Fiano di Avellino 2006 docg D’Antiche Terre


Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro franco cantina
Fermentazione e maturazione: acciaio

Non so voi, ma quando provo troppi rossi ad un certo punto sento il bisogno di un bianco. Così ieri, al termine della verticale di Cenito alla Città del Gusto avevo voglia acuta di un buon bianco rinfrancante e, ovviamente, ho pensato ad un irpino in grado sostenere quanto bevuto sino a quel momento, non so se mi spiego. Paolo De Cristofaro mi ha proposto questo Fiano di Antiche Terre, un’azienda nata ufficialmente nel 1989 per commerciare uve e che dal 1993 ha invece iniziato a vinificare ed etichettare raggiungendo la cifra considerevole di circa 350.000 bottiglie annue. Vini corretti, come questo Fiano di Avellino docg che sopperisce con una grandissima impronta acida, annunciata da forti note agrumate, limone persino, alle gravi carenze dell’annata per questo vitigno, prima fra tutte l’esile struttura. A distanza di quasi due anni, l’impressione maturata e confermata nel corso dei numerosi assaggi viene ancora una volta sottolineata. E tuttavia questo Fiano sottolinea di essere un vitigno di razza in un’azienda dove resta sicuramente il prodotto di punta. Per curiostà prima di scriverne ho dato uno sguardo alle bozze della guida dell’Irpinia che proprio ieri è uscita dal legatore e ho visto di aver assegnato le cinque stelle a questa etichetta. Il motivo, a parte l’enologo da sempre vocato ai bianchi, è che davvero ci troviamo di fronte ad un buon vino, capace di sfoderare un bel carattere nonostante, ripeto, una magrezza di fondo tipica dell’annata che non gli consentirà mai di essere riequilibrato nel corso degli anni. Eppure, però, il nerbo acido proprio per questo diventa impressionate, molto persistente e intenso, riesce comunque a pulire bene la bocca, lo abbiamo abbinato ad un paio di gamberoni freschi e ad uno sgombro arrostito, svolgendo bene le sue funzioni se legato al cibo. Parliamo di 12 ettari che rivelano la vocazione aziendale per questo bianco a quota 500 metri in quel di Manocalzati, siamo di fronte davvero ad un vino del freddo, nordico per la sua finezza ed eleganza. In fondo, possiamo dire, le grandi uve si vedono nelle annate difficili: e se il Fiano, in un millesimo così ostico come il 2006, pure riesce ad essere protagonista in maniera autorevole, vuol dire che davvero è vitigno di primo piano.

Sede a Manocalzati. Contrada Lo Piano, Strada Statale 7 bis. tel 0825.675689. www.danticheterre.it Enologo: Ottavio Santucci. Ettari: 31 di proprietà. Bottiglie prodotte: 350.000. Vitigni: fiano di Avellino, greco di Tufo, coda di volpe, falanghina, aglianico, piedirosso, sciascinoso