Etna rosso 1998 doc


CALABRETTA

Uva: nerello mascalese
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Sulla carne di vitello il Centro-Nord segna nella gestione della materia prima un punto a suo favore nei confronti del Mezzogiorno dove manca non solo la cultura della frollatura, ma della stessa gestione delle bestie. Per questo siamo rimasti colpiti molto favorevolmente quando abbiamo provato un filetto di vitello alto tanto quanto può bastare anche per un americano, morbido come solo in Toscana abbiamo mangiato. Per forza, è la macelleria di fiducia dei fratelli Fischetti a Vallesaccarda dove abbiamo abbiamo potuto fare una buona ripassata di tutte le ricette classiche provando qualche novità coccolati dal servizio perfetto nonostante la sala fosse piena come un uovo. Già, ma cosa bere sopra questo filetto presentato tra foglie di rosmarino e cipolle croccanti? Al posto dell’Aglianico abbiamo rivolto la nostra attenzione al vino di Calabretta, piccola azienda biodinamica sull’Etna di cui avevamo scritto sul Mattino dopo aver provato la stessa annata alla Taverna del Capitano. Bene, dopo un anno e mezzo il 1998 si presenta con le stesse qualità che ci hanno afffascinato al primo sorso: colore rosso granata scarico con venature arancioni rivelatrici di quella stanchezza e indolenza meridionale che ormai troviamo solo nel Gaglioppo, capace di affascinarci e catturarci sempre, il naso intenso e persistente con una leggera punta ossidata a cui subentra frutta rossa sotto spirito, poi il palato con l’ingresso morbido e lo stazionamento in bocca ancora molto fresco e minerale, ben rivelatore del suolo vulcanico dell’Etna il cui terroir è simile al Vesuvio e al Vulture. Insomma, un vino di forte carattere, capace di affrontare davvero gli anni senza alcun problema, ideale per arrosti e carni di tutti i tipi a cui lo abbiamo destinato alla fine destinato. Spogliato quasi dalla frutta, il Nerello presenta uno scheletro potente, assoltamente in forma dopo quasi dieci anni di vita. L’azienda fu fondata all’inizio del ‘900 da Gaetano e Grazia, genitori e nonni rispettivamente di Massimo e Massimiliano i quali hanno deciso di riorganizzare la cantina, i vigneti e la produzione una quindicina di anni fa: due vini, rosato e rosso per un tipico Etna doc coltivato biologicamente sul fertile terreno nero a quasi 700 metri di altezza in località Calderara. Un vino <vero> come si direbbe oggi, forse estremo perché piuttosto difficile a parte l’ingresso morbidoso che ci aveva messo piuttosto in allarme, ricco di personalità, ideale per caciocavallo e pecorino. Ove si dimostra che non sempre per la gestione dei vigneti sia necessario praticare un’agricoltura spinta: le vigne ad alberello vecchie spesso a piedefranco di oltre 70 anni offrono una resa per ettari sui 35 quintali, il necessario per ottenere vino poco ma buono, basta per ricordarci che non esiste solo la Sicilia merlottizzata o shirazzata.

Sede a Randazzo, via Bonaventura 17a. Tel 010.5704857. www.calabretta.net Vitigni: nerello mascalese e nerello mantellato.