Eric Asimov e i venti vini del New York Times da bere nel 2014


Eric Asimov

Ma allora, continuate a usare zucchero, merlot, cabernet e trucioli con i vitigni autoctoni itliani? Se lo fate potreste essere dummy, fuori battuta: come quelli che hanno inserito vitigni internazionali nel disciplinare del Cirò salvo poi a scoprire che a uno dei più influenti critici del mondo piace quello di gaglioppo purissimo di Francesco De Franco! Discorso meno drammatico ma ugualmente istruttivo vale per la scelta siciliana. Ma davvero ci vuole così tanto per capire, nel 2014, che il vino deve avere soprattutto personalità? Grazie a un tag di Giancarlo Rafele, gruppo Slow Wine Calabria e Ais Catanzaro, vi presentiamo tradotto questo articolo molto istruttivo.

di Eric Asimov

Ecco la mia decisione per il 2014: bere in modo avventuroso

Al giorno d’oggi grandi vini provengono da tutte le direzioni e continenti. Potete facilmente ricevere soddisfazione dal bere meravigliosi vini comuni. Tuttavia per me la gioia del vino richiede il caldo abbraccio di vecchi amici e l’emozione di conoscerne di nuovi.

I vini poco noti hanno un vantaggio potenziale sulle loro meglio conosciute controparti: un valore più grande. Poiché c’è meno domanda per i vini meno comuni, questi possono offrire un miglior rapporto qualità prezzo. Una bottiglia da 20 dollari del vecchio affidabile Mâconnais può costituire una espressione abbastanza buona di chardonnay. Ma gli stessi 20 dollari possono consentire di sperimentare le migliori espressioni possibili di vespaiolo, un’uva a bacca bianca che viene dal Veneto nel nord est dell’Italia.

Da tempo ho la convinzione che i vini di maggior valore possono essere trovati in bottiglie da 20 dollari. Non è poco, lo so. Di certo potete trovare molti vini bevibili a meno di 10 dollari a bottiglia e alcuni vini che sono molto interessanti per 10 o 15 dollari. Ma il numero di bottiglie affascinanti cresce in modo esponenziale nella fascia tra 15 e 25 dollari.

Qui di seguito, elencati senza un ordine particolare, ci sono venti vini invernali ciascuno dei quali costa 20 dollari e offre non solo valore ma anche emozione. Non tutti sono sconosciuti  (Côtes du Rhône, qualcuno lo conosce?), ma molti stimolano l’interesse perché vengono da posti non comuni, sono ottenuti da uve sconosciute o riflettono uno stile inusuale. Sono una meravigliosa testimonianza della grandezza dei vini non conosciuti.

Non tutti saranno facilmente reperibili. Io li ho acquistati in negozi di vendita al dettaglio a New York City ma se non siete così fortunati, in una buona enoteca dovrebbero essere capaci di consigliarvi qualcosa di simile e naturalmente il web offre strumenti come wine-searcher.com che vi danno la possibilità di individuarli.

Alcuni di voi potrebbero muovermi delle contestazioni sulle mie scelte. Nessuno chardonnay ma tre riesling? Bene, che dire? Amo sia lo chardonnay che il riesling ma in questa occasione tre riesling avevano meravigliose espressioni mentre gli chardonnay erano un po’ piatti. Il riesling, naturalmente, non è un’uva sconosciuta. Ma il riesling del Michigan? Scommetto che sentirete parlare molto di più del Riesling del Michigan nel prossimo futuro.

Non sono il tipo che applica al vino le regole stagionali in modo rigoroso. Persino in inverno scelgo un buon numero di piatti che richiederebbero bianchi. Potreste perfino trovare un vino rosato sulla mia tavola nel mezzo di gennaio. Ancora, faccio correzioni, cercando vini di maggior corpo tra i bianchi e i rossi. Tuttavia penso che c’è sempre posto per delle prelibatezze. Nel decidere cosa bere presto più attenzione allo stato d’animo e al cibo che al tempo.

1. The Eyrie Vineyards Dundee Hills Pinot Blanc 2011

Negli ultimo anni ho iniziato davvero ad apprezzare il pinot bianco, un’uva che raramente ottiene il dovuto. Con questa si produce un vino caratterizzato più dalla struttura che dalle note floreali e per questo motivo non si presta a una descrizione poetica. Amo questo vino di un produttore pioneristico dell’Oregon. E’ morbido tuttavia vivace, intenso e vigoroso. In poche parole, delizioso.

