Garantito IGP. Vevey: à la pinte comme à la pinte!


Le Trois Siffltes

di Stefano Tesi

Chiamatele taverne, osterie, bistrot storici o come vi pare. Sono i tipici locali popolari della Svizzera romanda dove ancora si mangia e si beve informalmente, tra effluvi di fondue vaudonnaise. Ne abbiamo visitata una e, siccome ce ne sono sempre di meno…

Entri e una ventata di odore di formaggio ti investe come se fossi in un caseificio. Invece sei nel cuore del centro storico di Vevey, cantone di Vaud, sulle ricche e mondane rive del lago Lemano, a pochi chilometri dall’esclusivissima, mondanissima, musicalissima Montreux.

Le Trois Siffltes

Ti siedi mentre attorno a te la gente parla rumorosamente, c’è un allegro frastuono di piatti e un via vai di inservienti che guizzano tra i tavoli.
All’improvviso, alle tue spalle parte una fanfara a tutto volume. Trasalisci: squilli di tromba, tamburi, i colpi secchi dei passi militari quando davanti agli occhi ti si materializza un’oste con un berretto da ufficiale dell’esercito e in pugno la bandiera rossocrociata della Confederazione. “E’ il momento della fondue moitié-moitié”, mi sussurra rassicurante all’orecchio la mia accompagnatrice. “E questa è la marcia del generale Guisan, il De Gaulle svizzero, che è sepolto qui”, aggiunge.
Intanto sul tavolo accanto al mio, in un tintinnare di calici di Chasselas, il tipico bianco locale, planano vassoi di affettati e soprattutto il pentolino fumante della fonduta alla vaudonnaise, quella fatta fatta con metà Gruyère e metà Vacherin Fribourgeois. Poi pane, forchettoni e via con l’inzuppo.

Le Trois Siffltes

“Benvenuto a Le Trois Siffltes”, annuncia l’oste trionfante. “Una delle ultime, vere pintes rimaste nel Vaud”, annuncia sottovoce un altro commensale.
Ce n’è abbastanza, come direbbe Peter Parker, per far pizzicare il mio senso di ragno (e di giornalista).
E così parte l’indagine.
Le pintes sono i bistrot storici del cantone del Vaud, dei quali il famosissimo Pinte Besson di Losanna è l’archetipo, fondato nel 1780 (al 10° posto assoluto tra i caffè più antichi d’Europa) e salvato nel 2000 dalla demolizione “ammodernatrice” dopo una sorta di insurrezione popolare. Certo, non tutti sono gloriosi come il Besson – scriveva già nel 2003 Dominique Gilliard nel suo “Pintes vaudois, un patrimonie en pèril” – ma tuttavia il tessuto sociale e lo stile di vita che questo tipo di locali rappresenta è un valore da custodire gelosamente.
E’ un po’ la Svizzera che meno ti aspetti, messa un po’ in ombra dal fulgore delle maison di orologiai di Ginevra, dalle boutique e dalla patina un po’ “da ricchi” che emana dalla riviera settentrionale del grande lago già sabaudo.

Altre auberge o pinte tipiche:

– « Auberge du Vigneron » a Epesses (prima serata)

– « Au Bon Vin » a Chardonne (sopra di Vevey sul Mont Pèlerin)

– « Auberge du Raisin » a St-Saphorin (Lavaux)

– « La Clef » a Vevey

– « La Valsainte» a Vevey

– A Château-d’Oex non esistono le pinte (parte alpina). Però puoi consigliare come ristoranti tipici «Auberge de l’Ours», « Le Chalet » (per i plati a base di formaggio)

– « Auberge de l’Onde»: hanno 2 ristoranti «la Brasserie» àbistrot, café con plati semplici e «La Rotisserie» che è più gastronomica. Non è una pinte, però un’auberge. Le « pinte » possono essere definiti come « Bistro storici ».

Le Trois Siffltes, l’interno

Per chi volesse cimentarsi nella preparazione della fondue moitié-moitié, ecco la ricetta così come me l’ha data lo chef. E’ in francese perchè è meglio la lingua originale che una traduzione maccheronica (cioè la mia):

• 450 grammes de fromage Gruyère
• 450 grammes de fromage Vacherin Fribourgeois
• 3,5 dl de vin blanc très sec, léger et acide (Fendant)
• 0,5 dl de kirsh
• 2 gousses d’ail
• Poivre du moulin
• 4 cuillères à café de Maïzena
• 800 grammes de pain mi-blanc de la veille.

Chiosa finale: qualcuno potrebbe eccepire che questo articolo si sovrappone a quello sui vini del Vaud pubblicato qualche settimana fa sulla rubrica IGP (qui) dall’ottimo Lorenzo Colombo. Ma sarebbe in errore. Il mio pezzo è infatti complementare all’altro, al quale rimando e che appunto approfondiva l’interessantissimo versante vinicolo dell’area. Dopodichè fate 1+1.

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