Guida del Sannio Città del Vino: dieci locali imperdibili nel 2019


Hortus Conclusus Foto Christian Muraglia

Hortus Conclusus Foto Christian Muraglia

La provincia più vitata d’Italia, dagli spazi immensi, facilmente percorribile, ricca di biodiversità: ecco il riferimento assoluto per chi ha voglia di conoscere il Sannio. Benevento è ancora sconosciuta al turismo di massa. D’accordo, il nome non è onirico, fa pensare a un poggio agricolo, ma nelle sue mura longobarde c’è ogni ben di Dio, a cominciare dalla Chiesa di Santa Sofia, e poi l’Arco di Traiano, l’Hortus Conclusus di Mimmo Paladino per non parlare della palazzata di corso Garibaldi.
Il Sannio è poi terra di vini, vi si coltiva il 65% di tutte le uve della Campania, ha paesini bellissimi, puliti e con suggestivi centri storici come Sant’Agata dei Goti o Cerreto Sannita per non parlare delle Terme di Telese, assurta agli onori della cronaca purtroppo solo per motivi politici.
Infine latticini e olio di primissimo ordine, per non parlare del Fortore dei torroni, dei pascoli e del grano, un balcone incantato sulla Daunia.
Un fuoriporta relativamente vicino a Napoli che ha ancora una verità non turistica da raccontare e nella quale ci sono imprenditori che ci credono davvero come nel caso di Francesco Izzo.
Il suo sogno divenuto realtà è ispirato a due donne: Alice Waters, la chef americana pioniera del chilometro zero che ha curato l’orto della casa Bianca a Michelle Obama, e Regina Tchelly con la sua favela organica in Brasile. Due modi per tornare alla terra, due progetti per vivere la terra che stanno ispirando la borghesia e gli intellettuali di mezzo mondo.
Per questo motivo Francesco ha deciso di costruire a Melizzano, nel cuore del Sannio, terra di vigneti, oliveti e biodiversità dove il biologico non è una moda recente ma abitudine consolidata da vent’anni, La Pampa Relais & Taste.

La pampa

La pampa

Un progetto dell’imprenditore che si affianca ad altre strutture ispirate alla bioarchitettura e alla biodinamica della zona come l’azienda vinicola Cautiero o l’agriturismo Giravento, entrambi gestiti da giovani coppie fuggite dalla città per ritrovare il giusto ritmo in campagna.
A pochi chilometri, a Telese, inoltre, c’è l’Aquapetra Resort, un antico villaggio restaurato in pietra dove ci si rilassa e si mangia biologico: proprio come ha fatto Ferragamo a San Giustino Valdarno. Ristorante Stellato.

La Locanda del Borgo, lo chef Luciano Villani

La Locanda del Borgo, lo chef Luciano Villani

Bellissimo il ristorante, La locanda, nel cuore della struttura, regno di Luciano Villani.

Sempre a Telese c’è il Kresios di Giuseppe Iannotti, un ristorante di ricerca e di avanguardia tra i migliori della Campania con stanze molto belle e un personale di sala competente e appassionato. Anche questo è stellato.

Kresios, Giuseppe Iannotti

Kresios, Giuseppe Iannotti

Le sorprese in cucina non finiscono qui: dobbiamo infatti ricordare a Puglianelllo il Foro dei Baroni di Raffaele D’Addio. Qui il menu è infatti un ritratto informato e vivace del territorio: dalla profonda e accurata selezione di formaggi e affettati ad una lista di vini e birre artigianali; dalle carni ai presidi Slow Food. Ma è soprattutto nei piatti con gli ortaggi e nelle verdure che si ritrovano il senso della cucina più autentica e i risultati della ricerca più divertenti.

Il Foro dei Baroni. Raffaele D' Addio

Il Foro dei Baroni, Raffaele D’ Addio

Il verde della campagna beneventana, operosa e ordinata, con l’intervallo colorato di qualche fiore di borragine o delle violette ritornano in molti dei piatti primaverili, con un gradevole equilibrio tra tecnica e semplicità.
Altro locale giusto nel posto giusto: La Locanda della Luna di Daniele Luongo si è allargata di una bella veranda curata con gusto dove si gode il mare di verde al confine tra Irpinia e Sannio. Raggiungerla è facilissimo: sta a dieci minuti dieci dall’uscita di Benevento sulla Napoli-Bari. In pratica uscite, poi, dopo qualche chilometro di superstrada uscite a San Giorgio e in cima al paese trovate questo piccolo borghetto, oasi di tranquillità. Dovete solo scegliere sotto quale albero parcheggiare.

La locanda della luna, Daniele Luongo

La locanda della luna, Daniele Luongo

A Benevento Centro dobbiamo ricordare Dionisio Bistrot dove si gode di tapas e buoni vini nel corso principale, spin off del ristorante Dionisio.

Dionisio bistrot, sala

Dionisio bistrot, sala

Ricordiamo anche la cucina di Angelo D’Amico che dopo l’esperienza dell’Una Hotel, ha aperto la sua Locanda Radici a Melizzano. I piatti di Angelo sono stagionali, ricchi di sapore, frutto di una continua e maniacale ricerca su territorio sannita generoso di carni e di ortaggi. Più che la creatività, è la tecnica ad essere al servizio della tradizione, i sapori sono ben riconoscibile e c’è sempre un bel gioco di rimbalzo tra l’elemento principale e il contorno.

Ristorante Radici-Lo chef Angelo D'Amico

Ristorante Radici-Lo chef Angelo D’Amico

Da non dimenticare poi trattorie come Nunzia nel capoluogo, Al Borgo a Molinara nel Fortore, terra di formaggi, legumi e dei torroni di San Marco dei Cavoti.

Nunzia con Libero Rillo

Nunzia con Libero Rillo

Al Borgo, Rocco di Matteo

Al Borgo, Rocco di Matteo

Il Sannio è l’obiettivo principale per fare il pieno di vino e di olio. Ci sono le grandi aziende come la Cantina Sociale di Solopaca, la Guardiense, la Vinicola del Titerno e la Cantina del Taburno, e non a caso che qui ci sono i pionieri dell’enoturismo in Campania. Parliamo di Mustilli a Sant’Agata sui due Goti, Ciabrelli e Venditti a Castelvenere, il comune più vitato della Campania, a cui si è aggiunto adesso Libero Rillo di Fontanavecchia con una bella sala degustazione.
E gli agriturismi? Sicuramente il numero uno è Mastrofrancesco a Morcone, che si distingue da tutti.

Agriturismo Mastrofrancesco, Dino e Nicola

Agriturismo Mastrofrancesco, Dino e Nicola

Non c’è solo il 90 per cento autoprodotto di ciò che viene servito, non c’è solo la maniacale attenzione di produrre il meglio, a partire dall’olio extravergine a finire all’ultima delle salsicce, non c’è solo un amore sviscerato per i propri animali (suini casertani, oche, polli allevato all’aperto) e il loro benessere, non c’è solo una ricerca spasmodica dei prodotti migliori, quando non realizzati in proprio, come il parmigiano reggiano 36 mesi di un piccolo produttore dell’Emilia o la pasta del premiato pastificio Vicidomini. No, qui c’è altro. Qui c’è cultura del cibo, delle tradizioni passate, e delle tecniche più moderne. C’è curiosità di confrontarsi con abitudini gastronomiche diverse e recupero di ricette dimenticate, c’è rispetto per il cliente e per la natura.
E allora, cosa aspettate a scoprire il Sannio, tra ceramiche, borghi spettacolari, verde purissimo e tanta roba buona?
Guida Ristoranti Sannio

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