I vini bianchi dell’estate. Falanghina: le dieci migliori secondo Pasquale Carlo


Estate: tempo di falanghina

Estate: tempo di falanghina

di Pasquale Carlo

Bianchi, bollicine e rosati: i vini dell’estate si vanno facendo largo soprattutto nelle sere di agosto. Non solo per il caldo, di certo non eccessivo in questa estate 2011, ma anche per la voglia di leggerezza a tavola e per quella di lasciarsi dietro alle spalle, anche solo per un breve periodo, la routine di tutti i giorni. E così si mettono un po’ da parte i rossi, privilegiando magari l’approccio con nuove etichette. Ma senza perdere mai di vista la territorialità.

La falanghina possiede senza dubbio tutte le caratteristiche del vino d’estate, rafforzate da un ottimo rapporto qualità prezzo, che nelle dieci etichette che proponiamo in passerella poche volte supera la soglia dei dieci euro.

Ecco un viaggio tra le etichette sannite prodotte da questo vitigno che in questo momento appaiono in gran forma. Solo dieci, in un panorama ampio, ricco e variegato.


LE ULTIME ANNATE

1-Guardiolo Falanghina 2010 – Aia dei Colombi

Annata piacevolmente fresca e sapida. Impianto olfattivo che offusca forse la tipicità a trecentosessanta gradi, ma palato estremamente schietto e fragrante. In questo momento la preferiamo alla versione Vigna Suprema 2009. Soprattutto se proposta con mozzarella di bufala per una sera d’estate da trascorrere in compagnia.

2-Taburno Falanghina Vigna del monaco 2010 – Ocone

Il primo ed unico approccio con questo vino risale a qualche mese addietro, in quel di Verona. A colpirci la freschezza estrema capace di sorreggere un marcato grado alcolico, forse la caratteristica meno estiva della falanghina. Da spendere anche su piatti di una certa struttura, come le tagliatelle con lo scorzone raccolto nell’area del Taburno.

3-Falanghina Beneventano Flora 2010 – I Pentri

Tra quelle che più convincono l’etichetta falanghina di Dionisio e Lia. A colpire sono soprattutto la morbidezza al palato e le percezioni olfattive che ci richiamano bianchi d’oltralpe. Calice di struttura e personalità e soprattutto di ampia abbinabilità con i piatti della cucina estiva.

4-Sannio Falanghina Vandari 2010 – Antica Masseria Venditti

La tipicità della falanghina di Nicola Venditti è qualcosa di testato nel corso delle ultime annate. Rispetto alla versione 2009 forse questa risulta meno invadente al naso, che comunque si caratterizza per finezza ed eleganza. Bene su piatti elaborati a base di ortaggi e sul prosciutto di montagna.

5-Sannio Falanghina Preta 2010 – Capolino Perlingieri

Un gran bel passo in avanti rispetto alla vendemmia 2009, a dimostrazione di un enologo non del territorio (Stefano Chioccioli) che inizia a prendere le misura con il vitigno. Fresco, pimpante e piacevole calice da spendere soprattutto sugli antipasti di pesce.

6-Sannio Falanghina Fois 2010 – Cautiero

Esecuzione schietta e tipica, in evidenza grazie ad un buon frutto di partenza. Bouquet di buona intensità. Anche in questo caso l’alcol, pure se consistente non è mai dirompente, grazie alla buona freschezza. Riesce a sostenere anche formaggi semi-stagionati non particolarmente intensi.

QUALCOSA DI DIVERSO

7-Taburno Falanghina Siriana 2008 – Torre a Oriente

La particolare lavorazione dona bella struttura al calice che non perde mai di vista, però, la freschezza tipica del vitigno. A tre anni dalla raccolta l’etichetta inizia a vivere la sua fase migliore. Da spendere in riva al mare, a trecentosessanta gradi, ma anche su carni bianche cucinate leggere.

8-Taburno Falanghina Kissos 2008 – Cantine Tora

L’anno scorso di questi tempi, la versione 2007, che ci aveva entusiasmato non poco, mostrava notevole stanchezza e segnali evidenti di cedimento. Oggi l’annata 2008 si mostra con bella freschezza, magari meno piena sia all’olfatto che al palato rispetto alla precedente, ma sicuramente con un maggior ventaglio di abbinamenti.

LE PARTICOLARITA’

Altra ricchezza del vitigno falanghina è data dalla sua particolare poliedricità. Ed ecco due segnalazioni diverse, con un passito ed un vino spumante.

