Cassata siciliana e Ben Ryé, classico intramontabile


Cassata siciliana

di Marina Alaimo

Ci sono elementi che si cercano, vogliono stare insieme comunque vada il corso della  vita. Accade anche per le persone. Senza sapere esattamente come e perché provano un’attrazione irresistibile ed un piacere estremo nello stare insieme. Ci possono essere i motivi più assurdi di questo mondo a tentare di tenerli separati, ma loro si ritrovano sempre e comunque uniti in perfetta armonia. Così quando si ha la fortuna di attraversare la Sicilia, arcipelago di mondi concentrici, tra le tante cose che si ha voglia di conoscere e assaporare c’è sicuramente la cassata.

Si sa benissimo che al di là delle acque che cingono l’isola della Trinachia sarà impossibile trovare un pasticcere in grado di ripeterla con la stessa abilità dei maestri siciliani. Un po’ come accade per la pizza napoletana. Anche se ultimamente qualcuno sta cercando di dimostrare il contrario. Di recente sono stata al Marsalawine 2013 nella splendida città del vino. Il programma articolava una serie di visite ed esperienze culturali e eno gastronomiche estremamente interessanti. Ma c’era un elemento che assolutamente mancava ed al quale non potevo rinunciare: la cassata. Così mi ritrovo ai tavolini di una bella pasticceria del centro vicino Porta Nuova con una fettona  nel piatto. Signora le porto la carta dei vini? No so già cosa voglio un Ben Ryè, il figlio del vento. E il cameriere ribatte affermando che moltissime persone associano la cassata al rinomato passito di Pantelleria di Donnafugata. Mi versa un 2010, veste il suo inconfondibile colore ambra lucente. Proprio la sera prima l’ho provato a cena nel bellissimo baglio dei Rallo a Marsala e mi aspettavo che avrebbe accompagnato in maniera scontata la cassata. Invece la scelta dell’abbinamento dei padroni di casa è stata diversa. Motivo per cui dovevo risolvere l’aspettativa delusa. E come spesso accade, l’attesa accresce l’emozione degli incontri desiderati a lungo. Il dessert è un tripudio di sapore, dolce al punto giusto, ricco nella pasta di ricotta di pecora freschissima, con i canditi. Proprio come piace a me.

Ben Ryé

E il Ben Ryè, vento di passione, sa accompagnarlo sostenendo con il giusto portamento la sua esuberanza: complesso sia al naso che al palato e racconta ad ogni sorso i colori della sua terra fatta di lava, vento e salsedine. Ha profumi intensi di frutta matura, albicocche e datteri, ancora fichi secchi, erbette mediterranee e miele di zagara. In bocca è un’esplosione di sapori avvolgenti ed in contrasto tra loro. La dolcezza è ben espressa e bilanciata lungamente da buona freschezza e note saline. Si fa bere con avidità e richiama l’incontro con la succulenza rotonda della cassata. La Sicilia è una terra splendida, ma ha un grande inconveniente. Ti fa mettere su almeno un chilo al giorno senza che te ne accorga.

3 Commenti

  1. E’ vero matrimonio d’amore non solo con la cassata, ma anche con i cannoli…….entrambi rigorosamente fatti con ricotta di pecora

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