Falanghina del Sannio 2011 doc Fattoria La Rivolta |Voto 87/100


Paolo Cotroneo in vigna a Torrecuso

Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Vista 5/5. Naso: 25/30. Palato 26/30. Non Omologazione 31/35

Tieni, questa non è una Falanghina, è LA FALANGHINA. Paolo Cotroneo non è uno che se la mena, ed è anche un po’ troppo signore  per essere troppo commerciale, quindi la sua non è una frase buttata lì, come se l’avesse suggerito un terzo.

Sono molto stanco e provato dalle giornate di Parigi e dal Grand Tasting, all’Anteprima Vitigno Italia berrei volentieri una birra, ma il senso del dovere mi fa impugnare il bicchiere per annusare e assaggiare.

Cavolo. Se le guide si facessero a ottobre-novembre in uscita per il Vinitaly, come sarebbe normale in un Paese normale, la Campania avrebbe il doppio dello spazio. Mi aveva già colpito il bianco 2011 di Paolo, tanto da inserirlo in una top ten estiva nella qule mi spingevo addirittura a dichiarare che la preferivo al Coda, uno dei miei vini del cuore.

Qui invece è un vino in piena adolescenza, già formato: il naso ha frutta bianca ma anche molta mineralità, sentori di prato, non è suadente e dolce ma secco, fresco e citrico. In bocca la beva è ovale come il palato, perfetta in ogni sua declinazione, con le componenti che iniziano ad essere in equilibrio ma anche con una acidità vibrante e piacente come non mai.

Bella prova Paolo. Ve la battete bene tu e Libero in questo 2011 così fortunato per il Sannio.

Sede a Torrecuso, contrada La Rivolta. Tel. 0824.72921. www.fattorialarivolta.com. Ettari: 29 di proprietà. Bottiglie prodotte 150.000. Enologo: Vincenzo Mercurio. Vitigni: falanghina, fiano, aglianico, piedirosso.

Un commento

  1. Ho da qualche anno la convinzione – e non sono il solo – che i tre principali vitigni a bacca bianca della nostra regione (Falanghina, Greco e Fiano) siano gli unici a poter competere, quanto ad identità e riconoscibilità territoriale, con i grandi nomi altoatesini; di più, le interpretazioni di maggiore spessore sono in grado di vincere, senza dubbio alcuno, la sfida del tempo con i suddetti.
    Su queste pagine sono più volte state recensite bottiglie con più di una primavera sulle spalle sia di Fiano che di Greco, ma penso che anche la Falanghina, per molto tempo considerata un loro parente povero e spesso bistrattata anche da malaccorti produttori, oggi, grazie ad un manipolo di vignaioli lungimiranti ed enologi in gamba stia progressivamente offrendo una nuova e più nobile immagine di sè; questo sia nell’areale flegreo (penso, in particolare, alle bottiglie di Raffaele Moccia), sia nell’enclave beneventana di Torrecuso e comuni limitrofi (ecco La Rivolta dell’amico Paolo, appunto, ma anche Libero Rillo), per giungere all’interpretazione francesizzante – ma non per questo meno affascinante – che ne dà, a Mirabella Eclano, Luigi Moio.

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