Estate 2012 | Le dieci cose buone e belle da conservare per sempre


Estate 2012

Non amo l’estate, o meglio, non amo il Ramadan estivo italiano, le consuetudini che tutto sospendono da luglio sino a settembre.
Perciò, ora che finalmente è finita, vi regalo dieci cose che mi porto care con me e che mi sono piaciute tantissimo.

1- La marinara di Guglielmo Vuolo

La pizza marinara

Una esecuzione perfetta, indimenticabile, della pizza verità sugli ingredienti e la perizia del pizzajuolo

 

2-Il gelato di mugliatiello di Frank Rizzuti a Potenza

Hamburger di capretto e gelato dei suoi fegatini

Quando l’alta cucina si mette al servizio dei sapori della tradizione

3-Le candele Vicidomini

Le candele Vicidomini

Straordinarie e strepitose per il ragù e la genovese. Ma anche solo cotte con un po’ di formaggio.

4-I fagioli bianchi di Gentilcore

Pasta e fagioli estiva

Legumi biologici, terrosi, futto di un progetto giovanile colturale e culturale sul Fortore.

 

5-La mozzarella di Barlotti

le mozzarelle di Barlotti

Decisamente uno dei prodotti più significativi del mondo

 

6- Le spettacolari vigne sul mare di Amalfi di Raffaele Palma

 

Raffaele Palma. Vertigini vitivinicole

Un viaggio nell’anima di un progetto in cui si coniugano spirito e territorio.

7-La parmigiana di zucchine di mia madre

La fetta di parmigiana di zucchine, una vera e propria millefoglie

 

 8-I salumi e le carni di Mario Carrabs

la soppressata by Mario Carrabs


9-La Matta 2011, Spumante Integrale

La Matta di Betty e Pasquale Mitrano

Bollicine non scontate, fresche e dissetanti da fiano cilentano

10. Vigna della Congregazione 2010 di Antoine Gaita

Antoine Gaita (Foto Lello Tornatore)

Grandissimo bianco di cui sentiremo parlare da qui ai prossimi dieci quindici anni.

14 Commenti

  1. Complimenti, 10 cose veramente buone. Spesso mangio le mozzarelle di Barlotti (il caseificio è vicino casa) abbinate alla “Matta” di Casebianche, un super abbinamento.

  2. Credo che Luciano volesse invitarci a esprimere le nostre preferenze, come si faceva una volta su un blog ormai ” INNOMINABILE”. Ecco le mie,non necessariamente in ordine di preferenza: un piatto per me ormai irrinunciabile: pasta e patate di Nino Di Costanzo, del Mosaico di Ischia; i bocconcini di bufala di Barlotti, praticamente una droga; risotto ai due pomodori e gelato di bufala, by Maffi/ Corelli a Paestum; lo champagne di andre’ Beaufort, ancor meglio s’e rose’; il burro, tout court; la pizza di Coccia( ad honorem perche’ l’ho persa); un trancio di ricciola, chez moi, della pescheria Volpe/ Cartier di Viareggio, che avrei voluto clonare per l’eternita; un altro trancio, di orata , del ristorante La Posta di La Spezia, non molto considerato dalle guide, nemmeno dalla mia preferita; i fichi di un agricoltore versilano, Poldo, circa novant’anni; il culatello di Fausto Brozzi, sempre perfetto, contrariamente si pochi alti e molti bassi del prof.,Spigaroli.

  3. Sarebbe carino anche citare le 10 negative, ma si rischia il linciaggio. Ci provo, i nomi non li metto ma chi sa capisce!!!; un produttore di bufala di Paestum( non e’ Rivabianca): la mozzarella e’ potabile, e’ la persona che e’ pessima! Un giovane chef campano, irritante , a cui non piace il burro: distrattamente devono averglielo messo nel posto sbagliato. Un antipatico, pero’ bravino, ristoratore a intermittenza dell’interno versiliese, a cui hanno affibbiato il titolo di miglior chef versiliano: . Come dire Ave Ninchi miss Italia. Un Eno-Food blogger- fotograf. Lup. Mann. PR Manag. Bravo oltre che pure simpatico che pero’ si e’ dimenticato di adempiere a un dovere elementare: mai mettere in difficolta’ uno che ti ha dato qualche aiutino, seppur meritato. Un ex direttore food & beverage( che termine orribile) di albergo ristorante stellato portato in pompa magna a manifestazione nazionale e poi sparito completamente dalla circolazione: aveva ragione mia nonna che diceva di diffidare dalle persone troppo piccole di statura( ma lei parlava del fisico) . Infine, ultimo ma non in ordine di importanza, il sottoscritto: meglio non conoscerlo.

