L’Aglianico del Cancelliere


Molti continuano a stupirsi di come sia ancora possibile la moltiplicazione di aziende vitivinicole in Campania, in realtà la risposta è abbastanza semplice vista dalla parte dei produttori di uve: i prezzi si sono costantemente abbassati nel corso degli anni, anche se la vendemmia 2007 ha riportato verso quota 80 centesimi l’Aglianico, in questi giorni piacevolmente piluccato tra Vulture e Irpinia. D’altro canto è pure vero che il consumo regionale è sempre il doppio dell’offerta e dunque ci sono margini di crescita per chi ci sa fare. È stata questa, appunto, la scelta di Soccorso Romano e della moglie Pasqualina, detto Il Cancelliere, di concerto con i figli: Enrico l’agronomo, Nadia e il fidanzato Claudio già laureati in informatica e ora iscritti al corso di Enologia ad Avellino con Moio, Tiziana all’amministrazione. Nove ettari di vigna, un corpo unico attorno la cantina, scollinando si arriva da Salvatore Molettieri. Gran parte dell’aglianico si vende, mentre con alcune partite si produce il vino: il Gioviano igt 2005 è il primo nato, seguirà, probabilmente, un Campi Taurasini doc e, certamente, il Taurasi. Appena undici barrique di secondo e terzo passaggio, made in Boscotrecase dalla Tonnellerie, e due botti grandi dell’astigiano Gamba appena arrivate, fanno bella mostra di se nella piccola cantina di famiglia insieme alle vasche d’acciaio dove avviene la fermentazione. Il Gioviano 2005 è un vino immediato, di buon frutto e va avanti esclusivamente grazie alla principale garanzia per gli appassionati e gli operatori: cioé il passa parola tra i ristoratori. Proprio come accadde con Marsella, Vigna Diamante, Pietracupa, Petilia, Perillo. Così Gino Oliviero della Maschera di Avellino, Carmine Fischetti dell’Oasis e Giovanni Mariconda di Taberna Vulgi hanno subito preso in simpatia Nadia e Claudio quando si sono affacciati timidamente sull’uscio dei loro ristoranti. Lo hanno provato, venduto e proposto agli amici per farne parlare. Il Gioviano 2005 è un rosso molto gratificante per chi ama i sapori decisi della cucina tradizionale: lo spenderete, ad esempio, sulla parmigiana di melanzane, oppure sulla lasagna di Carnevale e, ancora, sul caciocchiato di Ariano Irpino. Un Aglianico ruspante, dunque, fruttato, il poco legno non è invasivo, in uscita sotto i dieci euro dall’azienda, per i nostalgici di come si lavorava in semplicità questo vitigno senza bluffare, fidandosi decisamente del lavoro di Soccorso nella sua bellissima vigna tenuta come un bel giardino.