Grandi emozioni con la verticale di Fiorduva di Marisa Cuomo 2011-2007 dell’Ais Cilento


Da sinistra Maria Sarnataro, Nicoletta Gargiulo e Andrea Ferraioli

di Novella Talamo

“Le vigne a Furore vivono sdraiate sulle rocce a picco sul mare. Il Fiorduva, magica espressione di questo luogo di incomparabile bellezza, è il dono di questa terra estrema all’amorevole impegno degli uomini che la custodiscono”: con queste parole Marisa Cuomo e suo marito Andrea Ferraioli descrivono il vino protagonista della emozionante verticale che si è tenuta lunedì scorso sul roof dell’hotel MEC a Paestum.

Mentre il cielo volgeva dai toni dell’azzurro cupo alle sfumature del rosa e dell’oro proiettandole sul mare sottostante, la delegata AIS Cilento e Vallo di Diano Maria Sarnataro, il presidente AIS Campania Nicoletta Gargiulo e Andrea Ferraioli hanno guidato operatori e appassionati in un viaggio affascinante in cinque annate, dalla 2011 alla 2007, di questo vino unico per suolo, vitigni e sistema di allevamento, non replicabile in nessun altro territorio del mondo, espressione del luogo in cui nasce e ogni anno diverso da quello prodotto in precedenza e da quello che verrà prodotto in futuro.

il tramonto visto dal roof dell’hotel MEC

In apertura di serata Andrea Ferraioli ha raccontato la storia della sua vita, dell’azienda, di queste vigne da cartolina in uno dei posti più belli del mondo, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Mentre parla colpisce la sua grande semplicità, la sua schiettezza e la generosità nello spendersi nel racconto.

le cinque annate di Fiorduva in degustazione, 2011 – 2007

Nel frattempo scorrevano sul proiettore foto della vigna, dell’uva, dei terrazzamenti, del lavoro tra i filari, dei vecchietti di Furore, immagini di un territorio in cui la viticoltura è eroica e faticosissima poiché si articola in terrazzamenti a picco sul mare dove si coltiva col sistema a pergolato, in alto e in orizzontale, proprio per mancanza di spazio.

verticale di Fiorduva, la sala

Siamo sui Monti Lattari in Costa d’Amalfi, nel comune di Furore, il cosiddetto “paese che non c’è” in quanto non esiste un vero e proprio centro abitato ma le case sono disseminate sui fianchi della montagna a strapiombo sul mare.

La storia di questa azienda risale al 1980 quando Andrea rilevò il marchio “Gran Furor Divina Costiera” e diede vita a una cantina con tecnologia avanzata che chiamò “Marisa Cuomo” e diede come regalo di nozze alla sua sposa.

Il riconoscimento della Doc Costa d’Amalfi nel 1995 e la collaborazione con l’enologo prof. Luigi Moio sono altri importanti fattori che hanno fatto fare il salto decisivo che ha portato anche a tantissimi riconoscimenti tra cui quello nel 2006 di Oscar di miglior vino bianco italiano che l’Associazione Italiana Sommelier ha assegnato proprio al Fiorduva il cui nome ricorda il fiordo di Furore..

le cinque annate di Fiorduva in degustazione, 2011 – 2007

Quest’ultimo è ottenuto da tre uve che si integrano perfettamente tra di loro, allevate esclusivamente in questa zona su terrazzamenti costieri a 200/550 mt/slm esposti a sud su un terreno composto da rocce dolomitiche-calcaree: Fenile (30%) dallo scarso peso del grappolo, Ginestra (30%) che conferisce un forte profumo di ginestra, appunto, nonché freschezza e aromaticità e Ripolo (40%), uva caratterizzata da picchi di cherosene tipici dei vini alsaziani.  Le uve surmature vengono raccolte manualmente nella terza decade di ottobre. Dopo pressatura soffice il mosto fiore fermenta per circa tre mesi in barriques di rovere alla temperatura di 12°C.

2011

Giallo paglierino con riflessi dorati, all’analisi visiva esprime una grande gioventù grazie alla vivacità del colore, il  cristallino volge verso il brillante. Notevole la consistenza. Al naso è intenso, si colgono profumi estremamente piacevoli ed eleganti, floreali di fiori bianchi seguiti dalla parte fruttata che anch’essa parla della sua gioventù (note citriche di bergamotto, agrumate, di frutta a polpa gialla  tra cui sfumature di albicocca). Successivamente emerge una bella mineralità e si fanno presenti leggere note di macchia mediterranea.  In bocca l’ingresso ha una sua morbidezza, subito seguita dal calore dell’alcol ma anche da freschezza e sapidità. Grande la persistenza gusto olfattiva.

