Franco Pepe è rock: Firenze lo proclama re della pizza


Franco Pepe

di Sabino Berardino

Con Franco Pepe è stato amore a prima vista, ed ovviamente parlo delle sue pizze: sono stato a visitare il suo nuovo locale ed ho avuto la netta sensazione di aver mangiato la pizza migliore della mia vita.

Lo dico da campano trapiantato in Toscana: tante pizze mangiate nella mia prima vita, a Napoli e dintorni; la mancanza di un valido riferimento qui in Toscana fino alla scoperta di un bravo pizzaiolo (campano, ovviamente!) che m’ha mitigato la sindrome da astinenza.

Qualche settimana fa si chiacchierava tra amici di organizzar una spedizione a Caiazzo ed è nata l’ispirazione: perchè non invitarlo a Firenze ? Ho lanciato, scherzosamente, l’invito a Franco che ha accettato la sfida e s’è fissata la data: 21 gennaio 2013, lunedì sera (giorno di chiusura del suo Pepe in grani).

Franco Pepe con la giornalista Annamaria Tossani

Diciamo che non sono alle prime armi: ho organizzato varie serate eno-gastronomiche, l’ultima ed impegnativa fu la serata inaugurale di Wine Town ma ogni volta è una sfida: trovare il posto giusto, organizzar la logistica, fare in modo che ogni problema sia immaginato e risolto per garantire la miglior riuscita dell’evento.
Mi diverto a sondar gli umori creando un evento su Facebook inizialmente generico, pian piano rivelo i dettagli, finalmente comunico il numero telefonico a cui effettuar la prenotazione ed iniziano le danze: tutti gli 80 posti concordati con Franco Pepe sono esauriti in 12 ore circa,  in meno di 24 ore siamo già a quasi 50 in lista d’attesa e devo chiuder la lista, onde evitar disordini!

Franco Pepe

Strepitoso successo, che mette un pò di ‘strizza’ a Franco Pepe: tanti partecipanti, alcuni giornalisti eno-gastronomici, riesco ad organizzargli anche un’apparizione televisiva (presto anche su youtube, andate a controllare tra qualche giorno). Tra telefonate quotidiane e piccoli intoppi s’arriva al gran giorno: sala super-affollata, tanti dei vari in lista d’attesa sgomitano per esser ri-ammessi, non essendo stati superveloci a prenotare. Il podio del più motivato va ad un partecipante che è venuto, appositamente per la serata, a Firenze da San Benedetto del Tronto (ma si segnalano partecipanti anche da Cècina). 
Franco Pepe ha portato con se il suo staff e sono intervenuti a dar mano anche Manuel Lombardi, produttore di conciato romano, e Mimmo La Vecchia, quale produttore certificato di mozzarella di bufala D.O.P.

Si parte con bocconcini e ricotta di bufala, a seguire la degustazione:

– la “Pizza fritta”

– il “Calzone con la scarola” ripieno di scarola riccia a crudo, alici di Cetara, olio e olive caiazzane e capperi

il calzone

– la “Nero casertano” con pomodoro, fiordilatte, scamorza affumicata e salame di maiale nero casertano

– la “Sole nel Piatto” con mozzarella di bufala campana, alici di Cetara, pomodorini del piennolo, olio e olive caiazzane e origano del Matese (ideata per la presentazione dell’omonimo film di Roberto Gambacorta sulla pizza napoletana)

Sono quasi tutti satolli ma lo spazio per l’ultima creazione di Franco Pepe lo si trova: arriva la “Pinsa conciata del ‘500” (o Mastunicola), un velo di sugna di maiale nero casertano, basilico, pepe, origano del Matese, conciato romano presidio Slow Food e confettura di fichi bianchi del Cilento.

la Pinsa conciata

 

Mai visto – e ne ho organizzate di serate eno-gastronomiche, anche in era “pre-social” – tanto entusiasmo da parte dei partecipanti per il lavoro di Franco Pepe: foto, video, interviste al volo.
Pesante pressione psicologica per Franco che ha confermato di esser persona di squisita umiltà, nonchè perfezionista maniacale per cui ha iniziato a rilassarsi solo quando era arrivato ad infornare le ultimissime pizze da metter in forno: la prova è stata superata, tutti i partecipanti sono andati via molto contenti, cercando di convincerlo a ritornare, una volta al mese, a proporci la sua pizza a Firenze!

