Fiano di Avellino 2009 Colle di San Domenico


Il logo di cantine Colle di San Domenico

Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Il bello del vino è che si può litigare fino a rompere amicizie per un tannino in eccesso e poi essere smentiti il giorno dopo.

Certo, questo riguarda molte attività umane.Ricordo mio padre, medico, il quale non ci portava mai dal medico perché sosteneva che anche di fronte ad un raffreddore non c’era un punto di vista sicuro. Si stava lì, nei lettini accovacciati in posizione fetale con la borsa calda e quando passa, passava.
Vi abbiamo rotto le palle che quest’anno il Greco è buono mentre il Fiano ha il fiatone. Poi provo i bianchi di questa bella azienda ormai consolidata e il risultato è esattamente opposto.
Mentre il primo appare un po’ diluito, come potete leggere nella scheda sul
Greco di Tufo Colle san Domenico, il Fiano mi ha convinto decisamente di più: buon corpo, acidità vibrante, impatto olfattivo intenso e persistente di frutta bianca, sapidità in bocca.
E’ interessante notare che Colle di San Domenico, come Colli Irpini-Montesole, compra praticamente tutte le uve e questo è un elemento che in questi ultimi anni l’ha favorita perchè il prezzo della frutta è sceso del 50 per cento in un triennio e ha molto risparmiato sulle spese di gestione del vigneto.
Ecco dunque vini base interessanti, corretti, soprattutto i bianchi. Pronti a fare il loro dovere a tavola
E questo Fiano conferma che il 2009 per l’uva nobile irpina deve essere interpretata a macchia di leopardo.
Amen.

Sede a Chiusano di San Domenico. Strada Statale Ofantina, km 7,5. Tel. 0825.985423. www.colledisandomenico.it Enologo: Ottavio Santucci. Ettari: 20 in conduzione. Bottiglie prodotte: 200.000 Vitigni: aglianico, coda di volpe, falanghina, fiano di Avellino, greco di Tufo

9 Commenti

  1. nella speranza che il produttore di questo vino s’incazzi nel leggermi e venga qui a dirmene quattro, avrei una domandina semplice semplice : MA MONICA PISCITELLI HA FINITO LE VACANZE O HA INTENZIONE DI TIRARLE LUNGHE FINO A NATALE ?

    1. Giancarlo! Pare tu sia alla seconda! Ti prego di non tentare di distogliermi ancora una volta dall’intento che mi sono prefissa: cercare raggiungere i tuoi livelli del dolce far nulla. : ) Per riuscirci credo che il tirarla fino a Natale non varrebbe allo scopo. Corre voce che tu abbia messo a punto tecniche raffinatissime. Io purtroppo sono ancora all’inizio in questa disciplina che per te non ha segreti. Ma ho intenzione di imparare e, anzi, al punto ammetto la tua superiorità che sono disposta a dedicarmi a una full immertion al tuo fianco. Chiamiamolo uno stage. In alternativa ti invito ad ammettere pubblicamente che TI SONO TANTO TANTO MANCATA. : )

      1. sei mancata a tutti noi, cara monica, in quanto abbiamo dovuto lavorare anche per te tutto il mese di agosto.

        per quanto riguarda lo stage, con piacere. ma ricordati che sara’ durissima e certo non te ne ripartirai con quell’aria beata che avevi in quella foto dalla grecia :-)))

        la laurea in “fancazzismo ” è cosa durissima da ottenere. se pero’ vuoi arrivare ad un risultato piu’ rapido ti consiglio il “corso di laurea veloce ” che tiene LELLO TORNATORE a tenuta montelaura.

        nulla a che vedere con le magnificenze dei corsi di sanremo ( esimio. prof. gardien du phare de borgogne) , per non parlare delle vere chicche rilasciate con TIMBRO NOTARILE in quel di pietrasanta , comunque meglio di niente.