2. Destro Terre Siciliane Nausìca I.G.T. Bianco 2012

I rossi dell’Etna in Sicilia ottengono la maggior parte dell’attenzione ma i bianchi sono affascinanti. Questo, ottenuto da carricante e catarratto, è profumato con aromi quasi resinosi e di limone. Il vino si apre appena si riscalda nel bicchiere diventando piacevolmente sapido. Diventerà persino migliore con un altro anno di invecchiamento. (Panebianco, New York)

3. Left Foot Charley Michigan Riesling Dry 2011

Michigan?  Come si dice spesso, tutti e 50 gli stati producono vino ora ma il Michigan è tra quelli che fanno vini di rilievo con un eccellente potenziale. Se riuscite a trovare il riesling di Left Foot Charley – la migliore uva a bacca bianca del Michigan – questo vino è assolutamente degno di essere provato. E’ perfettamente secco con un aroma di fiori secchi ed è estremamente rinfrescante.

4. Eva Fricke Rheingau Riesling Trocken 2012

Negli anni recenti i tedeschi si sono spostati decisamente verso i riesling secchi. Questo modesto ma vivace trocken è un esempio eccellente di vino dal Rheingau, con un po’ più di corpo di quello che potreste trovare in uno, diciamo, dalla Mosella. E’ fresco, intenso e seducente con note di nocciola, melone e minerali.  (Bonhomie Wine Imports, South Orange, N.J.)

5. Alfred Merkelbach Mosel Ürziger Würzgarten Riesling Kabinett 2012

E’ sbagliato per un vino invernale essere aggraziato, delicato e di corpo leggero? La bellezza è sempre nella stagione e questo riesling leggermente dolce è magnifico, aggraziato e delicato. E’ l’equilibrio che mi coinvolge. Piacere allo stato puro. (A Terry Theise Selection/Michael Skurnik Wines, Syosset, N.Y.)

6. Kabaj Goriska Brda Ravan 2010

Goriska Brda è in Slovenia, a est del confine con la regione italiana del Friuli-Venezia Giulia. Molti vini straordinari vengono da questa area storica. La bottiglia identifica l’uva come “sauvignon verde”, il che ha un senso. Si suppone che il sauvignon verde sia un sinonimo del tocai friulano ma questo offre anche un sentore improvviso di sauvignon blanc. Pungente e fresco e persistente e intenso al gusto. (Blue Danube Wine Company, Los Altos Hills, Calif.)

7. Brovia Dolcetto d’Alba Vignavillej 2011

Nella regione Piemonte a nord-ovest dell’Italia, il dolcetto è un’uva da grandi rese, perennemente sottostimata nella corsa all’esaltazione del Barolo e del Barbaresco. Forse è come dovrebbe essere ma, quando si tratta di bere, il dolcetto è quel vino che i piemontesi bevono quotidianamente. Il Vignavillej 2011 di Brovia è una sorta di versione baritonale, con note profonde, scure e persistenti di frutta e, naturalmente, il tipico piacevole gusto amaro. (Rosenthal Wine Merchant, New York)

8. Leo Steen Dry Creek Valley Saini Farms Chenin Blanc 2012

Se non riuscite a immaginare un buon chenin blanc della California, ecco l’Exhibit A. Questo vino vivace e delizioso potrebbe rallegrare il cuore di qualsiasi amante dello chenin blanc con i suoi aromi di limone, minerali ed erbe e con quel tocco di miele che secondo me contraddistingue lo chenin. E’ intenso ma non pesante, il tipo di vino a cui non posso resistere.

9. Ponce Manchuela Reto 2012

La regione del Manchuela nella parte est al centro della Spagna è poco conosciuta agli Americani e le uve come la rossa bobal e la bianca albillo sono allo stesso modo sconosciute. Ma la qualità è molto migliorata negli ultimi anni e i vini stanno diventando più interessanti come questo secco e penetrante albillo di Ponce che al gusto ha note succose e persistenti di agrumi, una piacevole trama oleosa e un tocco di amaro. (T. Edwards Wines, New York)

10. Domaine de Ferrand Côtes du Rhône Cuvée Antique Vieilles Vignes 2011

Un Côtes du Rhône necessita di un po’ di spiegazione, specialmente quando è emozionante e soddisfacente come questo 2011 del Domaine de Ferrand. E’ fatto essenzialmente con grenache di vecchie viti e ha una morbida e succosa frutta rossa. (Weygandt-Metzler, Unionville, Pa.)

11. Contrà Soarda Breganze Vespaiolo 2012

Come l’albillo, l’uva a bacca bianca vespaiolo è quasi completamente sconosciuta. Contrà Soarda è specializzata nelle uve autoctone del Veneto. Il suo Vespaiolo Breganze è di corpo con note mature di agrumi e richiede l’abbinamento col pesce. Quesot vino è stato imbottigliato con una dose di biossido di carbonio che dà al primo bicchiere una sorprendente e piacevole effervescenza. (Jan D’Amore Wines, Brooklyn, N.Y.)

