I bimbi e il limone: indovinate un po' chi avrà il palato giusto da grande?


Non è difficile rispondere, vero? La bambina centrale che sorride provando il limone mentre tutti gli altri frignano e reagiscono male ha sicuramente i requisiti per diventare una grande degustratice perché ha già il palato, e dunque anche il carattere, o viceversa fate voi, più evoluto rispetto ai suoi coetanei.

I due fotografi April Maciborka e David Wile hanno fatto questo gioco fissando le espressioni dei bimbi che non avevano mai provato il limone prima.
Un gioco che spiega molte cose, prima fra tutte la tendenza delle multinazionali a prolungare il più possibile la preferenza per il dolce, dunque per le cose che alla lunga fanno male negli anni, cercando di creare dipendenza in una psicologia palatale che è già prediposta a questo percorso apparentemente più facile.
Come è noto la prima sensazione che proviamo è il dolce del latte materno. Nel quale c'è anche acidità, ma in seconda e impercettibile battuta. Il dolce dunque è sempre la porta di ingresso apparentemente più facile: non a caso chi non beve preferisce i vini a tendenza dolce stucchevole mentre chi ha il palato esercitato alla fine cerca soprattutto la freschezza e l'acidità. Lo stesso è anche nei piatti.

L'industria dunque gioca sul primo istinto, l'artigianato sulla evoluzione culturale e palatale dell'individuo che prima avveniva naturalmente in quasi tutta la popolazione ma che con l'introduzione di porcherie ai grassi idrogenati innaffiate da Coca Cola ha prolungato questa tendenza anche negli adolescenti e nella popolazione adulta.

Ecco spiegato perché i produttori più commerciali, i cuochi meno bravi, puntano sempre alla tendenza dolce, per esempio giocare sui residui zuccherini o a infilare il formaggio (nel migliore dei casi) ovunque. Solo chi ricerca il colloquio con i palati evoluti, quello di questa bambina che sorride di fronte ad uno dei migliori alleati del gusto e della salute dell'uomo, potrà fare la differenza e diventare grande.

Se ci pensate, tutti i piatti che vi riportano al'infanzia hanno tendenza dolce e noi li amiamo più per il ricordo che sono capaci di evocare che per il gusto in quanto tale. Anche per i vini è la stessa cosa: molti che vi sono piaciuti all'inizio ora non vi dicono più nulla.

Il gusto evolve, fisiologicamente e culturalmente.

Tutto questo per dire che a noi interessa scrivere solo per quella bambina al centro e per chi produce aspettando che diventi grande.