Il mercato asiatico


Dario Pennino, responsabile commerciale della Mastroberardino, è in India. Pubblichiamo questa intervista molto interessante, una finestra autorevole sui nuovi mercati.

India: è questa la nuova frontiera del vino italiano?
L’India è un paese dai mille risvolti. Economicamente in espansione, rappresenta in Asia una delle aree con il più alto tasso di crescita. E il vino italiano di qualità si sta facendo apprezzare sempre di più.
Sinergia: la Mastroberardino crede nelle alleanze per conquistare nuovi spazi?
Certo, e l’Istituto Grandi Marchi (www.istitutograndimarchi.it) rappresenta un fiore all’occhiello dell’intero sistema vitivinicolo italiano. L’Istituto, infatti, raccoglie circa quindici cantine con alle spalle una lunga tradizione, grandi vini, e che appartengono tuttora alle famiglie che da sempre rappresentano la bandiera del vino italiano di qualità nel mondo. Accanto alla Mastroberardino, nell’Istituto vi troviamo, tra gli altri, Gaja, Antinori, Biondi Santi, Chiarlo, Tasca D’Almerita, Donnafugata, Jermann, Pio Cesare.
E voi, come espressione della Campania, cosa prevedete nei prossimi anni?
Un futuro positivo. Negli eventi che in questi giorni si stanno svolgendo tra Bomaby (il 17 gennaio) e Nuova Delhi (il 19 gennaio), il Fiano di Avellino, l’Aglianico, il Taurasi risultano essere tra i vini più apprezzati. Gli indiani trovano interessante, ad esempio, l’abbinamento tra alcuni nostri rossi (come appunto l’Aglianico) e il pesce. Il pesce fatto alla loro maniera, speziato, con tipi di cotture alla griglia. Oppure accoppiamenti tra le verdure e i bianchi d’Irpinia, fruttati e ricchi di mineralità. Oltre, naturalmente, a vari tipi di pesce fresco e crostacei.Cos’è, oggi, l’India per il vino italiano?
Un mercato dalle enormi potenzialità. Il consumatore ha una buona educazione del palato, il cibo è quasi sempre di ottima fattura e gusto, gli accoppiamenti risultano di grande impatto.
Punti di debolezza?
Una tassazione ancora troppo alta sugli alcolici e una burocrazia che frena.
Il futuro in India è più per i bianchi o per i rossi?
Oggi il mercato premia, seppur leggermente, i rossi rispetto ai bianchi, con una quota di mercato del sessanta percento circa a favore dei primi. Ma è difficile dire in quale direzione ci sposteremo. Vi è da dire che il mercato dei vini in India è davvero all’inizio. Solo grazie alla recente adesione del paese al Wto, è iniziata una progressiva introduzione dei vini. Il tutto ha avuto inizio non prima del 2001.
Dove prevedete di posizionare i vini della Mastroberardino?
Come sempre, il nostro target è la ristorazione di qualità. Per cui in India stiamo entrando nei ristoranti dei grandi alberghi, nei ristoranti italiani e in quelli indiani di fascia top. L’Istituto Grandi Marchi ha programmato due tappe. Durante questi eventi si svolgono incontri con la stampa, meeting con gli operatori di settore. E poi dei workshop per lasciare al consumatore finale la possibilità di degustare i vini. Più in generale, negli eventi che programmiamo all’interno dei Grandi Marchi, le degustazioni hanno sempre un impatto importante con i giornalisti e il pubblico.
Prossime tappe?
Stati Uniti, Russia, e poi, durante l’arco dell’anno, ancora Asia. Ma abbiamo in serbo delle novità molto interessanti per il 2007.
La Mastroberardino parteciperà a tutti gli eventi?
Certo, crediamo nelle sinergie e nella promozione di un prodotto, come il vino, che rappresenta allo stesso tempo territorio, cultura e passione. E le grandi famiglie del vino italiano hanno nelle corde questa mission, di promuovere questi valori nel mondo. Da sempre.