9-Beneventano Falanghina passito 2007 – Ca’Stelle

Degustato di recente a Falanghina Felix è stato il vino dolce che più ha interessato. L’anno scorso, di questi tempi, godeva ancora di freschezza la versione 2005 ed anche in questo caso la nota più piacevole è  in freschezza. Naso non esplosivo, ma interessante nelle sue note più nascoste. Bell’equilibrio in bocca. Che farne in estate? Da bere da solo.

10- Sannio Falanghina Spumante brut – La vinicola del Titerno

Per chiudere una bollicina, spumantizzata metodo charmat (anche se Alfredo preferisce indicarla con metodo Martinotti) in terra sannita. Uno dei percorsi futuri del vitigno. Da alcuni anni la realtà produttiva di Massa di Faicchio si presenta con una bella versione brut, da abbinare agli antipasti ed alle cene leggere tipiche della bella stagione.

In questo percorso non abbiamo ancora avuto modo di provare diverse etichette ben centrate nel corso degli ultimi anni: è il caso, solo per citarne alcune, della Sannio Falanghina Sur Lies Svelato dell’azienda guardiese Terre Stregate di Armando Iacobucci, la versione ‘Facetus’ di Fontanavecchia di Libero Rillo e delle etichette falanghina (tutte Taburno) di Caputalbus (Ponte), Masseria di Maria (Cautano) e Torre dei Chiusi di Domenico Pulcino (Torrecuso).

13 Commenti

  1. Bel viaggio, anche se non contempla i campi flegrei. Mi piace. Io avrei inserito anche la falanghina di Meoli la Krai 2010, gia’ pronta morbida e profumata da consumare di sera con piatti ricchi. Magari riuscire a trovare una loro bottiglia 2006 o 2007, il risultato e’ sorprendente. Ciao e buona falanghina a tutti.

      1. Non ancora provata la falanghina di Alessandro. Grazie per il consiglio. Sicuramente c’è fuori lista qualcosa di grande interesse: è il segnale del buon livello raggiunto, soprattutto con l’annata in corso, dalle etichette sannite falanghina.

  2. “…si vanno facendo largo soprattutto nelle sere d’agosto…”
    Ma adesso non siamo a luglio?
    potrei anche sbagliarmi ma forse l’espressione non è corretta.

  3. Mestiere difficile quello di fare classifiche. Ognuno di noi può dire, in base al proprio gusto, perchè questa sì e questa no. Io per esempio sono rimasto folgorato da quella di Nifo Sarrapocchiello… Cmq grazie per le dritte, ora non resta che provare…;-)
    Attendo con ansia la classifica dei campi flegrei, tipologia di cui sono quasi del tutto all’oscuro

  4. CIAO PASQUALE, COME VEDO NEI TUOI COMMENTI QUASI TUTTE LE FALANGHINE VENGONO DAL SANNIO-TABURNO IN PARTE SONO DACCORDO CON TE MA, TI INVITEREI A FARTI UN GIRO ANCHE NEI CAMPI FLEGREI PIU STRETTI NEL VERO SENSO DELLA PAROLA(BACOLI-POZZUOLI-MONTE DI PROCIDA) CI SONO DELLE REALTA’ DI TANTO RISPETTO E VEDRAI CHE RIMARRAI SORPRESO DALLE ANNATE PASSATE COME AD ESEMPIO IL “CRU DI CRUNA DE LAGO(LUIGI DI MEO) TANTI SALUTI E FALANGHINA PER TUTTI

    1. Come già detto da Luciano, al viaggio tra le etichette dei Campi Flegrei sarà dedicato un apposito report. E’ ancora importante sottolineare che non si tratta di una classifica, bensì del racconto di un viaggio tra le migliori produzioni del panorama finora degustate, in uno scenario che conta comunque oltre cento etichette.

  5. Ciao ragazzi! Annata 2010 molto buona per tutti i bianchi campani e particolarmente favorevole per la falanghina coltivata nell’areale sannita che è riuscita a fare un gran balzo in avanti negli usuali standard qualitativi! Io vi consiglierei la buona Falanghina di Pompeo (CAPUTALBUS) per l’impegno e la dedizione di questo ragazzo!

  6. A prescindere dalle ultime tristi novità di cronaca… che ne pensate della falanghina base della cantina sociale di Solopaca (considerando il costo, al di sotto dei 3 euro) ?

  7. Per una bottiglia di falanghina : € 0,50 di uva(se è buona), 0,27 bottiglia(bordolese), 0,30 costo d’imbottigliamento(nelle cooperative forse anche di più), 0,30 packaging complessivo(etichette, cartoni, pallets ecc.), 0,35 trasporto, 0,50 costi indiretti(costo del danaro, marketing ecc), 0,35 commissioni all’agente(12%). A voi il giudizio…;-))

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