La ricetta cult. Pizzelle di fiorilli irpini


Le pizzelle di fiorilli

Da fine Giugno fino a tutto luglio, verso le ventietrenta-ventuno, in Irpinia nelle case del borgo e in quelle
periferiche dei paesi  è tutto un’effluvio di delicati profumi di frittura. Si, delicati, e non è una contraddizione in termini. Infatti il profumo dei fiori di zucca fritti è tale da rendere delicato anche l’odore della sua frittura.

Questo piatto ha rappresentato nel tempo  la classica cena estiva delle zone rurali che una volta erano la quasi totalità di questo territorio. Causa le temperature molto elevate della giornata, si tendeva ad un pasto molto frugale a pranzo,  per rifarsi poi con il favore delle più fresche temperature serali con un piatto che della temperatura alta ne ha fatto la sua componente inderogabile : le pizzelle con i fiori di zucca. Per chi li raccoglie nel proprio orto, raccomandiamo di farlo unicamente di mattina fino alle ore 10:00/11:00 perché solo fino a quell’ora i fiori rimangono aperti, poi si chiudono. Inoltre scegliete sempre i fiori maschili, che sono alla fine di un lungo peduncolo, e lasciate crescere quelli femminili che si trovano attaccati alla zucchina, perché servono per altre zucchine.

Un’altra raccomandazione : assolutamente non private il fiore dal pistillo e dalla parte verde attaccata,è la parte più aromatica del fiore di zucca! Potete anche provare ad aggiungere ai fiori qualche foglia tenera della pianta di zucca. Le pizzelle risulteranno ancora più aromatiche. Ultima condizione per avere le pizzelle “rustiche”, per intenderci quelle del  popolo che quando le addenti  scrocchiano, non usare assolutamente lievito o acqua gassata e prodotti simili.

L'impasto pronto per la frittura

Preparazione :
Ingredienti
400 gr di fiori di zucca – 600 gr di farina 00 – 1 cucchiaino di pepe -1/2 bicchiere di Fiano di Avellino  –   sale – acqua qb – olio di oliva – 1 cucchiaio di sugna.

La frittura

Procedimento
Versare in una terrina la farina, i fiori di zucca precedentemente lavati e tritati, il pepe, il sale, il vino e l’acqua un poco alla volta, in modo da ottenere un impasto abbastanza duro e lavorarlo finchè  gli ingredienti non siano bene amalgamati tra loro. Versare l’olio di oliva e la sugna in una padella e tenerla sul fuoco fino a quando poggiando la forchetta nell’olio bollente non si sente il  friccichio classico della frittura. Quindi aiutandovi con un cucchiaio precedentemente immerso nello   stesso olio, prendete una grossa noce di impasto e lasciatela cadere nell’olio schiacciandola un po’. A questo punto abbassate il fuoco e cuocete le pizzelle da ambo i lati fino a che non risulteranno dorate. Toglierle dall’olio poggiarle su un foglio di carta assorbente, ottima è la carta paglia, e servirle caldissime.

In abbinamento il nuovissimo Fiano di Avellino D.O.C.G. 2009 Sarno 1860(enologo Vincenzo Mercurio, winemaker  Maura Sarno)

Ricetta a cura di  www.tenutamontelaura.it

12 Commenti

  1. Buonissimi…non vedo l’ora di assaggiarli. Hai mai provato a fare quelli imbottiti di ricotta…SLUUURP!!!

  2. Lello io sto a dieta, ma farei sicuramente uno strappo per poterli mangiare. E poi preparati da te questi fiorilli sono senz’altro gustosi. Abbracci.

    1. Ahhhh pure tu a dieta… Un po’ di solidarietà ‘ finalmente. Non come il malefico Tornatore che spara una ricetta dietro l’altra per mettermi in difficolta’.

  3. Madonnamia, i ciurilli! Quanto li adoro! Pensare che oggi mia madre li cucinava…ed io per fare la sostenuta sono rimasta a mangiare a casa mia!…e ti assicuro, Lello, che mia madre non cucina come me!
    Allora al prossimo incontro mi aspetto i tuoi ciurilli (nelle due versioni) innaffiati da tanto buon Fiano (o grecomusc’..ihihih!).
    Antonella

    1. Eh, ma non andiamo troppo in là, altrimenti ” ‘e sciurilli fenisceno” e dato che noi siamo per i prodotti di stagione, non li potremo più degustare, magari tanto per fare contenti Maffi ed il Guardiano del faro, anche con un ” Selosse” !!!

  4. ma ……………………..forse io bagnerei tutto con una falanghina aromatica vigna zampino

    1. Michè, ci sta sicuramente anche la falanghina aromatica, ma qui il problema è “la colonna tosco-piemontese” del blog di luciano, alquanto “francesista”, perciò rassegnamoci e pinot noir o chardonnay
      sia!!!

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