Franco Pepe al lavoro

;-)
Un grazie particolare al Direttore del Consorzio della Mozzarella di Bufala DOP, Antonio Lucisano, per la preziosa collaborazione; grazie altrettanto a Gennaro che con la sua ‘elastica’ collaborazione ha contribuito in maniera significativa a garantire la perfetta riuscita della serata nel suo locale, l’Antico Girone Malafemmina.

 

brindisi

Messaggio per Franco Pepe: fissiamo la data per il bis della serata ?
;-)
Foto di Sofie Delauw 

25 Commenti

  1. Il ripieno con la scarola di Franco è davvero qualcosa di incredibilmente buono e perfetto. Difficile trovare altrove lo stesso rapporto tra la verdura e il penoso, senza altre mediazioni che la qualità dell’impasto e del prodotto inserito a crudo

    1. Per me la più sorprendente è stata la ‘sole nel piatto’: un’esplosione di sapori, intensi ma perfettamente equilibrati!
      La voglio, di nuovo !!
      ;-)

    1. Non ti preoccupare Paola, ci veniamo con i pizzaiuoli…dell’Irpinia!!! ;-))

  2. Salve a tutti, spiacente di essermi perso la serata.
    Vorrei domandare se conoscete Fabrizio Pasinelli della Pizzeria al Castello di Cividate al Piano.
    Un professionista vero.

    Leggendo il post mi è parso di rivedere le sue pizze, almeno come idea, anche se la scuola è molto diversa.

    1. Lo conosco io, tra le pizze non napoletane nella bergamasca è sicuramente tra le migliori se non il top. Però, Ruggero, la domanda è se sia davvero possibile un paragone tra pizza napoletana e le altre, alla quale io da napoletano non oso rispondere perché sono di parte. In proposito, se ti piace la napoletana, vai a Martinengo da Luigi Iorio Esposito, al Galletto d’oro 2. Saluti.

  3. E’ la Pizza Napoletana, Signore e Signori. Null’altro che la Vera Pizza Napoletana!

  4. Penso che non è giusto che i nostri bravi pizzaioli debbano partire dai nostri territori e portare la loro maestria in giro per l’Italia ; sarebbe più logico che lei dottore per godere della capacità appieno e della bontà che la Campania felix produce anziché organizzare eventi e vernissage a Firenze e dintorni venisse lei magari a Caiazzo o a Napoli magari soggiornando alle Campestre dal signor Manuel Lombardi così da generare economia anche nell’indotto.
    Invece i nostri pizzaiuoli mediatici a più non posso sono sempre in giro ….E’ la Pizza Napoletana, Signore e Signori. Null’altro che la Vera Pizza Napoletana! e si mangia in Campania !!

    1. Vero, persino lapalissiano. Talmente vero che proporrei di alzare un muro di pasta lievitata settandue ore, più o meno all’altezza di Caserta, e impallinare a friarielli e San Marzano chiunque avanzi non dico l’intenzione, ma il desiderio di venire di qua, nelle miscredenti terre del Cornicione Basso. :-)

        1. Io però rimango affascinato da certe argomentazioni perché mi chiedo: come si fa a non capire che una manifestazione del genere porta decine e decine, se non centinaia di persone a Caiazzo di cui poco si sapeva fuori Caserta prima di Pepe?
          Risposte
          1-Vorrei/dovrei essere io al posto di Pepe
          2-Non fa finta, ci è proprio.

