Il mito della Divina Costiera con la verticale di Fiorduva 2009 – 2008 – 2007 di Marisa Cuomo


Andrea Ferraioli

di Enrico Malgi

Una risorsa territoriale, umana ed economica incastonata in un territorio tra i più belli del mondo che è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Ecco qui sintetizzato lo status dell’Azienda Vinicola Gran Furore Divina Costiera di Marisa Cuomo. E senza nulla togliere alla dolce e leggiadra titolare, il vero artefice di tutto questo è sicuramente suo marito Andrea Ferraioli, che impersonifica il deus ex machina non solo in seno alla propria azienda, ma di tutto il comprensorio amalfitano.

Ecco doce nascono i vini di Marisa Cuomo

Ho trascorso due giorni indimenticabili a Furore in compagnia dei coniugi Ferraioli, squisiti ed ospitali anfitrioni. E in questo tempo, seppur limitato, ho avuto l’ennesima conferma che Andrea è una persona vulcanica e prorompente, sempre in continua attività e che non sta mai ferma. Ma quello che colpisce maggiormente del carattere di Andrea è un cocktail fatto di illimitata competenza, gentilezza, pacatezza, infinita capacità di abnegazione, generosità e disponibilità con chiunque.

Non si limita a curare gli interessi della sua azienda, che pure è diventata leader a livello nazionale, ma si dedica con passione ed altruismo ai mille impegni sociali, territoriali e nazionali, coinvolgendo e supportando le esigenze di molteplici enti e privati.

Tra l’altro, mi ha candidamente confessato che da anni sostiene la campagna contro l’Aids in Africa con il programma “Wine for Life” patrocinato dalla Comunità di Sant’Egidio, destinando alcuni proventi che derivano dalla vendita delle bottiglie di Fiorduva. Ebbene, Andrea ha deciso di continuare a collaborare comunque con l’organizzazione, contribuendo economicamente, ma non vuole più mettere in mostra il bollino rosso sulla controetichetta delle bottiglie per non condizionare assolutamente il consumatore.  E questo gli fa molto onore, anche perché, come accennavo prima, Andrea rappresenta egli stesso l’emblema ed il prototipo delle risorse territoriali, umane ed economiche di tutta la Costiera Amalfitana!

Lo zio di Andrea Ferraioli al lavoro

Un territorio estremo questo, dove si pratica una viticoltura difficile, eroica e faticosa, contrassegnata da piccoli terrazzamenti che ospitano ognuno pochi pergolati che tentano di ribellarsi alle leggi degli uomini e sottostare invece a quella della natura, cercando così di scivolare giù fino al mare incontaminato senza riuscirci!

Terrazzamenti Azienda Marisa Cuomo

E poi ci sono i magnifici vini di Andrea, unici ed irripetibili perché possono essere prodotti soltanto qui e in nessun’altra parte del mondo! Il Fenile, il Ripoli, la Ginestra, ecc. vengono allevati soltanto in questa zona e basta. Si sente spesso parlare di globalizzazione della viticoltura, di vitigni autoctoni, alloctoni e stanziali; di specie varietali che provengono dalla Francia e dal resto d’Italia, ebbene sicuramente qui essi non hanno nessuna possibilità di attecchire, non hanno nessun futuro!

Ed allora vediamo come sono fatti questi grandi vini di Andrea. Per l’occasione ho scelto di dedicarmi ad una mini verticale del vino più famoso e premiato della Casa: il Costa d’Amalfi Doc Furore bianco Fiorduva.

Fiorduva 2009 – Vino ancora giovane e vivace, con un colore in fase di crescita, ma comunque già segnato da un paglierino brillante. Il bouquet assale il naso in modo esplosivo e coinvolgente. I profumi fanno a gara a chi risalta di più per contendersi il primato. Ecco allora avanzare impettite nuances agrumate e di piccoli frutti speziati, fittezze floreali di gelsomino e di ginestra, aromi imperdibili di cappero selvatico e di rosmarino e delicate essenze di acqua di mare che hanno invasato le uve rigogliose nel momento più propizio. Anche in bocca, poi, il vino esplode in un approccio palatale ricco e fantasmagorico. Frutta fresca, secca e candita si arrampica prorompente su per le scale del gusto e lascia la cavità orale sazia ed appagata. La sapidità, la freschezza, la mineralità, la frutteria, la florealità e la delicatezza del sorso reclamano il loro spazio vitale. Toc, toc, ecco che bussano subito dopo alla porta del Paradiso aggraziati e lievi giochi speziati e tostati che pretendono di far parte della combriccola. Accontentati! E tutti insieme poi vanno a braccetto all’allungo finale!

