Fiumicino, Pascucci al Porticciolo


Gianfranco Pascucci

di Virginia Di Falco

Avrete sicuramente presente il gioco del bonus vs malus di quando si racconta un ristorante. Allora. Anche sforzandomi, non riesco a trovare malus a questo giro.
Un bellissimo pranzo di mare, in una giornata di sole, con la compagnia giusta. Nel posto giusto.

Fiumicino, uno scorcio del porticciolo

Con il menu degustazione di Gianfranco Pascucci, nella vita prima surfista e poi chef. Che se un po’ lo conosci, sai che forse a casa la sera non ritorna: avrà di sicuro un rifugio nei dintorni, sulla spiaggia. Magari a fotografare quello che il mare restituisce dopo averlo inghiottito.
Sale, onde, iodio allo stato puro.
Una sala elegante, con il bianco e i colori dell’acqua. E il tocco personale che colpisce da subito, con pezzi artigianali in ceramica a rendere unico ogni tavolo. Un servizio che eccelle per partecipazione e compenetrazione, con l’esperienza e il tatto di chi capisce sempre chi ha di fronte. Una carta dei vini con tante buone etichette alle quali arrivi con difficoltà, perchè la tentazione delle bollicine – tante – fa perdere l’orientamento, anche senza berle.

Pascucci al porticciolo, dal mio tavolo

Pascucci al porticciolo, la sala

Onoriamo il territorio come meglio non si potrebbe: un bicchiere di brut da una Magnum di Marco Carpineti e siamo pronti. E dopo le alicette su caponatina di benvenuto, lo siamo ancora di più.

Pascucci al porticciolo, le alicette di benvenuto

Si sceglie il menu degustazione  da 70 euro. Si comincia con il crudo con l’uovo e mentre al primo boccone pensi che sì, è proprio vero che «grasso è bello» in realtà il palato si pulisce incredibilmente all’improvviso.
Pane e grissini sono molto buoni e il cracker fatto in casa con la “goccia” di acciuga stuzzica ancor più l’appetito.
E poi arrivano i gamberi rossi, con le erbe bruciate e la pietra di sale marino e capisci la maestria nel liberarsi del dolce dei crostacei, con il fumo che entra nelle narici, il tocco leggero ma convinto degli agrumi e la sensazione di sapidità che qui equivale a dire equilibrio. Quando si dice un piatto riuscito. Da un’idea riuscita.

Pascucci al porticciolo, il crudo con l’uovo

Pascucci al porticciolo, gamberi rossi: strepitosi

Pascucci al porticciolo, i grissini

Pascucci al porticciolo, il pane

Ancora iodio, e ancora mare, nel risotto al nero con le ostriche e la spruzzatina di whisky torbato a eliminare ogni ruffianeria.
Con il secondo piatto ci si gode la semplicità di una palamita appena appena scottata con una salsa di radici ed erbe che la rende più elegante.

Pascucci al porticciolo, il riso al nero con ostriche e whiskey

Pascucci al porticciolo, palamita appena scottata

Lo stacco con un pre-dessert in barattolino, cremoso ma fresco.
E, per chiudere cioccolato e gianduia secondo Gianfranco. Una golosità da infanzia felice.

Pascucci al porticciolo, il predessert

Pascucci al porticciolo, cioccolato e gianduia

In sala tutto funziona perfettamente, anche gli ingressi studiati dello chef per il saluto al tavolo, e i tempi ben scanditi tra servizio e cucina.
Le coppiette hanno l’aria felice del posto indovinato, e alle più vivaci tavole familiari i marmocchi sono messi a posto con un piatto di spaghetti con le vongole che ho molto invidiato, anche se a distanza di sicurezza.

Tanto mestiere e tante idee. Bisognerà tornare presto.

Pascucci al Porticciolo
Fiumicino, Viale Traiano, 85
Tel. 06.65029204
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso domenica sera e lunedi
[email protected]
 www.pascuccialporticciolo.com