Il falso storico delle origini casertane della pizza a canotto


I Masanielli, pizza

I Masanielli, pizza

di Marco Galetti

Le origini casertane della pizza a canotto sono un falso storico.

Dire che verità viene a galla, parlando di gommoni, canotti e, come vedremo, ciambelle, avvalora in qualche modo la tesi sulla vera nascita del cornicione pompato, scoperta ieri per puro caso.

Come tutte le verità tramandate verbalmente, o sul canale satellitare LP, sarà compito dei posteri stabilire se credere alle versioni scientifiche, storiche, filosofiche o, come in questo caso, a quelle rivestite da un alone romantico che da sempre vanno a toccare i cuori della gente comune, che hanno un disperato bisogno di speranza e di storie a metà strada tra finzione e realtà.

Ieri sera, a Milano, mi hanno servito una pizza frisbee, tanto che, se avessi perso la poca educazione che mi rimane, avrei dovuto lanciare il disco della regina come un frisbee sperando atterrasse lontano dai miei occhi.

La pizza si presentava con un impasto croccante al limite del biscottato, friabile, altezza al garrone millimetri uno, bordo inesistente sicuramente inferiore a quello di un canottino bucato abbandonato sulla battigia, farcitura anonima come la lettera con i ritagli di giornale in Totò, Peppino e i fuorilegge, ma meno divertente alla vista e all’assaggio.

Eppure qui, la pizza era diversa, anche il pizzaiolo era un altro, non ricordo come si chiamasse, mi decido e provo a chiedere al cameriere dove sia finito e che fine abbiano fatto le sue pizze…

Ma chi, l’Ambrogio Brambilla…mi risponde l’anziano cameriere milanese e distributore di imbarazzanti frisbee.

Ambrogio ha cambiato vita, mi dice sorridendo, ha seguito l’amore, è emigrato al Sud e ha aperto una pizzeria con la sua ragazza.

Poi inizia il suo racconto che scalda il cuore raffreddato dal frisbee.

Proprio qui in pizzeria, mi dice, Ambrogio, soprannominato ciambella per via del suo giro vita, aveva conosciuto una studentessa universitaria campana, anche nel fisico, lei, graziosa e un po’ rotondetta, veniva qui spesso con le sue magre amiche lombarde e maliarde, ma il pizzaiolo di Porta Cicca, milanese fino al midollo (quello del risotto) aveva occhi solo per lei e un giorno si decise e tentò l’abbordaggio.

Rosa, il nome che ricorda i petali che ricordano…prima di rispondere buttò gli occhi sul salvagente incorporato di Ambrogio, lui se ne accorse e l’anticipò, sono le maniglie dell’amore, serviranno per attaccarti meglio, ne avrai bisogno…poi le preparò una pizza con le maniglie dell’amore, il cornicione era talmente pronunciato che lasciò Rosa a bocca aperta e questo è un bene…

Sono da qualche anno a Caserta, dove è nata Rosa, hanno aperto una pizzeria, Le Maniglie dell’Amore, la prima a sfornare pizze a canotto, ma sarebbe meglio dire, a Ciambella.

 

Un commento

  1. Canotti, ciambelle, maniglie, ma siamo sicuri che stiamo parlando di vera pizza napoletana? Dai Marco che oggi ti porto a mangiare una pizza normale. P.s. personale e clienti solo di sesso maschile…

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