Greco di Tufo D’Aione: verticale 2008-2007-2006


Angelo Carpenito e Giustino Marino (foto Monica Piscitelli)

La cantina D’Aione è una delle numerose realtà di Tufo che hanno iniziato ad imbottigliare per reagire al calo del prezzo delle uve. I risultati di questo processo stanno dando, almeno nell’immediato, interessanti opportunità agli appassionati grazie alle diverse interpretazioni di un territorio che finisce sempre però per imporsi nel bicchiere. Si tratta di una società tra Giustino Marino, Angelo Carpenito e Raffaele Izzo che decidono di mettere insieme i terreni e investire nell’acquisto di un impianto di vinificazione.


La vite si coltiva in vigneti ben allevati nella zona alta di Tufo, otto ettari sparsi in gran parte nella località Cicogna di frazione San Paolo a quota 500 metri. Li segue Angelo Valentino sin dalla prima vendemmia, la 2006, regalando a questi bianchi una impronta elegante. Partita in sordina, D’Aione è passata dalle 18mila bottiglie del primo anno alle attuali 60.000 di cui la metà di Greco di Tufo, 13.ooo di Fiano da uve acquistate a Lapio, 1500 di Taurasi e il resto di Aglianico Campania igt e Falanghina Sannio per chi chiede il quintetto completo. Il mercato va bene, Toscana, Emilia, Lombardia, Canada, Germania: lo stoccaggio delle ultime annate è agli sgoccioli. Un progetto di ampliamento è già partito proprio per guadagnare un po’ di spazio in più.

La verticale 2008-2007 e 2006

In questo quadro un po’ prosaico, come sempre accade in Irpinia, è il prodotto a catturare l’attenzione e a creare magia. Improvvisiamo al freddo la verticale di tutte le annate sinora uscite ad eccezione dell’ultima, la 2009 che tratteremo a parte.

Greco di Tufo 2008    Voto 78/100
Pur avendo ben figurato nelle sedute del gruppo Slow Wine dedicato al Greco di Tufo, l’assaggio in cantina è un po’ deludente. Ci aspettavamo una bella sciabolata di freschezza e di finezza, invece l’acidità è quasi rientrata e il vino si presenta addirittura un po’ molle. Comunque pronto, la ricerca di un colore meno carico del suo naturale ha forse determinato un eccessivo impoverimento della materia prima. Se lo avete, bevetelo. Anche intensità e persistenza al naso non sono memorabili.

Greco di Tufo 2007  Voto 82/100
La sorpresa della degustazione, a dispetto di un giallo paglierino troppo carico che non prometteva freschezza. Invece l’impianto olfattivo è apparso molto complesso, con zolfo, agrume, albicocca ma anche con delle sorprendenti note terragne di scorzone. In bocca è materico, lungo, pieno, ben supportato da una acidità evidente anche se non dominante. In prospettiva, ancora un paio di anni di buona evoluzione.

Il vigneto di D'Aione (foto Monica Piscitelli)

Greco di Tufo 2006 Voto 83/100
La bella sorpresa della verticalina. Giallo paglierino carico, meno però rispetto alla 2007, un naso molto evidente di zolfo e di agrumato maturo, cedro, intenso e persistente. In bocca è una lama affilata, la beva fila dritta velocemente dopo aver ben occupato tutto il malato: un vino di equilibrio materico, né magro, né grasso. Giusto. Finale mandorlato amaro, ancora un po’ lo scorzone, note evolutive molto interessanti e superiori alla media dei Greco di Tufo che in genere si esprimono di gran lunga meglio in bocca.

Cantina D'Aione. Con Giustino Marino e Angelo Carpenito (foto Monica Piscitelli)

Conclusione: il potenziale della frutta del Greco è davvero notevole, canditato ad essere tra i primi nell’areale anche grazie alla nota personale di Angelo Valentino che per questo vitigno sembra essere particolarmente vocato.
Sarebbe auspicabile, nostro desiderata, che aziende come queste si specializzassero in una sola uva, il Greco appunto, magari attraverso diverse interpretazioni. Ma questo, rispetto alla maturità del mercato che richiede ad un’azienda di Tufo anche la falanghina, mi rendo conto essere ormai solo un mio sogno utopico.

Chi vivrà, berrà.

Sede a Tufo, frazione San Paolo. Tel e fax 0825.998353. www.terredaione.it. Enologo: Angelo Valentino. Ettari: 8 di proprietà. Bottiglie prodotte: 60.000. Vitigni: greco di Tufo, fiano, aglianico.

10 Commenti

  1. Bel vino, soprattutto le vendemmie 2007 e 2006 !!! In evidenza il colore, la complessità gustolfattiva e…quella nota, inaspetta e poco usuale per un bianco, di scorzone. Più pronunciata nella 2007 che nella 2006. Complimenti…

  2. Lello che sapore intendi per scorzone perchè noi questo nome lo diamo alla lumache senza guscio.

    1. Nooooo, lo scorzone è il tartufo estivo, che ha un’intensità gustolfattiva meno pronunciata rispetto a quello autunno-invernale. E mi fermo qui per non fare il wiki-malgi…A proposito, ma da voi dove?
      P.S. Come stai, Alba? E’ parecchio che non ci sentiamo…ma sei su Fb?

      1. Oggi bene Lello, grazie, dopo un’emicrania da week end di quelle pesanti.
        Noi è il Basso Lazio precisamente Golfo di Gaeta.
        Non ci sto, però ho la fortuna che, se scegli un’immagine a caso, sono tutte belle le Alba di Fb.

        1. ” sono tutte belle le Alba …” Non avevo dubbi, e penso che questo faccia piacere anche a Giancarlo…;-))
          Approfitto per evidenziare una cosa che mi ha colpito e che avevo dimenticato di scrivere : la potatura dei vigneti, per grandi linee più o meno la stessa per tutti, è , a mio giudizio, eccessivamente lunga e con numerose sovrapposizioni di tralci, addirittura in molti casi intrecciati tra loro. Ho dei seri dubbi che tale sistema possa essere utile al raggiungimento della maggiore qualità possibile…au revoir, bell’Alba… ;-))

      1. amico caro, non sono mica virna lisi, che rappresenta amcora oggi un esempio di fulgida bellezza, non come queste quattro sgallettate del bunga bunga, con le labbra siliconate.

        1. Vedi che i tuoi ” compagni di merende” si stanno organizzando per il salone della mozzarella, questa volta non voglio sentire ragioni, ti aspetto!!! Se non vieni ti chiudo in una stanza per un mese con le fidanzate del berlusca, …e saranno casi tuoi! ;-))

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