Picoli 2011 Greco di Tufo docg | Voto 90/100, winner a Radici del Sud


Greco di Tufo Docg Picoli 2011 Bambinuto

Cantina Bambinuto

Uva: Greco

Fasci di prezzo: 12,00 – 15,00 euro in enoteca

Fermentazione e maturazione: Acciaio

Vista 5/5 – Naso 27/30 – Palato 27/30 – Non omologazione 31/35

 

Nella mitologia greca risaltano spesso due personaggi famosi, due gemelli per la precisione: Càstore e Pollùce, figli di Zeus e di Leda, conosciuti anche come i Diòscuri. Nella vitienologia irpina i due Diòscuri sono rappresentati da due vini bianchi, ricavati da uve omonime ed autoctone che vanno a braccetto: il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino, entrambi portatori della massima denominazione vitivinicola nazionale, la Docg. I due vitigni hanno in comune una storia simile e parallela, provenienti come sono, guarda la combinazione, proprio dalla Grecia e stanziatisi ed affermatisi, dopo alterne peregrinazioni in Campania, in provincia di Avellino. A dire il vero, il vitigno irpino più antico è senza dubbio il Greco di Tufo (comune che origina il nome del vino), che è stato importato a suo tempo dalla regione ellenica della Tessaglia.

La piccola Cantina Bambinuto di Santa Paolina, posizionata proprio nel cuore della Docg Greco di Tufo, è sorta appena nel 2006 per volere dei coniugi Aufiero. In breve tempo essa è riuscita ad affermarsi con successo sul mercato nazionale, ed in parte anche in quello estero, con poche bottiglie prodotte, quasi tutte di Greco di Tufo nelle due versioni: la base e il cru Picoli, vini superpremiati per loro riconosciuta alta qualità. Artefici di questo exploit sono stati Marilena Aufiero, figlia del proprietario e attuale deus ex machina, e il bravo enologo Antonio Pesce. L’annata 2011 del Picoli, vero gioiello di famiglia, si è classificata al primo posto a Radici del Sud nella valutazione espressa dalla giuria internazionale ed al secondo posto nel giudizio emesso da parte della commissione nazionale, condividendo così, proprio come novelli Diòscuri, la sorte con il Greco di Tufo di Terre d’Aione, con cui si è alternata nella premiazione.

La collina che ha il privilegio di ospitare il vigneto da cui si ricava l’uva per il Picoli è accovacciata sopra un terreno più argilloso che calcare, tipico quest’ultimo proprio del comune di Tufo, e si trova a circa 500 metri s.l.m. Vendemmia leggermente tardiva. Dopo la fermentazione, il vino sosta sulle sue fecce in contenitore di acciaio per otto mesi e poi viene elevato in bottiglia per altri tre mesi. La gradazione alcolica che si raggiunge è da vino rosso: 14,5° C!

Il cromatismo è già colorato di giallo pieno e lucente, con riflessi dorati. L’accostamento al naso del vino fa risaltare un bouquet ampio, trascinante e coinvolgente. Profumi inebrianti di fiori bianchi e gialli come il biancospino e la ginestra, di frutta a polpa bianca, come la pesca e la pera, ed effluvi erbacei e minerali attaccano le narici aggrappandovisi come uno scalatore alla montagna col suo moschettone. Il vino in bocca è strutturato aglianicamente e quasi tannicamente proprio come un rosso e caldo come un’infuocata giornata d’estate. Per fortuna viene subito in soccorso, come pompiere che spegne l’incendio, una tagliente lama acida che apporta freschezza, come acqua ad un assetato nel Sahara. Il vino è sontuosamente regale, sapido, espansivo, pieno, vivace, dinamico, armonico, gradevole ed equilibrato. Insomma è un bianco monumentale, che fa onore alla viticoltura irpina. Quando a volte sento parlare di Chardonnay e Sauvignon blanc italici in termini entusiastici, penso proprio che non si conosca questa ricchezza tutta nostrana che possediamo. Un vino in stato di grazia da conservare a lungo dunque, anche oltre cinque-sei anni. Come abbinamento propongo i piatti classici della cucina campana, come gli spaghetti alle vongole o allo scoglio, impepata di cozze, frittura di pesce, pizza di scarola e mozzarella di bufala, ma data l’elevata alcolicità e la sua corposa struttura può essere accostato anche al sartù di riso, al pollo arrosto e salumi della tradizione regionale. Prosit!

 

Questa scheda è di Enrico Malgi

 

Sede a Santa Paolina – Via Cerro, 18

Tel. 0825 964634 – Cell. 349 6454046

[email protected]www.cantinabambinuto.com

Enologo: Antonio Pesce

Ettari vitati: 5,5

Bottiglie: 20.000

Vitigni: Aglianico, Greco e Falanghina