  4. ci provo anche io, va.
    – street food 1: zeppola con le patate addentata ancora caldissima
    – street food 2: alici del Cilento, pescate, fritte e mangiate
    – l’anguilla con carpione gelato di Roy Caceres
    – comfort food 1: fiori di zucca e ancora fiori e ancora fiori — in mille modi, con le tue amiche di sempre.
    – comfort food 2: trapizzino con coda alla vaccinara
    – comfort e basta: leggere quando e come vuoi da Feltrinelli RED, sapendo che due metri più in là puoi mangiare quando e come vuoi.
    – il piatto di gnocchi all’amatriciana di Sora Lella –per niente estivo, mangiato in piena estate
    – il mare tra Palinuro e Camerota
    – il mare tra Camerota e Palinuro
    – la decima proprio non si può scrivere.

  5. Nel mio piccolo ci provo anch’io .Pellegrinaggio a piedi con partenza da Novi Velia per il Sacro Monte da solo ed in una natura incredibile.Visita alle vigne e cantina di Luigi Moio tra antica ospitalità e scienza moderna.Riunione internazionale e conviviale con i soci della nuova vigna di Fiano di Bruno De Conciliis in quel di Morigerati.Cena a due con la compagna di una vita da Luciano alle macine di Ascea dove sono saltati tappi di Trento DOC di annate irripetibili.Gli innumerevoli bagni al porto del fico a Pioppi.Il pesce dei pescatori di Casalvelino pulito a mare e divorato a pranzo.La pizza dolce Cilentana di mia madre.La mozzarella della mortella comprata al mercato di Vallo .I primi fichi della mia campagna raccolti e mangiati non sbucciati.Le pedalate in bicicletta sulla ancora bella statale 18.I lampi che ieri sera facevano disegni psichedelici sullo sfondo del monte Stella che mi sono goduto tutto il tempo necessario per terminare uno stupefacente verdicchio di vent’anni che avevo immolato per la cena di fine estate.

  6. Il cacio di Morollo di Scarchilli regalatomi da Francesca Litta di Agriturismo La Polledrara, Saison d’Erpe Mere di Glazen Toren , la perfezione nello stile. La pizza napoletana di Ciao Ma’….Mascalzone di Velletri. L’arrivo di Poppea perchè il caldo di Roma se non hai il condizionatore è inimmaginabile. La signorilità di Paolo Perinelli e i tre Cesanese di Casale della Ioria la Saint Lamvinus di Cantillon, le Moules della Zelandia la Poperinge al cafè de la Paix, una saison al pepe rosa che giace in cantina,la Blauguvapeur e la saison de Pipaix di Jean Louis Dits, la Saison d’Epeautre di Brasserie di Blaugies Il 1920 di Cantine Iannella, ma era già 1.o settembre

  7. Non dico in Polonia come Bonilli, che sarebbe troppo chic, ma nessuno ha valicato i confini, pare. Nemmeno san marino o chiasso? Solo pizza e mandolini, neanche un banalissimo strudel. deve essere colpa del prezzo della benzina o delle prediche sul km 0 provenienti dal talebano irpino.

    1. Magari avessi queste capacità!!!Riuscirei a convincere mia moglie a fare…anche le fotografie dei piatti…;-)))))))))))
      E comunque per me solo una cosa da conservare per la vita…il risotto di Maffi alle Trabe di Paestum…con il burro!!! ;-))))))))))

  8. 1-il sorriso delle mie figlie felici nel mare salentino come nel mare flegreo

    Il resto non e’ in ordine di importanza:

    2-il tramonto a Gallipoli
    3-il coniglio alla procidana di mia madre
    4-l’odore del primitivo salentino durante la pigiatura
    5-il Nerìo, il Cubardi e l’Arteteca di Schola Sarmenti che hanno accompagnato spettacolari braciate on the beach
    6-le carni di Sasa’ ad Alezio
    7-gli alberelli salentini
    8-il viaggio di ritorno a Napoli da Gallipoli passando da Sava (leggi Gianfranco Fino) e Gioia del Colle (leggi Pietraventosa)
    9-lo street food leccese
    10-la mia compagna

    Caro dott. Pignataro, circa il punto 8 che faccio? Mani in alto o in basso (a scrivere)???

I commenti sono chiusi.