Fiano di Avellino 2008 docg Rocca del Principe


Fiano di Avellino di Rocca del Principe

Uva: fiano di Avelino
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Proporre ad un tavolo di commensali una bottiglia di fiano di Avellino è un po’ come mettere su un pezzo di Mozart a sorpresa. Nessuno si rifiuterà di ascoltarlo e tutti presteranno attenzione in reverenziale silenzio, lasciandosi andare e cercando di coglierne la giusta interpretazione. Il Fiano di Avellino ha raggiunto ormai una certa autorevolezza, chi beve vino sa che quando si stappa una bottiglia di questo tipo sta per fare un’esperienza interessante, e se non lo conosce, approfitta dell’occasione per fare il primo approccio. Abbiamo provato l’annata 2008, splendida tra l’altro per i bianchi irpini, al ristorante C & D di Portici, proposta da un fermo sostenitore dell’azienda Rocca del Principe.

Le annate proposte in degustazione sono state due per l’esattezza,2006 e 2008 e ci sembra importante citarle entrambi in quanto hanno segnato il tracciato di un percorso in ripida ascesa verso l’eccellenza. Nel 2006 arriva in azienda l’enologo Carmine Valentino, il vino non esprime grandi picchi di piacevolezza, ma delinea comunque una importante intensità di profumi tra note di bergamotto e zafferano, la mineralità tipica di questo territorio è evidente ed accompagna le erbe mediterranee. Il sorso è scorrevole e di spinta freschezza.  L’assaggio dell’annata 2008 ha invece delineato i tratti di un grande vino, anzi, un grande fiano di Avellino. L’azienda Rocca del Principe è molto giovane, anche se la famiglia di Ercole Zarrella ha sempre fatto il vino a Lapìo, crù di fiano ben noto per la qualità dei vini espressi. Furono i Mastroberardino negli anni 80 ad avere il grande intuito di investire sull’apianum  in questo territorio che fino ad allora era stato terra di aglianico. E la famiglia di Ercole conferiva loro le uve come un po’ tutti i viticoltori di questo areale. Scatta poi in Ercole l’orgoglio  di vignaiolo consapevole di possedere una vigna dalle grandi potenzialità, tanto da decidere di produrre vino in proprio, puntando prevalentemente sul fiano. La piccola azienda a conduzione familiare ha sede in località Arianello ed i vigneti sono dislocati tra le contrade Tognano, Arianello e Lenze ad un’altitudine che va dai 500 ai 600 metri s.l.m. Il millesimo 2008 ha carattere,  segue uno stile personale e di territorio allo stesso tempo,  senza lasciarsi minimamente condizionare dalla notorietà della vicina cantina che ha reso famoso questo crù in tutto il mondo. E questo ci entusiasma non poco, ci piace chi sceglie di correre da solo con grande energia, senza timori, puntando su un fattore difficilmente battibile, il cuore. Nel bicchiere il vino è vestito di giallo paglierino intenso, esprime un bel naso avvolgente che lentamente declina l’ampiezza dei profumi. Conferma in maniera decisa la mineralità che caratterizza i fiano di Lapìo, integrata tra erbe mediterranee, agrumi e frutto di pera in sordina, chiudendo lungamente sulla nocciola tostata. Il sorso si distacca dalla solita interpretazione di fiano di Lapìo, delineando una certa leggerezza che unita alla spinta freschezza lo rende quasi dissetante. Ci invoglia comunque a berlo ripetutamente godendo a pieno della sua mineralità salina, leggiadro e lungamente avvolgente.

Questa scheda è di Marina Alaimo

Sede in Località Arianello, via Arianello 9. Tel. 0825 982435.  [email protected]

 

4 Commenti

  1. Ho un ottimo ricordo del 2007. Molto distinta la definizione aromatica dei fiano di quest’area

  2. qua si fa confusione fra chardonnay e fiano ………………………….

  3. Caro Gianka, Ma Dai…non è carino che un prodottore faccia illazioni su un altro produttore. Se hai delle prove tirale fuori invece di recriminare vigliaccamente.. O sei proprio tu che ne ne capisci di Chardonnay?

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