Il Sava Primitivo di Manduria Doc 2007 Dolce Naturale | Voto 86/100


Il Sava Primitivo di Manduria Doc dolce naturale 2007

VINICOLA SAVESE

Uva: Primitivo

Fascia di prezzo: 20,00 euro in enoteca

Fermentazione e maturazione: contenitori vetrificati e giare di terracotta

Vista 5/5 – Naso 25/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 30/35

In Italia la tipologia del vino dolce è poco gradita dai consumatori, a differenza di quello che accade in altri Paesi europei come la Francia, la Germania, l’Austria, la Spagna e il Portogallo, per esempio, dove il consumo è abbastanza elevato se rapportato all’intera produzione vinicola. Senza dimenticare, poi, che in Inghilterra se ne fa un grande uso, laddove già dal Diciottesimo secolo erano importati vini liquorosi dal Continente e dalle isole, come il Madeira, il Porto, il Marsala e lo Sherry. Nel nostro Paese, invece, il passito è un tantino bistrattato e relegato spesso al ruolo di comprimario. I motivi che inducono a questo atteggiamento sono perlomeno tre: culturale, economico e pratico. Culturale, perché non esiste una vera tradizione per questo genere di vino se non limitato ad alcuni specifici territori, nonostante che al tempo del Greci e poi dei Romani il vino che si beveva era soprattutto quello dolce. Economico e pratico, perché spesso il vino di altre tipologie mediamente costa di meno e si presta a più abbinamenti.

In Puglia, per fortuna, si riscontra una buona produzione di vini dolci, e/o un discreto consumo, per merito del prolungato irraggiamento solare durante tutto l’anno, che contribuisce in modo determinante all’appassimento delle uve. E poi anche perché si coltivano varietà adatte come il Moscato, l’Aleatico e il Primitivo.

E proprio in questa regione la mia attenzione è stata catturata dall’etichetta Primitivo di Manduria dolce naturale Doc 2007 della Vinicola Savese, un vino cui è stato riconosciuto la chiocciola di Slow Wine 2013. C’è da aggiungere che questa tipologia di vino ha ricevuto la DOCG nel 2010, la prima di tutta la Puglia. Altra considerazione importante da farsi è quella che riguarda la versatilità del Primitivo: la versione classica in rosso; quella in rosato; la variante dolce naturale, cioè senza aggiunta di alcol; liquoroso dolce naturale e liquoroso secco.

L’uva di questo Primitivo è stata vendemmiata già in condizioni di appassimento sulla pianta. Dopo la fermentazione, il vino ha sostato per otto mesi in vasche di cemento vetrificato e poi ha trascorso un uguale periodo in giare di terracotta chiamate localmente “capasoni”. Alla fine di tutto il processo, il vino è stato imbottigliato a freddo per l’elevazione. La gradazione alcolica effettiva è di 16° C, quella totale arriva a 19 gradi. Il colore nel bicchiere è tipicamente varietale: rosso granata, con riflessi già parzialmente aranciati dovuto al tempo trascorso. Il profumo è etereo, voluttuoso, inebriante e con sentori floreali e di frutta rossa matura che intercettano poi un cotè balsamico, speziato ed opulento. La bocca, ancorché calda, è voluminosa, fresca e consenziente, laddove esprime una golosità di teneri tannini, una percezione d’invitanti sapori di liquirizia, cannella, datteri, mandorle, nocciole, fichi secchi, marron glacé, miele, canditi e confettura di prugne. Il finale è lungo e persistente. Un vino meraviglioso, che coerentemente tiene fede al Dna del vitigno per quanto riguarda la sua molteplice capacità di adattamento anche sul versante degli abbinamenti. Infatti, nulla è vietato nell’accoppiamento col cibo: carne rossa, salumi, formaggi stagionati ed erborinati, cioccolato, pasticceria e frutta secca. Prosit!

 

Questa scheda è di Enrico Malgi


Vinicola Savese – Figli Gaetano Pichierri

S.S. 7 Sava (TA)

Tel. 099 9871772 – Fax 099 9871242 – Cell. 366 4629074

[email protected]www.vinipichierri.com

2 Commenti

  1. Purtroppo la cultura di bere dolce sul dolce stenta ad affermarsi anche ai giorni nostri visto l’imperversare di prosecchi e spumanti brut serviti a fine pasto.Tra non molto saremo di nuovo a festeggiare il capodanno ,ma quanti sul classico panettone oseranno stappare a mezzanotte un’ottimo ASTI spumante al posto di un più blasonato metodo classico?Luciano sta facendo tanto per acculturare gli appassionati di vino sulle potenzialità di affinamento dei vini bianchi,ma credo che noi tutti navigati(in cerca del Faro)dobbiamo impegnarci per invertire questa tendenza che allo stato attuale sembra inarrestabile.

  2. Appunto, manca la cultura di saper abbinare i cibi al vino giusto. Eppure con tanti corsi propedeutici, riviste, blog, giornali, seminari, conferenze, ecc. la gente dovrebbe aver capito che per gustare ed esaltare un ottimo pasto ci vuole il vino adatto. Purtroppo, mi duole dirlo, anche in questo la Francia sta avanti a noi anni luce.

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