Enrico I Villa Sasso 2001 Aglianico riserva Sannio doc


MARISA POUCHAIN-TAFFURI
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: legno

L’aglianico sale in cattedra. Questa etichetta prodotta dalla cantina che si snoda tra l’isola di Ponza (dove vengono prodotti un bianco ed uno spumante metodo classico) e San Lorenzello (dove si producono due versioni di aglianico, oltre a questa l’etichetta “base” ‘Enrico I’) è certamente tra i migliori rossi prodotti in terra sannita nell’interessante vendemmia 2001. Proprio questa vendemmia ha rappresentato l’avvio della vinificazione dei rossi all’ombra del Monte Erbano per l’azienda già attiva nell’isola laziale. Partenza di un lavoro “bifronte”, visto che mentre nel Sannio si è puntato tutto sull’autctono aglianico nel blu del Tirreno i lavori erano (e sono) concentrati su uve chardonnay, marsanne e roussanne, anche se accompagnate dalla biancolella. Nel 2001 i lavori erano seguiti da Leonardo Valenti (docente di Viticoltura, ICA-Università di Milano) mentre oggi al timone c’è Cesare Ferrari (l’enologo dei fratelli Berlucchi, per intenderci). A distanza di sei anni da quella vendemmia ci troviamo di fronte ad un vino di grande stoffa, sott’osservazione da oltre un anno. Al primo assaggio, nel dicembre 2006 in occasione della presentazione a Castelvenere de ‘La guida completa ai vini della Campania’, il legno era ancora invadente, nascondendo la veste aristocratica del calice. A distanza di qualche mese, alle degustazioni del maggio scorso per l’edizione 2008 della guida de ‘I vini buoni d’Italia’, l’ulteriore affinamento in bottiglia stava dando i suoi frutti. Allo stato attuale il vino entusiasma non poco, lasciando intravedere ancora margini di elevamento. Potenzialità che mostra già nel colore: un rosso carico ancora particolarmente brillante, con riflessi che continuano a degradare verso note giovanili. Bella intensità per un calice quasi impenetrabile. Il naso è una vera e propria esplosione: composta di frutta rossa, notevoli speziature dove predomina il pepe verde accompagnata da belle note balsamiche. Al palato è pieno, vellutato, rotondo con il tannino ben maturo ma per niente piallato. La freschezza che ancora si avverte con evidenza rende questo calice particolarmente piacevole, lontano da quelle etichette difficili da masticare. Un vino, insomma, che accompagnerà ancora per diverse stagioni. Da spendere su tutti i piatti robusti che offre la più autentica cucina contadina. E’ proprio il caso di dire che d’ora in poi il nome di San Lorenzello rievocherà non solo le belle ceramiche ma anche questo grande aglianico con un eccellente rapporto qualità prezzo.

Questa scheda è di Pasquale Carlo

Sede a San Lorenzello, Via della Rimembranza (via provinciale per Faicchio), 59
Tel. e Fax 0824.815196
Enologo: Cesare Ferrari
Ettari: 2 di proprietà (divisi tra San Lorenzello e Ponza)
Bottiglie prodotte: 17.000
Vitigni: aglianico, biancolella, chardonnay, marsanne e roussanner