La festa della trafeca sul Vesuvio nella cantina di Michele Romano


Il produtttore Michele Romano, l'enologo Antonio Pesce e la squadra Mastroberardino

di Marina Alaimo

‘A trafeca, o traffica, chi produce o commercia in vino da almeno cinquant’anni se la ricorda bene. Era la festa che i vignaioli preparavano per accogliere i primi compratori del loro vino, poco dopo San Martino. Traffica sta per primo travaso del vino che dalle botti di castagno, anzi dai carati(5 hl.), botte o 6 bottoni (7 hl.), meza botte ( 3,5 hl.) veniva travasato nei cupielli, i secchi in legno tronco conici che le donne trasportavano sul capo.

A tavola

Le più abili procedevano lungo i sentieri di campagna senza l’ausilio delle mani, fino a raggiungere il carro del commerciante che aveva acquistato il vino dopo una lunga trattativa. Importante era anche la figura del mediatore che favoriva una trattativa equa, o almeno ci provava.

L'Aglianico Gemma

Per i contadini questo era un momento da festeggiare in allegria in quanto si raccoglievano i frutti del lavoro di un anno intero.

Un momento della festa della Trafeca

Questo rituale si è completamente perso nel tempo, ma nella cantina di Michele Romano ad Ottaviano, in zona vesuviana, viene ancora celebrato. In questo caso è il produttore ad organizzare un mega pranzo per i suoi conferitori di uve.

Frittura napoletana

 

Rigatoni con soffritto

 

Stinco di maiale con cicoria e patate

 

Zuppa di soffritto

 

La trippa

 

'O per' e 'o muss'

 

Il dessert

Sabato scorso nella vecchia cantina i vignaioli erano più di 60 accompagnati dalle rispettive famiglie. La grande tavolata ha accolto circa 200 persone tra contadini, mediatori, enologi, agronomi e rappresentanti delle istituzioni locali. Fedele alla tradizione della trafeca, il parroco di Ottaviano don Vittorio Garzone ha benedetto la tavola e gli invitati prima di dare inizio alla festa.


 

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