qui il cavallo riesce ad entrarci anche se, dovrebbe essere uno di quei cavalli lipizzani molto educato e composto, abituato a ballare a suon di mazurka e quindi molto attento a tenere una linea di percorso equidistante dai filari che sono a poco più di un metro l’uno dall’altro !!! Ma come la mettiamo con la resa per ettaro? La dichiarata è di 26 hl/ha, quindi circa 40 qli di uva per ettaro, il che significa poco più di Kg 0,50 di uva a pianta. E’ possibile ciò????? Devo assolutamente andare in Francia! Voglio capire come si fa a lavorare una vigna con tali sesti d’impianto, come si fa a coprire i costi di produzione con tali rese per ettaro e tirare anche di che vivere dignitosamente, come si fa ad ottenere dei vini “potabili” senza, non solo filtraggio, ma neanche chiarifica termica, come si fa a … E quando avrò tutte le risposte a queste domande, potrò tranquillamente sedermi in meditazione, cara Alba, con un bicchiere di aglianico in una mano e carezzando con l’altra mano uno scontroso mastino napoletano dal nome Masaniello, che solo dopo alcuni anni si “scioglie” nelle più amabili coccole verso chi gli dimostra attenzione ed affetto…

  6. Overnoy … il mio rifugio nei luoghi settari della biodinamicità sparsi per il mondo. Ricordo un episodio da Racines a Parigi, uno di questi covi. Alla mia richiesta, appunto, di questo vino visto sullo scaffale (bar a vin/brasserie in cui non esiste carta dei vini) la risposta è stata : “Non sia mai ! quello è pieno di solforosa :-)”
    Ecco, i punti di vista. Arrivò per tutta risposta al tavolo uno di quei vini che non augurerei mai neanche al peggiore dei miei nemici, ma era sano, e senza solforosa … !?!

  7. C’e’ qualche lentigginosa dispari in giro? io le cerco ma non le trovo.
    Che si facciano togliere anche quelle di ‘sti tempi?

    1. Dispari, rossa, e con lentiggini?
      Mi sa che devi partire per l’Irlanda :-)
      Una sola ne trovai a sud delle Alpi, ma mi è rimasta nel Krug.

    1. Ci sarebbe anche Chateau Chalon da bere Emanuele, dopo questo ovviamente, poi mandaci due righe ;-)

  8. Visti ieri con i miei occhi 2 bottiglie di Vin Jaune Overnoy 1989 nella cantina di Marco Merighi del Don Giovanni di Ferrara….Mi dicono che assieme a un Caprino di Antonello Egizi potrebbe scatenare commozioni di massa
    Dovremmo organizzare lì una invasione barbarica, il materiale per gli armadilli non mancherebbe :)
    Se il Merighi scopre che svelo i segreti della sua cantina la prossima volta mi riempie di solforosa ;)

    1. Merighi? Don Giovanni? acc.. Rob questa non dovevi dirla.. gli armadilli sono i ghostbuster della solforosa e questa potrebbe essere un’altra delle loro tane ;-)

      OVERNOY
      Pensate l’intregrita’ morale di questo produttore, ho gia’ in cantina il Poulsard ’07 da piu’ di un anno e esce solo ora il 2005 perchè prima non era pronto.. meditate gente meditate.

  9. Ho conosciuto Monsieur Pierre Overnoy due anni fa alla manifestazione che si teneva a Isola della Scala, proprio in compagnia di quel segugio di Marco Merighi e di Fabio Luglio e vi posso dire che è stato uno dei monenti più belli fin ora in compagnia del Signor VINO. Perchè poi come confinante di banco di Overnoy c’era un personaggio che non aveva certo bisogno di presentazioni Monsieur H.F. Roch che figata di giornata…… Posso confessare di conservare di quel giorno un tappo di CLOS DE CORVEES del 2004 di Roch nel cassetto del comodino e quando non riesco a prendere sonno ci do una sniffatina, fa andare in paradiso….

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