          1. Io chiedo di piu’, visto che non sono nata fancazzista, non ho talento naturale! Mi sono sforzata questa estate cercando di emulare voi altri. Dunque: Maffi e Tornatore insieme! Mi sembra che possa bastare. Anche perchè davvero ho intenzione di superare i miei oggettivi limiti. Basta! Voglio imparare anche io a lavorare come ha fatto Maffi tutta l’estate al posto mio senza accusare minimamente e sorprendentemente la fatica, ma anzi mostrandosi sempre in forma e di buon umore. Incitando perfino il Pigna a dare di più, lui che è notoriamente pigro e scansafatiche! Credo abbia alimentata tanta tenacia e forza d’animo la speranza, celata in fondo al cuore, molto molto in fondo, di reicontrarmi presto. E anche … la promessa della ricompensa che non tarderà a venire. ; ) Grazie, grazie Maffi, non so come ho fatto sino ad oggi, senza te! : ))

  2. Ce l’avevo ieri sera in degustazione sul mio banchetto di assaggio al Fiano Music Festival. L’ho finito prima di tutti gli altri ( @ Maffi :non l’ho bevuto tutto io). Veramente un bel vino : bel colore, vivacissimo, numerosi e belli i profumi, anche la pera che dovrebbe essere il sentore caratteristico del Fiano vinificato con lieviti autoctoni, in bocca molto lungo e finale sapido. A dispetto della 2009, veramente un bel vino!

  3. Il 2008, a più di un anno di distanza mi ha piacevolmente sorpreso, un vino di una integrità ineccepibile.

    Forse quando non si hanno troppe pressioni (o troppi lacci!) si riesce a tirar fuori delle ottime cose anche da una materia prima probabilmente non delle migliori?

    Il 2009, bevuto qualche settimana fa, ha lo stesso timbro, forse ancora un tantino spinto verso le durezze, cosa che in questa fase non può che far presagire ad una buona resa per il futuro.

    Un fiano didattico, e per tutte le tasche, che mi piace e che, devo dire, piace a molti.

    1. Permettimi di fare un’osservazione, Angelo : il fatto che questa azienda produca quasi esclusivamente con uve acquistate, specialmente in un momento di sovraproduzione come questo, la rende più libera nell’acquisto di uve di qualità per ottenere un prodotto migliore.

  4. “l’uva nobile irpina deve essere interpretata a macchia di leopardo.” giusto!
    E’ appunto per questo che, accanto alle motivazioni di gestione economica (i prezzi solo negli ultimi anni sono stati favorevoli, ma nei precedenti avere vigneti propri sarebbe stato sicuramente più ecomico), la scelta di acquistare le uve è stata dettata dalla possibilità di scegliere di anno in anno le uve migliori, svincolandosi dai rischi connessi alle vicessitudini climatiche (grandine) e biologiche (parassiti, malattie etc.).
    Sfido qualsiasi produttore a non utilizzare la propria uva quando è toccata da una malattia e quindi carente in qualità. Sfido qualunque produttore, dopo aver investito circa 5.000 euro a ettaro per la gestione annua della vigna, a non utilizzarne i frutti e ad andare altrove a comprare l’uva, pagandola 60 euro a quintale oggi, euro 110 al q ieri.(fiano)
    Non vorrei entrare nello specifico dei calcoli matemateci, ma si evince facilmente che oggi chi compra o produce va alla pari e, aggiungo, fino a tre anni fa chi produceva risparmiava.
    A questo punto penso che sia necessario sfatare un mito:
    è vero, suona molto più poetico parlare di produzione di vino che parta dalla proprietà della vigna -di questo ne sono perfettamente consapevole- ma che ciò sia indice di qualità certa è solo un mito del marketing, più che una scelta ponderata.
    La qualità parte e può essere raggiunta dalla scelta -anno per anno- delle migliori uve espresse dal territorio, selezionate dopo una lunga e attenta indagine e conoscenza, nasce versando sincerità in un bichiere, dall’intenzione e dall amore che il responsabile produzione -magari anche titolare- ci mette. E’ un pò come curare un proprio figlio nella crescita: la presenza dei genitori è fondamentale.
    Il vino lo si fa a partire dalla vigna… sicuramente, infatti se hai l’intenzione di fare un buon vino scegli l’uva migliore anche se costa in più.

    P.S. nella speranza che nessuno si incazzi nel leggermi avrei una domandina da fare:ma Monica ci invita o non ci invita a prolungare queste vacanze fino a Natale?
    Io porto il suddetto Fiano 2009

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