12. Filliatreau Saumur-Champigny La Grande Vignolle 2009

La Valle della Loira rimane il paradiso per i cacciatore di affari e Saumur-Champigny è terreno fertile per gli amanti del cabernet franc. Il Grande Vignolle 2009 di Filliatreau è pieno al gusto con note di frutta rossa matura data l’annata calda. Ma sotto la frutta c’è una mineralità che me ne fa bere ancora. (Louis/Dressner Selections, New York)

13. Bloomer Creek Vineyard Finger Lakes White Horse Red 2008

Come per i grandi vini di Saint-Émilion Cavallo Bianco è un blend di cabernet franc e merlot e se gli manca la lucentezza, austerità e potenza del classico, ciononostante è intenso, pieno al gusto e strutturato, dal ricco bouquet e con al gusto note di frutta rossa. Un vino di gran valore del meraviglioso di team composto da marito e moglie, Kim Engle e Debra Bermingham dei Finger Lakes.

14. Broadside Paso Robles Margarita Vineyard Cabernet Sauvignon 2011

Un bel cabernet sauvignon californiano non è ristretto alla Napa Valley. Ho provato meravigliosi cabernet di Sonoma e delle Montagne di Santa Cruz e questo che viene prodotto in una delle più fresche zone di Paso Robles. Ho provato i cabernet della classica struttura di Broadside per molte annate e la 2011 è particolarmente buona: secca, piena al gusto e leggermente tannica, con vivace frutta rossa e un tocco di erbaceo.

15. Mulderbosch Stellenbosch Faithful Hound 2010

Questo blend di cinque uve bordolesi – cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc, petit verdot e malbec – è succoso e tannico ed evolve in modo aromatico nel bicchiere. E’ sia distaccato che seducente in un classico stile da vecchio mondo, fruttato tuttavia non dolce. Per favore abbinatelo agli arrosti. (Mulderbosch, Bridgeport, Pa.)

16. Burlotto Verduno Pelaverga 2012

Al di là dei vini piemontesi più famosi ci sono quelli ottenuti da uve meno conosciute come freisa, ruchè, grignolino e pelaverga, una specialità dell’area di Verduno. Verduno Pelaverga di Burlotto è come una fresca brezza, leggera, speziata e pura. Delizioso e versatile, per quando avete bisogno di prendervi un momento di pausa dai più pesanti rossi. (Bacchanal Wine Imports, Port Chester, N.Y.)


17. À Vita Cirò Rosso Classico Superiore 2010

Quando è stata l’ultima volta in cui hai detto, “Cirò calabrese”? Anche per me è nuovo. Ma perché ho conosciuto e provato i vini Savuto della Calabria, la punta indisciplinata dello stivale italiano, ero emozionato nel  provare un Cirò, fatto con l’antica uva gaglioppo. Questo vino era sorprendentemente delicato e profondamente tannico (decantatelo per qualche ora), con una nota intrigante di nocciola. A contatto con l’aria sviluppa un buon aroma come di rose pressate. Da servire con carni grasse. (DeGrazia Imports, Winston-Salem, N.C.)

18. Joan d’Anguera Montsant Altaroses 2011

Montsant sta al Priorat come Gigondas sta al Châteauneuf-de-Pape, una modesta ma affascinante regione che beneficia e soffre allo stesso tempo dell’associazione con la grandezza del suo vicino. Mentre la prossimità al Priorat facilita le vendite, tende anche ad oscurare ciò che Montsant fa al meglio, cioè offrire in modo delizioso vini amabili come questo di Joan d’Anguera, fatto internamente di garnacha o granatxa come tradotto in Catalano, delicatamente fruttato con tannini corposi e qualche tocco di anice e terrosità. (De Maison Selections, Chapel Hill, N.C.)

19. Domaine le Roc Fronton La Folle Noire d’Ambat 2010

Cos’è la negrette? Cos’è il Fronton? Che diavolo è La Folle Noire d’Ambat? Per rispondere a questa ultima domanda dovete provare questo rosso ottenuto dall’uva negrette di color nero inchiostro allevata a Fronton, nel sud ovest della Francia proprio a nord di Tolosa. Vedrete che La Folle Noire d’Ambat è un vino con frutta esotica matura e succulenta che dà vita a un vino sempre delizioso e di facile beva. Di cosa altro avete bisogno di sapere? (Langdon Shiverick, Los Angeles)

20. El Maestro Sierra Oloroso Jerez-Xérès-Sherry 15 años 375 milliliters

Non è tempo di saltare sul carro dello sherry? Oloroso è lo Sherry equivalente al vino rosso, come il Fino è per il bianco. Questo Sherry di 15 anni offre note di frutta dolce ed è secco e aggraziato e al gusto ha note complesse e deliziose di caramello e minerali. Sebbene leggero e rinfrescante, ha il 19 per cento di alcol. Ciò nonostante provatelo con carne rossa o selvaggina.

 

Traduzione di Novella Talamo