Effetto crisi e flessibilità: 7 milioni di under 35 italiani costretti a casa dei genitori


Tanguy

Un paese bloccato, la cui crisi incide pesantemente sui consumi. Se ci chiediamo, per esempio, come mai i ristoranti chiudono o sono popolati solo da “anta” il motivo è che negli ultimi 20 anni il sistema non è riuscito a creare un ricambio vero sul lavoro.

I dati sono davvero impressionanti: sono quasi sette milioni i giovani tra i 18 e i 34 anni che vivono ancora a casa con i genitori. E non sono solo concentrati nella fascia d’età più bassa: oltre 3 milioni hanno superato i 25 anni. Insomma tra chi condivide lo stesso tetto con la mamma e il papà non mancano di certo i trentenni. Colpisce come tra quanti non sono sposati oltre sei su dieci se ne stanno in famiglia piuttosto che andare a vivere per conto proprio.

A monitorare il fenomeno è l’ultimo Rapporto sulla coesione sociale, messo a punto da Istat, Inps e ministero del Lavoro.

E Coldiretti aggiunge: quasi 4 italiani su dieci (37%) hanno chiesto aiuto economico ai genitori che anche quando non coabitano restano un solido punto di riferimento per i figli. Figli che infatti nel 42,3% dei casi abitano infatti ad una distanza non superiore a 30 minuti a piedi dalla mamma.
I dati Istat si riferiscono al 2102 e segnano una crescita rispetto al 2011. Guardando nel dettaglio le tabelle allegate allo studio, che riportano come fonte l’Istituto di statistica, si nota un aumento dei ragazzi che vivono con i genitori di 31 mila unità, per un totale di 6 milioni 964 mila.

Passando alle percentuali, l’avanzata del fenomeno diventa più chiara: dal 59,2% del 2011 si arriva al 61,2% di tutti i giovani 18-35enni celibi e nubili. E il contributo maggiore lo danno i maschi, tra loro i ragazzi che mangiano e dormono con i genitori sono quasi quattro milioni, quasi un milione in più a confronto con le giovani donne.

Inoltre la concentrazione più alta si ritrova nel Sud, che da solo conta più di due milioni di under 35 allo stesso indirizzo del padre e/o della madre.
I disoccupati tra i 15 e i 34 anni sono quasi un milione e mezzo. Ecco che sempre più ragazzi preferiscono ritardare l’uscita dalla dimora paterna, in attesa di tempi migliori. Fa anche riflettere come oltre il 60% tra chi non ha ancora marito o moglie se ne stia a casa con i suoi. Il pericolo è che di rinvio in rinvio scatti la trappola.

D’altra parte solitamente gli italiani quando lasciano la famiglia prediligono di gran lunga un’abitazione di proprietà, con solo una piccola fetta che ricorre all’affitto. Stando ai numeri del 2011, gli under 35 che stanno per conto proprio si dividono così: il 68,8% ha intestata la casa, mentre solo il 31,2% è classificabile come inquilino.

Le cifre, riferite alla ‘classe d’età del ‘principale percettorè, emergono da dati Istat ricavati dall’ultima versione del datawarehouse dell’Istituto di statistica, che ha anche rinnovato la sala stampa online. (Ansa)