La Torta senza uova, senza latte, senza burro, senza farina bianca e con poco zucchero di canna…praticamente ’na ciofeca


La Non Torta

La Non Torta

di Marco Galetti
Questa torta senza uova, senza latte, senza burro, senza farina bianca e con poco zucchero di canna non è una ciofeca, tutt’altro, non vuole sostituirsi ad una sfogliatella, a un cornetto né tanto meno ad una crostata di mele con burro in abbondanza, è una via per potersi concedere qualcosa di appagante che si avvicina ad un dolce, in quelle fasi della vita nelle quali un dolce tutti i giorni non ce lo possiamo permettere.

Se la vostra linea di condotta sta compromettendo la vostra linea, adottare una linea di difesa contro il grasso che avanza potrebbe essere salutare, dovrete salutare grassi, zuccheri abbandonare gli amici che stanno imboccando la strada della pasticceria per una cannolo o per un babà e prendere la strada dell’autoregolamentazione.

Se invece la situazione è già compromessa, continuate a seguire i consigli di un medico nutrizionista e dimenticate questa non torta, il post si autodistruggerà prima che possiate prendere nota delle dosi:

La Non Torta, farina d'avena e zucchero di canna

La Non Torta, farina d’avena e zucchero di canna

La Non Torta, la polpa delle mele

La Non Torta, la polpa delle mele

La Non Torta, mele a fette e uvetta

La Non Torta, mele a fette e uvetta

In una ciotola versare duecento grammi di farina d’avena e due cucchiai scarsi di zucchero di canna,  dopo aver messo a bagno una manciata d’uvetta, frullare tre mele golden insieme a poca d’acqua, pochissimo zucchero e un po’ di succo di limone, unire le mele frullate alla farina e mescolare, aggiungere al composto mezza tazzina da caffè di olio di mais, (a meno che non siate dei senza Cuore) mezza bustina di lievito vanigliato e un pizzico di sale.

Tagliare a fettine sottili altre due mele, spolverizzarle di zucchero di canna e spruzzarle con un po’ di succo di limone, amalgamare il tutto nella ciotola della farina aggiungendo l’uvetta strizzata e versare il composto in una teglia di ventidue centimetri di diametro precedentemente unta con poco olio e spolverizzata di pan grattato, qualora il composto dovesse risultare poco fluido, aggiungere un po’ d’acqua.

Cuocere per circa un’ora in forno preriscaldato a centottanta gradi

La Non Torta, la fettina

La Non Torta, la fettina

Se vostra moglie si sta allargando, questa potrebbe essere una delle soluzioni per una colazione nutriente, appagante e a basso contenuto di grassi e di zuccheri, nel quotidiano ed in sostituzione del pane o delle fette biscottate con la marmellata, fategliela trovare, fresca, da forno, ogni mattina, ogni tanto però, se viene la voglia, fatele un cornetto, se la frase si presta a diverse interpretazioni, siamo dotati di libero arbitrio ma ricordiamoci che, se la carne è debole, la carne è un sostantivo femminile…

 

9 Commenti

  1. Finale pirotecnico di grande ispirazione.Venendo a “bomba’il tutto mi sembra interessante e sicuramente merita una prova .Sarà poi mio compito aggiornare sul risultato.PS.Sempre grazie per le buone e lodevoli intenzioni di portarci sulla via “snella”,ma penso che anche a tentativo riuscito andremmo a togliere solo una piccola goccia dal mare magnum con cui quotidianamente ci “nutriamo”.FM.

  2. @ FM, sono tentativi maldestri (ma nemmeno troppo) di un mancino che vuole mettersi a posto con la coscienza, se l’alternativa sono fette biscottate integrali con un velo di marmellata senza zuccheri aggiunti, posso assicurare che non c’è partita, chi ti parla ha mangiato per anni a colazione pizza o focaccia, tranne in Cilento dove è stata data carta bianca alla bufala che si è resa disponibile anche in occasione del breakfast

  3. Oggi non vi parlerò dei LIMITI:
    di Ferran Adrià
    degli stellati (a 1, 2 o 3 stelle)
    di Alajmo
    di Iaccarino
    dei critici gastronomici italiani
    dei pizzaioli ipermediatici
    dei food blogger
    del conformismo enogastronomico
    dell’omologazione del WEB 2.0
    ecc…

    Oggi parlerò dei pregi di questa ricetta
    (e non dei limiti di Marco Galetti)

    In altre ricette Marco Galetti ha dimostrato non buone ma ottime capacità in cucina.
    Saper cucinare non è necessario per essere un buon degustatore o per fare il food blogger o il critico.
    Ma, secondo me, aggiunge qualcosa in più. Anche più consapevolezza.
    Poi per criticare bene gli stellati bisogna almeno “studiare” la “cucina creativa”(e le sue caratteristiche peculiari)
    Proprio per questo(mancanza di studio e approfondimento) la critica gastronomica italiana(e i food blogger) è scadente quando siede ai tavoli degli stellati.

    La prima cosa che ho apprezzato della ricetta è che M G l’ abbia voluta condividere lo stesso con i lettori
    anche se, apparentemente, il risultato non sembra ottimale. Un atteggiamento non da “gastrofighetto” così diffuso nei food blog.

    Gli altri pregi della ricetta? Ci sono ma vi invito a trovarli.
    Basterebbe riflettere sulla “semplicità e velocità” di preparazione oggi che la gente ha poco tempo.
    Poi una buona livellata e 5 minuti di cottura in più farebbero cambiare il volto di questa torta che in sezione potrebbe ricordare anche una nuova specie di crostata.
    Continua a cucinare Marco Galetti.

  4. @Luca, sono andato subito a cercare i pregi in mimetica che si sono nascosti forse troppo bene tra le righe, non li ho trovati ma ti ringrazio ;-)

  5. @MC, per te niente fette, se non quelle di salame, per dessert ci sarà un dolce ormai (quasi) introvabile da un’antica ricetta milanese, cucina uno chef vero, un saluto dal tuo fufblogger preferito.
    P.S. : stasera tagliatelle integrali Vicidomini, nature, ho sbagliato un po’ la cottura per difetto, ma si sa, la prima volta l’ansia da prestazione…

  6. Due versioni, una, come ho detto, nature, scolate e mangiate con un filo d’olio, l’altra spadellata con aglio, spaghetti di zucchine e basilico, devo perfezionarmi, è un formato difficile ;-) sono abituato con le “false” integrali che non tengono la cottura e si disintegrano nell’acqua

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