    2. BRAVISSIMO…………DI CERTO NON VENGONO A CUCINARE I LORO CUOCHI LA RIBOLLITA QUI DA NOI…..

      1. Perchè no ? organizzate da Ciro a Santa Brigida per un’ottantina di persone e vi metto in contatto con qualche bravo chef toscano che vi farà ribollita, fiorentina e necci ! :-)

  5. Ecco il post che ho girato la notte del ritorno da Firenze:
    “Stiamo rientrando da Firenze e nonostante la stanchezza il ricordo di questa serata splendida ci tiene sveglissimi a me , Mimmo e Antonio. La grande attesa dei fortunati presenti e’stata ripagata grazie a una serie di “Assi”di Franco Pepe e il suo staff abbinato alla bella ospitalita’ della pizzeria Antico Girone Malafemmina in una location gradevole e accogliente. Io e Mimmo facevamo un po’ come la sposa al proprio matrimonio girando senza essere invadenti a tutti i tavoli e i volti sorridenti, i positivissimi commenti e il lunghissimo applauso a fine serata sono e rimarranno momenti di grande orgoglio casertano! Per una sera Firenze ha assaggiato attraverso le pizze di Franco la ns terra (da infelix a felix..almeno ci proviamo a farla ritornare cosi’) e a lui e a Sabino Berardino vanno i nostri piu’sentiti ringraziamenti;) Domani mattina “zappare” avra’un sapore ancora piu’intenso e gratificante. Buona notte. p.s Mimmo guida e canta malafemmina…..bravo casaro e bravo cantante!”
    Sabino prima di invitare Franco e noi produttori qualche mese fa e’ venuto a fare una full immersion nella nostra terra o meglio ci ha assaggiato nell’anima rimanendo a dormire nel mio agriturismo. Sono convinto che dopo questa splendida esperienza all’evento e la diretta su Italia 7 molti fiorentini verranno anche loro in quel dell’alto casertano e dopo averci “assaggiato” saremo contentissimi di fargli da guida per visitare tutte le altre eccellenze di tutta la campania…irpinia compresa per la gioia di Lello Tornatore!!! Ciro hai ragione ma credimi se aspettiamo che qualcuno (intendo istituzioni varie) ci faccia conoscere noi piccolini saremo fritti….invece dopo anni di viaggi e viaggi (tutti a spese nostre) in cui ci mettiamo la faccia e rappresentiamo un intera provincia se non addirittura regione i risultati sono positivi anche se costano sacrifici e tanto tempo fuori casa…in fondo c’e’ sempre un ritorno per tutti (se valorizzo il territorio valorizzo anche me e viceversa) basta farlo con serieta’, qualita’, tracciabilita’ e tanta ma tanta passione! Quando arriveranno i pullman di toscani in quel di Caiazzo ve lo faremo sapere. Grazie a tutti per i consigli;) Manuel Lombardi

    1. Bravissimo Manuel sei andato direttamente al punto della questione: la necessità di fare sistema e di seminare oggi per raccogliere domani!!! Vincenzo, ma credi che veramente sia possibile fare qualcosa per la nostra martoriata regione, ognuno nel proprio campo, senza investirci in termini di tempo e anche di soldi??? Manuel, Franco e Mimmo si danno tanto da fare perchè hanno capito che i destini del loro territorio passano attraverso un costante e lungo impegno in questa direzione. Nel mio piccolo cerco di fare altrettanto, portando in giro per l’Irpinia i miei ospiti stranieri a visitare le piccole cantine d’eccellenza della nostra terra, bada bene a costo zero, investendo tempo e benzina sperando che questo possa essere utile per il futuro a me e alla mia terra. E’ finito il tempo della concezione fatalistica dell’aspettare ” O’ panariello che scenne ra cielo”…se veramente vogliamo bene alla nostra terra e ai nostri figli, rimbocchiamoci tutti le maniche e diamoci da fare!!!

    2. senza dimenticare che ne abbiamo approfittato per distribuire un pò del conciato romano che Manuel produce, facendo cultura del territorio sul campo, facendo conoscere i prodotti a chi avrebbe difficoltà a procurarsene
      tanto per raccontarla tutta
      ;-)

  6. Grande serata. Bravo Sabino.. io mi sono innamorata sia del calzone con la scarola che della pizza “sole nel piatto”. Grazie per averci portato qui Franco. Ma spero davvero un giorno di andarlo a trovare giù!

  7. Bè direi che a Milano non si fanno queste serate perché manca il kingmaker della pizza: Sabino

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