Fiorduva 2008 – Che colore gli diamo? Quello che è: paglierino carico, camomilloso, quasi dorato, ecco qua. E allora quali sono i profumi che esalano? Uno dei vitigni che compongono il blend fa lo spione e suggerisce la risposta, anche senza essere stato interpellato: ginestra! E basta così? Non è poco? Ci dev’essere qualcos’altro. Certo che sì: macchia mediterranea tout court, timo, salvia, spezie indiane, fiori di campo, limone, miele, zafferano, aloe e fruttuosità spinta. E il gusto? Beh qui è un bel giocare, perché le due sensazioni organolettiche vogliono prendere il sopravvento l’una sull’altra. E allora cosa risponde la bocca? Adesso ti dico: propensioni fruttate di litchi e frutto della passione e floreali di iris e fiorellini di campo, corredate da percezioni balsamiche, sapide, fresche, speziate e minerali. Un vino che conquista subito per il suo appeal e la sua armonia. Posso azzardare dicendo che è questa è una delle migliori etichette di vino bianco apparse sul mercato nazionale negli ultimi anni e che può reggere il confronto con i migliori Chardonnay borgognoni ed i Riesling alsaziani? Beh io l’ho detto!

Fiorduva 2007 – Costa d’Amalfi ed Irpinia. Ripoli, Ginestra e Fenile contro il Fiano. Chi resiste di più nel tempo? Certo che è una bella lotta. Tutti gli altri comunque sono fuorigioco. Almeno per quanto riguarda i vini bianchi italiani, nonostante alcune longevità friulane ed altoatesine. Ed allora analizziamo questo millesimo. Colore aureo spinto. Progressioni odorose eleganti e pervasive di frutta esotica: papaya e mango in modo preponderante e di idrocarburi.  E comunque sempre accompagnate da aromi più nostrani di mela golden, di foglia di limone della Costiera, di bergamotto, di mandorle e di nocciole. In bocca ha una rinfrescante vena agrumata. E’ sapido, pimpante, dinamico, succoso, seducente, equilibrato, complesso. Il vino fa leva su un rigore stilistico e possiede tonicità, tensione gustativa, slancio felino e un’accelerazione ed un’espansione palatale che completa una beva irresistibile. Che gran bel vino!

Sede a Furore (SA) Via G.B. Lama 16/18
Tel. 089 830348 – Fax 089 8304014
[email protected]www.marisacuomo.com

Enologo: Andrea Ferraioli con i consigli di Luigi Moio

Ettari vitati: circa 4, più vari conferitori

Bottiglie prodotte: 100.000

Vitigni: Aglianico, Piedirosso, Falanghina, Biancolella, Ripoli, Fenile, Ginestra, Pepella e Moschella.

 

Foto di Antonio Sorice

3 Commenti

  1. E pensare che ero convinto fino ad oggi che Andrea fosse solo il consorte di sua maestà Marisa:mi devo ricredere.Scherzi a parte il loro Fior D’uva è da considerarsi uno dei migliori bianchi d’Italia e a dirlo non è solo il sottoscritto,ma un vero e propio Furor di premi raccolti in giro per il mondo che dovrebbero inorgoglire ogni Salernitano.PS.A costo di ripetermi voglio ancora una volta ribadire che il loro ultimo rosso assaggiato più per mestiere che per convinzione l’ho trovato veramente interessante.FM.

  2. Pienamente d’accordo con te, caro Francesco. Tutti i vini di Andrea e Marisa sono magnifici, sicuramente tra i migliori dell’Italia Meridionale, anche se il Fiorduva è una spanna superiore.

  3. Un’esperienza vissuta con intenso interesse, stimolato dalla sapienza professionale di Andrea Ferraioli. Pur non avendo una cultura adeguata per argomentare giudizi sul nettare di Furore, ho comunque apprezzato tantissimo l’impiego di tecnologie all’avanguardia per garantire un prodotto di indiscutibile qualità e garanzia organolettica. Oculatezza estrema nella cura dei dettagli, come estremi sono i microvigneti terrazzati di Marisa Cuomo. La vita è fatta anche di momenti piacevoli ed incantevoli come quelli vissuti con Andrea e Marisa, colti con intenso rispetto che ho per la natura, lo stesso profuso da Andrea teso ad esaltare sempre più i valori del suo territorio e dei suoi fedelissimi collaboratori.
    Un doveroso ringraziamento per l’alto senso di accoglienza e disponibilità manifestato dai coniugi Feraioli ai quali rivolgo con grande stima e sincerità tutto il mio plauso per il loro operato. Questa è l’Italia che conta, altro che buffonate e slogan dell’infame Politica/ci che dovrebbe governare nel rispetto di chi sul territorio onora con sudore e sacrificio le ricchezze naturalistiche del nostro Paese.

    Auguro un futuro di preziosi riconoscimenti e prospero di amore.
    (a presto)
    Antonio Sorice

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