I Nerello di Sicilia in concorso a Radici del Sud: la rassegna


Ingresso di Masseria Caselli a Carovigno

di Enrico Malgi

La Sicilia è la regione più vitata d’Italia (e forse la più antica, perché la coltura della vite siciliana risale a quasi 5.000 anni fa) con circa 150 mila ettari di filari, che producono uva per oltre 200 milioni di bottiglie di vino l’anno, di cui una buona parte va all’export. Al suo interno, poi, la provincia di Trapani può vantare la superficie di vigneti più estesa d’Italia.

Il territorio regionale vitivinicolo è molto variegato e composito, con specie varietali autoctone e internazionali che s’integrano a vicenda. Un areale privilegiato e vocato è certamente quello che ruota intorno al vulcano Etna (dal greco “aitho”, bruciare) “la colonna che sostiene il cielo” come diceva Pindaro, chiamato anche “gibel utlamat” dagli Arabi, cioè “la montagna delle montagne” o “Mongibello”. Qui si coltivano ad un’elevata altezza soprattutto vitigni autoctoni a bacca rossa, come il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio due specie vigorose e contrassegnate da una maturazione lenta e tardiva e due varietà a bacca bianca, il Carricante e il Minnella, col tradizionale sistema ad alberello, recentemente soppiantato parzialmente da quello a controspalliera.

I materiali vulcanici come ceneri, lapilli, pomice, sabbie, porfidi, rocce laviche, ecc. che si trovano sui dorsali etnei formano poi un terreno fertile per la coltivazione della vite, che qui può contare anche su una forte escursione termica, per via dell’altitudine.

Capasoni all’entrata di Masseria Caselli

Alla recente manifestazione Radici del Sud che si è svolta a Carovigno sono state proposte all’attenzione dei giudici sei bottiglie di Nerello. Queste le mie impressioni:

Il Passo Terre Siciliane Igt 2012 – Tenimenti di Zabù. Nerello Mascalese 60% e saldo di Nero d’Avola. Gradazione alcolica 13° C.

Blend che può sembrare insolito per il territorio etneo, ma che spesso ricorre, anche se contraddistinto da una percentuale più bassa di Nero d’Avola. Il colore nel bicchiere risalta un tipico rubino scarico, con riflessi purpurei. I profumi che salgono al naso sono intensamente e piacevolmente vinosi e sanno anche di amarene, di torrefazione, di vegetali freschi, di noce moscata, di pepe nero e di pirite. In bocca il vino è elegante e fruttato e possiede un buon equilibrio tra acidità, alcolicità e tannini. Ritornano poi rimembranze fruttate e floreali che addolciscono il palato. Finale persistente e speziato.

Presentazione delle aziende in concorso a Radici del Sud

Etna Rosso Doc 2011 – Tenuta Monte Gorna. Nerello Mascalese 80% e saldo di Nerello Cappuccio. Gradazione alcolica 13° C.

Anche qui il colore è più chiaro che fitto. Il bouquet dona subito mineralità alle narici, seguita da vibranti profumi di frutta rossa matura, di fiori di campo e di liquirizia. In bocca il vino è elegante pur nella sua semplicità, brezzolino di mare, con annesso iodio e sapidità, un amalgama elegante ed avvincente di sapori fruttati di lamponi e di more e con spunti terrosi tipicamente vulcanici. E’ speziato, tabaccoso, avvolgente ed asciutto. Rigoroso nello sviluppo e dinamico nel tratto. Il finale è pervasivo e godibile. E’ un vino che può durare nel tempo se ben conservato.

Eruzione 1614 Nerello Mascalese Igt Sicilia 2011 – Azienda Planeta. Nerello Mascalese in purezza. Gradazione alcolica 13,5° C.

Il cromatismo non si smuove più di tanto e resta fedele alla sua tipologia, come un cane verso il proprio padrone. E’ sempre rubino scarico e luminoso. D’altra parte, si dice che il Nerello abbia molte analogie col Pinot Nero, soprattutto nel colore ed è vero. L’impatto aromatico è coinvolgente e delizioso per le narici. Il vino svela subito affascinanti note minerali, intrecciate a profumi speziati e fruttati. In bocca è sapido, deciso, intenso e fresco, con una punta sulfurea sulla lingua. Il finale è abbastanza lungo e persistente. Il vino ha conseguito il secondo posto da parte della giuria internazionale.

Piscina a Masseria Caselli

Etna Rosso Dop Martinella 2010- Azienda Vivera.  Nerello Mascalese 80% e saldo di Nerello Cappuccio. Gradazione alcolica 13° C.

Bel colore lucente e chiaro. Il timbro olfattivo è improntato a sentori fruttati e vegetali di buona stoffa, con sottofondo speziato. In bocca ha una calibrata esplosione di piccoli frutti neri e rossi del sottobosco, uniti a coinvolgenti effluvi salini. Il vino è corposo, morbido, elegante, fresco, leggermente tannico e gradevole. Il finale è piacevolmente lungo ed impreziosito da note minerali. Il vino è stato votato al primo posto da parte della giuria internazionale.

Ghiaia Nera Igt Sicilia 2010 – Azienda Tasca d’Almerita.  Nerello Mascalese al 100%. Gradazione alcolica 13° C.

Il colore è sempre tipicamente bello chiaro, tanto da riflettere l’immagine come in uno specchio. I profumi che si percepiscono al naso sono espansivi e coinvolgenti e derivano soprattutto dalla buona escursione termica. Al naso, infatti, il vino dispiega umorali e fascinosi risvolti aromatici. Si percepiscono chiaramente i tipici sentori floreali etnei, radici di alberi, ciclamino, mineralità diffusa e speziature di pepe nero e chiodi di garofano. In bocca il vino ricalca la propria fedeltà e coerenza con i sentori odorosi. E’ fruttato, sapido, fresco, seducente e poco tannico. Ottimo allungo finale. Il vino ha conseguito il primo posto da parte della giuria nazionale.

Don Blasco Igt Nerello Mascalese 2009 – Feudi Cavaliere. Nerello Mascalese in purezza. Gradazione alcolica 13° C.

Il colore qui è leggermente più scuro, probabilmente a causa dell’annata più remota. I profumi sono sempre inebrianti e godibili. Risaltano ancora le note minerali e sapide in primis, in combinazione con nuances fruttate, balsamiche ed erbacee. La bocca è piena ed esuberante e tasta sapori voluttuosi di frutta del sottobosco, di fragola, violetta, rosa canina e tamarindo. Il vino è dotato poi di vivace morbidezza, di ottimo equilibrio e di un finale intenso e pervasivo. Questo vino è stato votato al secondo posto dalla giuria nazionale.

Qualità dei vini a base di Nerello esaminati complessivamente buona, sicuramente oltre la media. Il mio punteggio, infatti, per tutte le bottiglie non è stato mai inferiore a 80/100. Penso che questo vino territorialmente sia una valida alternativa al Nero d’Avola. Prosit!