2010

Questa è stata un’annata particolare, porta con sé un lievissimo difetto olfattivo. Bellissimo comunque il colore, giallo paglierino dorato intenso, molto vivace e brillante. Buona la componente alcolica, è un bianco di corpo e di struttura. Il naso va su una spiccata mineralità, si distinguono anche note di fruttata esotica (ananas, papaya e mango), e floreali (fiori gialli ricchi e generosi come la ginestra), sentori di macchia mediterranea (origano e rosmarino) e minerali. In bocca è secco, asciutto, abbastanza caldo e secco, sapido. Ottima l’intensità gustativa.

verticale di Fiorduva, un momento della degustazione

2009

All’esame visivo si evidenzia un giallo che volge al dorato, ottima vivacità e riflessione della luce.

Ottima consistenza. Il bouquet è molto intenso e si contraddistingue per una grande mineralità, ricorda le note di idrocarburi dei riesling. Seguono profumi floreali di fiori gialli (mimosa) e fruttati (pesca nettarina). Al gusto siamo di fronte all’equilibrio: ingresso morbido, l’alcol si sente meno rispetto agli altri vini, nessuna componente predomina ma tutte si integrano alla perfezione in un’armonia assoluta. Grande eleganza e persistenza.

2008

L’annata migliore degustata in questa verticale. Bellissimo colore dorato luminoso. Nettissima la consistenza. Naso da muffa nobile, emerge una nota che ricorda il floreale intenso delle ginestre essiccate e si fanno avanti profumi di miele e spezie dolci come la vaniglia. Molto secco all’ingresso al palato. Grande la sapidità, grande l’intensità e la persistenza.

il Fiorduva 2008

2007

Colore dorato, al naso offre note di tiglio e accenti balsamici. E’ meno intenso del 2008 ma comunque racconta una storia importante di questo territorio. Al gusto mostra una vitalità che fa presagire un lungo potenziale di vita.

Andrea Ferraioli con Maria Sarnataro, Nicoletta Gargiulo e alcuni dei sommelier dell’AIS Cilento

Chiude la verticale l’appuntamento in cantina: come sottolinea giustamente Maria Sarnataro andare da Marisa Cuomo è d’obbligo un po’ per tutti. E’ questa un’occasione imperdibile per conoscere dal vivo dove e come nascono questi vini ‘estremi’, piccoli grandi gioielli frutto della tenacia e del sudore degli uomini che, attuando tutti gli sforzi possibili per strappare terreno alla roccia, hanno dato consegnato vini unici al presente e alla storia.

L’azienda Marisa Cuomo ha sede a Furore- Via G.B. Lama, 16/18 – tel. 089/830348 – Fax 089/8304014 – Email: [email protected]www.marisacuomo.com – Enologo: Andrea Ferraioli, con i consigli di Luigi Moio – Ettari vitati: 3,5, più 13 da conferitori. Bottiglie prodotte: 102.000 – Vitigni: Aglianico, Piedirosso, Falanghina, Biancolella, Ripoli, Fenile, Ginestra, Pepella, Moschella.

 

Foto di Novella Talamo

5 Commenti

  1. Grandissimi personaggi Andrea e Marisa, sempre umili, disponibili e generosi con tutti. Il Fiorduva è un vino straordinario, uno dei pochi nazionali a bacca bianca che può competere con i grands e premiers crus francesi, in modo particolare quelli alsaziani. Belllisima descrizione della serata da parte della sempre più brava Novella. Mi spiace non essere stato presente. Sarà per la prossima volta sicuramente. Hai capito Andrea?

  2. Un’accenno ai vini è d’obbligo:2008 da emozione(personalmente ho avuto bisogno di tempo per continuare con l’ultimo assaggio)il 2011,probabilmente influenzato dalle bellissime immagini ,per me si è comportato come un’onda del mare che ,spumeggiante ,si infrange contro le rocce.Ma ci tenevo sopratutto a fare i complimenti all’organizzazione per la splendida sala con vista all’infinito e per l’impeccabile servizio nonchè al principe consorte che ancora una volta si è dimostrato grande comunicatore.GOD save Marisa & Andrea.FM.

  3. Arrivando a Furore dall’alto dei Monti Lattari, lasciata Agerola, bisogna fermarsi tra i primi tornanti ed osservare lo splendore che proviene dallo spettacolo sottostante. I vigneti di Marisa Cuomo sono arroccati in un contesto unico nel suo genere, sembra quasi che vogliano lanciarsi verso lo strapiombo fino al mare, poi il resto lo si ritrova in Cantina tra grotte e barrique con Andrea Ferraioli che farà da cicerone. Imperdibile.

  4. Bellissima serata, Fiorduva spettacolare e Andrea Ferraioli impeccabile nella narrazione del suo vino.
    Un onore aver ricevuto il diploma in questa occasione.

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